ITRI – Il sindaco di Itri Giovanni Agresti ha deciso: ha convocato per giovedì pomeriggio la delegazione di Forza Italia ed il consigliere comunale di opposizione Giuseppe De Santis per definire insieme quello che sarà il prossimo volto della Giunta municipale. Il primo cittadino vuole concretizzare il suo proposito di assegnare le deleghe all’urbanistica (al momento nella disponibilità del capo dell’amministrazione comunale aurunca) e ai Lavori Pubblici (ad appannaggio dell’attuale vice sindaco Giuseppe Cece) con coloro che hanno evitato il tracollo del suo quarto mandato in seguito al fallito golpe di Fratelli d’Italia con la decisione di dare forfait al consiglio comunale del 24 luglio sull’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio.
L’incontro di giovedì pomeriggio si preannuncia molto delicato per diversi motivi. Innanzitutto l’ex sindaco De Santis deve formalizzare la sua richiesta di sostenere la maggioranza Agresti e, con essa, la decisione di entrare in Giunta e accettare la delega all’urbanistica propostagli da tempo dal sindaco di Itri. Forza Italia deve decidere invece chi la rappresenterà in Giunta (la consigliera comunale e provinciale Serena Ciccarelli per rispettare la quota rosa è la più accreditata a sostituire Alessia Mancini di Fdi) anche se non si esclude una nomina assessorile per l’altro consigliere comunale azzurro Andrea Di Biase o per l’attiva coordinatrice comunale Donatella Del Bove.
Il sindaco Agresti non vuole nominare soltanto due assessori. Intende ridistribuire le deleghe ritirate al consigliere Fdi Simone Di Mascolo e quelle che auspica dal presidente del consiglio comunale Salvatore Ciccone, componente dello staff in Regione del neo assessore e assessore regionale di Fdi Elena Palazzo.
Se l’incontro del sindaco Agresti è stato rinviato a subito dopo ferragosto una ragione forse deriva da un imprevisto faccia a faccia avuto lunedì mattina dal primo cittadino con il presidente d’aula. Sicuramente inviato dall’onorevole Palazzo, l’avvocato Ciccone ha prospettato al sindaco una “pace armata” con Fratelli d’Italia che, “nonostante tu possa pensarla diversamente, fa parte della maggioranza che ha contribuito ad eleggerti il 3 ed il 4 ottobre 2021”. La missione di Ciccone quale estrema ratio (dell’assessora Palazzo) per impedire l’ingresso in Giunta dell’odiata Forza Italia? Probabilmente sì anche se il sindaco Agresti sembra avere le idee molto chiare: “Fratelli d’Italia dice di essere in maggioranza? – si è interrogato – E chi dice il contrario? Soprattutto lo dimostri con i fatti in consiglio comunale piuttosto che permettere la vergognosa conclusione anticipata della consiliatura”. Tradotto, Fdi non sarà esclusa dalla maggioranza consiliare ma “almeno per il momento” non potrà ambire a posti e scelte di governo. Dopo il fallito scioglimento del consiglio comunale per Fdi si prospetta ad Itri l’inizio di una stagione “a pane ed acqua” quando il partito di Giorgia Meloni governa l’Italia e la regione
Dalle minoranze, dopo la decisione del consigliere M5S Osvaldo Agresti di “non muoversi dal posto che beatamente occupa”, arriva il siluro terra aria del gruppo di Itri ‘Facciamo Futuro’. “Avevamo pensato sinora che l’attuale maggioranza di governo cittadino fosse semplicemente silente o inerte. Dobbiamo ricrederci, questa maggioranza è addirittura assente. E non ci riferiamo semplicemente ai numeri che non sono più quelli usciti dalle urne del 3 e 4 ottobre 2021 e che rendono l’attuale compagine che governa Itri una sorta di simulacro, che per cercare di resistere dovrà necessariamente guardare altrove, a qualcuno che, fino ad oggi, siede (almeno ufficialmente) tra i banchi dell’opposizione. E quel qualcuno non siamo certamente noi – ammoniscono l’ex sindaco Antonio Fargiorgio e le consiglieri comunali Tiziana Ialongo e Vittoria Maggiarra – Abbiamo a viva voce detto nel corso del consiglio comunale del 24 luglio scorso che noi siamo e restiamo all’opposizione e non parteciperemo al valzer delle poltrone. La maggioranza che nascerà grazie agli altrui appoggi benevoli (assenze calcolate, astensioni…), sarà comunque una maggioranza che non farà il bene di Itri, che non avrà a cuore Itri. Noi continueremo nel nostro ruolo di opposizione e non faremo sconti a nessuno”.
