ITRI – Un paio di giorni al massimo. Ostenta ottimismo da tutti i pori il sindaco di Itri Giovanni Agresti annunciando il conferimento nel corso della prossima settimana delle deleghe ai Lavori e all’urbanistica dopo l’ammutinamento di Fratelli d’Italia che il 24 luglio, non presentandosi in consiglio comunale sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio, ha provato con scarso successo a sfiduciare il primo cittadino eletto il 3 ed il 4 ottobre 2021. Agresti ha in mano ora la delega assessorile piena di Alessia Mancini e quella all’agricoltura del consigliere comunale Simone Di Mascolo, entrambi di Fratelli d’Italia e dunque diretta espressione, politica e personale, dell’assessora e consigliera regionale di Fdi Elena Palazzo.
Che il sindaco si definisca pronto a ricomporre il plenum della Giunta lo si evidenzia da una serie di eventi. Innanzittutto Agresti ha immediatamente chiesto di parlare con il suo “vice” Giuseppe Cece che non ha avuto il tempo di disfare le sue valigie dopo una vacanza in Sudafrica che è stato subito convocato nel palazzo di Piazza Umberto. L’avvocato Cece continuerà a rivestire l’incarico di vice sindaco ma senza la delega ai Lavori Pubblici di cui il sindaco ha chiesto la restituzione. Sarà assegnata alla consigliera comunale e provinciale di Forza Italia Serena Ciccarelli, la più accreditata a rappresentare gli azzurri che, dopo 20 mesi, ufficialmente faranno formalmente parte della maggioranza dopo aver consentito a Giovanni Agresti per poco più di 80 voti di impedire la rielezione del sindaco avvocato Antonio Fargiorgio.
Il secondo via libera ad entrare in Giunta l’ha dato venerdì sera una nuova riunione del consiglio direttivo di Formia presieduto dalla coordinatrice comunale Donatella Del Bove. Ufficialmente l’incontro è servito per autorizzare una delegazione azzurra ad incontrare il capo dell’amministrazione ma formalmente è stato necessario per rivendicare non un secondo assessorato ma una delega di prima-seconda fascia a favore del capogruppo consiliare di Forza Italia Andrea Di Biase. Al funzionario regionale avrebbe fatto piacere beneficiare di nuovo della delega ai servizi Sociali rivestita durante il sindacato di Antonio Fargiorgio ma Giovanni Agresti sa, per primo, che non può acuire i già delicati equilibri interni alla sua maggioranza sotto shock dopo la “cacciata” di Fdi dell’assessora regionale Elena Palazzo.
Insomma il fedelissimo Mario Di Mattia continuerà ad occuparsi di welfare e pertanto il capogruppo di Forza Italia Di Biase, dopo l’incontro risolutivo da concordare nelle prossime ore, sarà anche il delegato all’ambiente del comune di Itri. Ma bisogna sciogliere un nodo cruciale: questa delega al momento è ad appannaggio del presidente del consiglio comunale- vicinissimo alle posizioni dell’Onorevole Palazzo – Salvatore Ciccone. Purchè questi si dimettesse e restituisse le deleghe che ha disposizione il sindaco Agresti andrebbe a piede, andata e ritorno, al Santuario della Madonna della Civita. I rapporti tra il sindaco ed il presidente d’aula sono oltre la rottura dopo la decisione dell’avvocato Ciccone di astenersi “a prescindere” su tutti gli argomenti all’ordine del giorno del consiglio del 24 luglio, tra cui sull’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio.
Per il sindaco Agresti con questa astensione il presidente Ciccone “ha deciso lui stesso di mettersi fuori dalla maggioranza”. Revocare un presidente del consiglio e più complicato che formalizzare una richiesta di impecheament per il presidente degli Stati Uniti e – secondo alcune indiscrezioni confermate – il sindaco Agresti avrebbe dato mandato alla segretaria comunale di convincere Ciccone a dimettersi prima dell’adozione di “alcune iniziative”.
Una di queste potrebbe essere una lettera di censura da inviare al Prefetto di Latina non per censurare – e ci mancherebbe – l’astensione sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio quanto la formulazione dell’ultimo consiglio comunale e la gestione dei lavori della conferenza dei capigruppo da parte del presidente d’aula nel frattempo nominata dall’Onorevole Palazzo nella sua segreteria particolare alla Regione Lazio. E se i due incarichi fossero – o diventassero improvvisamente – incompatibili?
Il sindaco Agresti ha deciso di attendere qualche giorno per varare – o meglio – ricomporre la sua Giunta perché ha la necessità di capire la disponibilità del consigliere comunale di opposizione (è non è ancora iscritto al Partito Democratico?), l’ex sindaco Giuseppe De Santis. Il capo dell’amministrazione comunale sta prendendo tempo alla luce di alcuni seri problemi di famiglia di De Santis prima di proporgli ufficialmente il compito (“che solo Peppino può esercitare, non da adesso ma da sempre”) di diventare assessore all’urbanistica del comune di Itri. De Santis, d’altro canto, sta facendo melina anche perché ha alcuni problemi anche all’interno della lista civica di minoranza, “Promessa per Itri” che ha eletto al consiglio comunale lui e Osvaldo Agresti del Movimento Cinque Stelle.
