SUD PONTINO – A distanza di una settimana ha conosciuto questa mattina un’altra importante svolta la meticolosa inchiesta dei Carabinieri della Compagnia di Formia che, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Cassino, avevano smantellato, nell’ambito dell’operazione anti droga “Anargiri 2” , un’organizzazione specializzata, nello spaccio di sostanze stupefacenti nonché di porto di armi comuni da sparo illegalmente detenute.
Come avevano promesso i Carabinieri hanno continuato una meticolosa attività di monitoraggio nei confronti di alcuni dei 17 indagati, sei dei quali destinatari di provvedimenti restrittivi disposti dal Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce, due agli arresti domiciliari, tre con il divieto di dimora e otto con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Giuseppe Sola, di 59 anni, ed il figlio 23enne Carmine, non avevano alcuna limitazione alla propria libertà tranne che quello di presentarsi tre giorni la settimana alla polizia giudiziaria. Nello specifico, questa mattina poco dopo le sette, Giuseppe Sola ha subito una perquisizione presso la sua abitazione in via Porto Galeo, nelle campagne di Santi Cosma e Damiano. L’uomo, in passato componente della fazione “Mendico-Antinozzi” a sua volta collegata al clan dei Casalesi, era stato arrestato proprio nell’ambito delle operazioni anti camorra “Anni Novanta” e “Anni Duemila” per la quale lo scorso dicembre era stato condannato a due anni di reclusione.
Sola senior è finito di nuovo manette dopo che i Carabinieri delle Stazioni di Scauri e di San Cosma e Damiano hanno rinvenuto, celati in un terreno attiguo alla sua abitazione, 150 grammi di cocaina, due chilogrammi di hashish ed un fucile a canne mozze. In sede di perquisizione domiciliare il suo legale difensore, l’avvocato Enrico Mastantuono, ha chiesto ed ottenuto dal magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Alfredo Mattei, la concessione degli arresti domiciliari in attesa dello svolgimento dell’interrogatorio di convalida in programma tra le giornate di mercoledì e giovedì davanti il Gip Di Croce.
Questo adempimento la scorsa settimana aveva portato bene a sei delle persone finite in carcere. Ivano e Roberto Bonificio, padre e figlio di 56 e 35 anni, che, inizialmente destinatari di due provvedimenti cautelari ai domiciliari, erano stati arrestati dopo che i Carabinieri avevano rinvenuto 700 grammi di hashish occultati in un motore di un’auto oltre che un bilancino di precisione e quasi 1000 euro in contanti. I due, difesi dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Pasqualino Santamaria, avevano dimostrato la loro estraneità al possesso della sostanza stupefacente nel corso dell’interrogatorio di convalida davanti il Gip Alessandra Casinelli beneficiando degli arresti domiciliari.
Erano rimaste in carcere invece le altre quattro persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi: Italo Laracca, di 40 anni (difeso dall’avvocato Gianni Bove), Adolfo Pandolfo di 30 anni (avvocato Enrico Mastantuono), Angelo Tancredi, di 41 anni (avvocato Massimo Signore) e Mario Vozzolo, di 47 anni (avvocati Enrico Mastantuono e Antonio Miraglia). I rispettivi legali hanno preannunciato la presentazione subito dopo la pausa ferragostana di altrettanti ricorsi al Riesame contro il provvedimento cautelare emesso la scorsa settimana dal Gip Di Croce.