Per il principale gruppo di opposizione “questa maggioranza non esiste più non soltanto nei numeri, è da sempre assente anche sui grandi temi posti dalla cittadinanza. Anziché far ripartire Itri come aveva promesso e vagheggiato, l’ha rispedita indietro di decenni, con una politica volta a favorire parenti ed amici, ad aumentare prebende ed indennità in favore di assessori e delegati vari, senza mai intercettare le reali esigenze della cittadinanza. E soprattutto senza mai esternare una visione a medio e lungo termine, proiettata verso il futuro della nostra cittadina. In oltre 22 mesi si è preoccupata soltanto di demonizzare l’avversario ritenuto più pericoloso, l’ex sindaco Fargiorgio, cercando di colpirlo con richieste risarcitorie per la vicenda afferente al Giudice di Pace di Gaeta, oppure denunciandolo per la questione dei reperti archeologici di cui tutti sembrava ignorassero l’esistenza. Attacchi caduti nel nulla perché infondati, pretestuosi e sotto diversi profili calunniatori. Tutta questa pervicacia la maggioranza non l’ha utilizzata per affrontare problemi che restano sul tavolo, irrisolti, come la vicenda dei pozzi privati ad esempio.
Nonostante le tante promesse e rassicurazioni da parte del Sindaco, più volte sollecitato dal nostro gruppo consiliare, non è stato avviato alcun tavolo tecnico con gli Enti sovraordinati e migliaia di Itrani attendono ancora di vedere soddisfatte le proprie giuste istanze. E che dire dei cittadini coinvolti negli eventi franosi del 3 e 4 novembre 2021? Anch’essi attendono risposte ed interventi di cui non si vede ancora l’attuazione e, in occasione di una futura allerta meteo, saranno nuovamente costretti ad abbandonare la loro casa. Un’intera zona di Itri è da oltre 21 mesi al buio, ma pare che a nessuno degli amministratori attuali ciò importi qualcosa. A novembre del 2022 fu detto, pubblicamente, che i lavori sarebbero iniziati alla fine di quel mese; invece, siamo ad agosto 2023 e non si sa se e quando essi avranno inizio. Lo zero assoluto che tocca registrare sui lavori pubblici è a dir poco imbarazzante; la videosorveglianza varata dall’amministrazione Fargiorgio non è stata ultimata, né si vedono per così dire lavori in corso. E pure per essa il Comune, e quindi i cittadini, paga da tre anni gli interessi di un mutuo appositamente acceso per dotare finalmente Itri di un sistema di forte impatto in termini di sicurezza. Il sistema della pubblica illuminazione del centro storico, frutto di un progetto condiviso con i cittadini interessati, è ancora misteriosamente al palo ed anche lì non si vede…luce. Via Edera, il cui degrado è sotto gli occhi di tutti: in attesa di un finanziamento regionale rimasto nel limbo era stata prevista la contrattazione di un mutuo che consentisse di recuperare un’area da tempo immemorabile abbandonata e che con l’amministrazione Agresti continua ad essere tale.
Per non parlare delle strade urbane ed extraurbane dissestate, della mancata pulizia del paese, della mancanza di progettualità da parte di chi aveva promesso di inondarci con progetti finanziati con i fondi del PNRR. La “piazza”, deturpata con un sistema illuminante che non si vede neanche nei più squallidi parcheggi delle 13 periferie delle metropoli, dovrebbe essere il biglietto da visita del paese per chi vi giunge e per questo abbiamo suggerito di riaprire i locali precedentemente destinati a bar, ormai tristemente chiusi da oltre un anno, e farne il centro pulsante delle attività culturali itrane. Anche su questo un silenzio assordante. Noi non abbiamo visto niente! I progetti non sono stati probabilmente mai redatti, con la conseguenza che – aggiungono Fargiorgio, Ialongo e Maggiarra – i tanti soldi che dovevano arrivare hanno preso strade diverse da Itri È evidente che la classe politica che attualmente ci governa sia inetta ed inidonea. A viva voce le chiediamo perciò di “liberare Itri” dalla loro incapacità, farebbero una gran cortesia all’intera cittadinanza, stanca di certi giochi di potere, propri di un’epoca che pensavamo fosse oramai superata.
Nascondersi dietro la motivazione che il ritorno di un Commissario prefettizio sarebbe deleterio, ci pare alquanto pretestuoso. Delle due l’una, infatti: o la maggioranza ha i numeri per governare senza bisogno di ricorrere ad aiuti esterni (si tratterebbe altrimenti, in quel caso, di una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne e quindi concreterebbe una violazione del patto con gli elettori), oppure deve dimettersi, rimettendo la parola ai cittadini. Non a soggetti qualunque, si badi bene, ma a quel popolo la cui sovranità è sancita e garantita dalla stessa Costituzione. Il resto sono soltanto chiacchiere come sono chiacchiere quelle relative ad un presunto accordo con Elena Palazzo: strategie poste in essere per alimentare giochi di potere ai quali non partecipiamo, né parteciperemo mai. Ed infatti siamo l’unico gruppo consiliare a non essere stato interessato in questo giro di consultazioni e riflessioni istituzionali avviato dal Sindaco”.