SPERLONGA – “La navigazione antica – I portolani dal Medioevo al Rinascimento”, è il titolo del convegno di domenica 6 agosto, alle 18, presso il Museo Archeologico di Sperlonga.
Il convegno e la presentazione della mostra considera che le carte geografiche e nautiche sono sempre state circondate da un alone di mistero e segretezza: infatti costituivano una preziosa informazione per il nemico. La posizione delle strade, l’ubicazione di corsi d’acqua navigabili, di passi montani, di caserme, porti, cantieri navali, erano tutte informazioni da tenere segrete. L’imperatore Augusto faceva custodire le carte dell’impero nel luogo più segreto del palazzo imperiale; si dice che Domiziano abbia punito severamente un suo dipendente che aveva imprudentemente divulgato notizie di certe carte, reazione valida anche oggi.
Gli Spagnoli avevano l’usanza di rendere pesanti le carte, il giornale di bordo e il codice, con piombo, in modo che, gettate in mare, raggiungessero velocemente il fondo e fossero sottratte al nemico. Fin dal primo viaggio di Colombo, tutte le carte geografiche e nautiche vennero gelosamente custodite dagli archivi di Siviglia. Non fu permesso che qualsiasi carta utilizzata dai grandi capitani venisse stampata ed è per questo che i documenti di Colombo, di Magellano e di molti altri navigatori sono andati perduti.
Il convegno e la mostra vogliono divulgare questi aspetti e farli conoscere con episodi e pubblicazioni esistenti in questi cinque secoli della storia della navigazione. Si parlerà di navigazione antica, essenzialmente era una navigazione empirica e poi da secoli, il portolano rappresenta uno degli strumenti più noti e diffusi nel settore nautico. Si tratta infatti di un vero e proprio manuale nel quale sono riportati tutti i riferimenti utili alla navigazione costiera e in mare aperto: non solo dati per l’identificazione dei luoghi, ma anche importanti dettagli sulle normative locali, sull’accesso ai porti e sulla presenza di secche, relitti e altri fattori di pericolo Successivamente si verificò una profonda rivoluzione tecnologica, che modificò radicalmente il modo per andar per mare.
In occidente, per l’esattezza in Mediterraneo, si diffuse il primo vero strumento nautico: la bussola, forse inventata in Cina, che secondo la tradizione apparve sulle navi di Amalfi dopo il 1000. Successivamente la cartografia a partire dal XVI secolo si evolvette moltissimo. Via via che venivano scoperte ed esplorate nuove terre, si tentarono molti modi per rappresentare il mondo sul piano. Solo dalla seconda metà del Cinquecento cominceranno a circolare i primi portolani corredati di carte nautiche. Accanto alle carte nautiche italiane che, tra il XIII ed il XVI secolo, diedero il loro apporto alla nascita della moderna geografia del Mediterraneo, un posto di rilievo deve essere riservato ad un portolano della cartografia cinquecentesca turca.
Si parlerà anche di mostri marini che accompagnano le leggende e i miti più antichi: immensi e ingovernabili, vengono spesso considerati nemici dell’uomo. A ben guardare, in realtà, non è sempre così: imprevedibili, giganteschi e misteriosi, i mostri marini che dominano le acque rappresentano la potenza indomabile e imprevedibile della natura, senza particolari accezioni negative. Bisogna ricordare che fino a pochi anni fa le molteplici rappresentazioni di animali mostruosi che compaiono sulle mappe di epoca medioevale e rinascimentale (dal X secolo in avanti), non sono mai state prese in seria considerazione. Tuttavia, quelle immagini non erano disegnate a caso: quei mostri marini erano una fonte di terrore per i marinai di tutto il mondo.
Questi ed altri interessanti interventi saranno, dopo i saluti di: Ruggini Cristiana, direttore del Museo Archeologico di Sperlponga; Armando Cusani, sindaco di Sperlonga; Comandante della Capitaneria di Porto di Gaeta; Gennaro Di Lorenzo, presidente navale sezione di Sperlonga.
Interventi di Manuela Ruggero, docente di Scuola secondaria di II grado, con “La navigazione oceanica e gli scambi commerciali del mondo arabo islamico”; Carlo Danadio, docente di geografia fisica e geomorfologia DISTAR Università di Napoli “Federico II”, con il progetto ” RomEWInd Roman Environment Wind Indicators”; Luigi Valerio, collaboratore DISTAR Università di Napoli “Federico II”, con “La navigazione del Mediterraneo dal Medioevo al Rinascimento”; Adriano Madonna, Ec.Lab Dipartimento di Biologia Università di Napoli “Federico II”, con “I mostri marini spauracchio degli antichi navigatori”.
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