Sempre molto attivo e vivace sui social, l’esponente grillino ha fatto sapere che non si muove. Rimane all’opposizione “come era logico malgrado le urla impazzite di ‘al lupo,al lupo’ di qualche sinistrato mentale – è il primo sconsiderato attacco stile Osvaldo Agresti – che non ne azzecca una manco a fortuna facendo l’ennesima figura meschina. Devo ammettere che l’immaturità politica di alcuni la fa da padrone in questo paese da almeno tre amministrazioni, conflitti personali e di potere che poco hanno a che fare con il bene della popolazione, rimpasti e litigi che siamo stati purtroppo abituati a vedere ad ogni tornata amministrativa. Ricordo – aggiunge Agresti senza però trovarne la motivazione politica a tal riguardo – la cacciata del vicesindaco Paola Soscia nella scorsa amministrazione, i litigi furiosi tra Ciccarelli e Sinapi, il ritiro delle deleghe ed estromissione dall’assessorato a Salvatore Ciccone. La storia si ripete, cosa scontata quando per arrivare al potere si accetta di tutto in periodo pre elettorale per poi ritrovarsi fratelli coltelli dopo ma mai avrei pensato di assistere ad una compravendita di consiglieri nel miglior stile berlusconiano” .
Osvaldo Agresti rivela che il sindaco Giovanni , “zio di mia moglie”, gli avrebbe prospettato una convergenza programatica per approdare in maggioranza. “Sono costretto a declinare la proposta – ha fatto sapere l’esponente del M5S – Malgrado consideri un atto vile la congiura ordita dall’unione di una parte della maggioranza di destra con parte dell’opposizione (chiaro riferimento alla lista “Itri Facciamo Futuro” capeggiata dall’ex sindaco Antonio Fargiorgio – oramai sancita da un vero e proprio patto di sangue elettorale. Non posso condividere le linee programmatiche progressiste a cui abbiamo dato tutto con parti della maggioranza che sono sempre state completamente avverse alla nostra visione di paese e parlo di Forza Italia e Lega. Lo facciamo senza astio verso il Sindaco, anzi, non ci presteremo ad atti di irresponsabilità amministrativa pur continuando a fare quella opposizione sui temi che abbiamo sempre portato avanti, anche con il Consigliere De Santis, con coraggio e testardaggine”.
Osvaldo Agresti rimane all’opposizione (vi rimarrà anche il collega eletto Giuseppe De Santis?) ma annuncia che al momento non ha alcuna intenzione di permettere per la terza volta consecutiva del commissario Prefettizio: “Politicamente non ha senso far cadere un’mministrazione senza che vi sia una alternativa politica progressista che, malgrado gli enormi e non semplici sforzi fatti solo dal sottoscritto, non hanno trovato sponda per patti che alcuni teorici progressisti hanno già sottoscritto con l’ex sindaco Antonio Fargiorgio, cioè con le destre. Continuerò a fare il mio dovere per la cittadinanza, responsabilmente e senza partecipare a questo ignobile mercato delle vacche a cui abbiamo dovuto assistere” – ha concluso Osvaldo Agresti
Le turbolenti vicende politico amministrative itrane hanno avuto un’eco anche a….Castelforte dopo la severa posizione del consigliere regionale e vice coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Enrico Tiero che, censurando l’allontanamento della delegazione di Fdi dalla Giunta del comune è nata e ha sempre fatto politica il neo assessore e consigliera regionale Elena Palazzo, aveva espresso la sua solidarietà “verso gli amici (naturalmente di Fdi) di Gaeta e di Itri”. Se non bastava la solidarietà di Enrico Tiero è arrivata quella del coordinatore di Fdi del comune di cui è originaria la famigia Tiero, Castelforte per l’appunto.
Saverio Falso ha ripetuto in una nota la stessa filosofia pensiero del neo consigliere regionale Tiero:”Durante la campagna elettorale per le elezioni del Consiglio Regionale Lazio, nel Comune di Gaeta venne sollevato l’Assessorato a Fratelli d’Italia e subito dopo l’elezione del Vicesindaco di Itri (Elena Palazzo) a Consigliere Regionale del Lazio, il dindaco di Itri – scrive Falso – dimenticò che la sua elezione fu determinata dai voti di Fratelli d’Italia. Agresti assunse un rapporto ostile nei confronti dei Consiglieri di Fratelli d’Italia arrivando oggi a fare una nuova Giunta senza di loro. Una volta per la distribuzione delle responsabilità (si chiamano in parole assai povere incarici, per di più lautamente retribuiti) si teneva conto della logica fredda dei numeri e del manuale Cencelli – ammette Saverio Falso – Noi di Fratelli d’Italia prima eravamo considerati “figli di un Dio minore” perché in percentuale eravamo l’ultimo Partito della coalizione del centro-destra. Oggi che siamo il primo partito a livello nazionale, regionale e Provinciale continuiamo ad essere considerati “figli di un Dio minore”.
Fermo restando che questa non è una responsabilità da attribuire al sindaco Agresti, a Forza Italia, a chicchessia semmai agli stessi Fdi, il coordinatore comunale di Castelforte conclude il suo importante intervento auspicando “un intervento politico unito di Fratelli d’Italia a tutti i livelli, per sanare le questioni politiche dei Comuni di Gaeta e di Itri e non dimenticare anche chi ha contribuito alla vittoria di Fratelli d’Italia”.
Peccato che Saverio Falso nella sua forzata e richiesta esternazione il suo messaggio “urbi et orbi” lo espliciti alla fine della sua nota…invocando ”un intervento politico unito di Fratelli d’Italia a tutti i livelli”. Peccato che per la cacciata di Fdi nei comuni di Gaeta (gennaio 2023) e di Itri (24 luglio scorso) sono già intervenuti tutti, “a tutti i livelli”. All’appello manca solo Giorgia Meloni. Mai dire mai.