GAETA – Dopo il danno anche la beffa. Lo Stato e, più precisamente il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, vuole commissariare, sostituendo di fatto il consiglio di amministrazione, la cooperativa “Mila” che, pur avendo sede legale a Formia, è molto attiva a Gaeta nel settore degli interventi di edilizia residenziale pubblica. A sollecitare la proposta di commissariamento sono state le ispettrici Margherita Di Lorenzo e Maria Antonietta Conte al termine di una visita ispettiva commissionata niente meno che dal Ministro Adolfo Urso dopo la bufera giudiziaria che aveva investito la cooperativa edilizia gaetana.
Il 24 marzo scorso il Tribunale di Cassino – le motivazioni delle sentenza sono state depositate il 21 giugno scorso – aveva condannato rispettivamente a due e ad un anno di reclusione l’ex presidente della coop Almerindo Norcia e la sua ex “vice” Claudia Guarnacco per essersi appropriati della somma di 408mila e 990 euro ai danni della cooperativa di cui erano i vertici apicali. Il Tribunale di Cassino aveva accolto la tesi accusatoria della locale Procura che, rappresentata dal sostituto Procuratore Alfredo Mattei, lamentava la circostanza in base alla quale questa distrazione di fondi sarebbe stata compiuta – e l’ha accertato il gruppo di Formia della Guardia di Finanza – per saldare debiti personali contratti nel quadriennio 2013-2017 e per affidare una consulenza ad una società compiacente.
Se il Tribunale di Cassino aveva sentenziato un risarcimento danni al favore della “Mila” con una provvisionale di 50mila euro e con il pagamento di tutte le spese legali e processuali, ora come una doccia fredda è arrivata la richiesta di commissariamento della coop che il suo neo presidente Erasmo Valente – lo stesso che aveva chiesto l’intervento della Procura attraverso un esposto alle Fiamme Gialle definisce ora “un’ingiusta provocazione”. Valente non ha assolutamente condiviso questa richiesta di commissariamento della “Mila” – avanzata da un’ex socia, nonché nuora di Almerindo Norcia – per la quale insieme al nuovo Cda – fa sapere attraverso il legale di parte civile, l’avvocato Claudia Magliuzzi – ha operato “gratuitamente per risollevare le sorti della stessa cooperativa e combattere i comportamenti illeciti riscontrati nella gestione dell’ex consiglio d’amministrazione”.
In effetti le due Ispettrici inviate dal Ministro Urso hanno richiesto la nomina di un Commissario Governativo che si sostituisca al Consiglio di Amministrazione regolarmente in carica “per trovare risoluzioni di tipo transattivo che allo stato degli accertamenti, non risultano probabili tenuto conto della conflittualità consolidatasi tra le parti, con indubbio beneficio di riduzione delle spese legali”. In sostanza, le Ispettrici del Ministero hanno proposto la cessazione delle cause in corso giustificandolo (formalmente) con un eccesso di spese legali che graverebbe sui conti della cooperativa “senza aver minimamente controllato la documentazione sociale e contabile”. Infatti, dal Bilancio del 2022 regolarmente approvato, risulta che i soci hanno speso per la gestione delle cause circa 330 euro ciascuno: “La cosa ancor più paradossale sta nel fatto che, per l’anno 2023, non sono stati richiesti versamenti ai Soci – hanno tenuto a precisare il presidente Valente e l’avvocato Magliuzzi – in quanto con gli introiti degli acconti delle prime cause vinte, tutte le spese del 2023 e degli anni a venire saranno coperte. Questa motivazione ci lascia, pertanto, perplessi: chi è che veramente trarrebbe vantaggio da una soluzione transattiva dei procedimenti in corso diretti, per la maggior parte dei casi, a fermare comportamenti fraudolenti riscontrati nella vecchia gestione? E, ancora, tali contenziosi impediscono alla Cooperativa di ben operare? Accertamento a cui un’ispezione dovrebbe tendere”.
L’arrivo di un Commissario Governativo costerebbe alla cooperativa “Mila” centinaia di migliaia di euro tra i suoi compensi e quelli spettanti ai consulenti che vorrà nominare, oltre ai costi che potrebbero derivare da un’ipotetica “sua definizione delle vertenze giudiziarie in corso”. “Non si capisce per quale motivo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy – osservano il presidente Valente e l’avvocato Magliuzzi – debba intervenire nella gestione della Cooperativa per scopi estranei alle finalità ispettive tipiche di questo controllo (ovvero la verifica del regolare funzionamento della Cooperativa e dei suoi organi assembleari) e impedire ai Soci truffati di ottenere giustizia contro gli ex amministratori infedeli ed eventuali loro complici; una cosa è certa: con il Commissariamento della Cooperativa i Soci si vedrebbero truffati una seconda volta, a vantaggio di chi?”
Questa controversia ebbe inizio nel febbraio del 2018 quando il dottor Erasmo Valente, da poco nominato Consigliere di Amministrazione della “Mila”, presentò una denuncia alla Guardia di Finanza di Formiaper le presunte condotte illecite dell’allora presidente Norcia. Nel maggio successivo scattarono le indagini delle Fiamme Gialle ed arrivarono le dimissioni del Presidente Norcia. Il nuovo Consiglio di Amministrazione entròl in carica il mese successivo e si trovò già con una procedura di Commissariamento in corso. Intanto, i conti bancari erano stati svuotati e i creditori sollecitarono pagamenti scaduti per circa un milione di euro.
“Ci siamo trovati di fronte ad una montagna da scalare – prosegue Valente – senza nemmeno avere la documentazione e le registrazioni contabili; con il nostro lavoro e la nostra vita da portare avanti, ma sapevamo che erano in gioco tutti i nostri risparmi che avevano consegnato alla Mila per costruire le case nelle quali speravamo di andare ad abitare un giorno”.
Da questa situazione la coop ne uscì con successo evitando il Commissariamento, completando i lavori dei trentaquattro alloggi in costruzione, attingendo ad un nuovo mutuo bancario ed assegnando gli alloggi in proprietà a tutti i soci in regola con i pagamenti.
“Ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo coinvolto nella gestione tutti soci, come dovrebbe essere di norma nelle Cooperative, trovando fin da subito il pieno supporto di quasi tutti – aggiunge il dottor Valente – Una volta entrati in possesso della documentazione contabile, abbiamo avviato un’azione di responsabilità civile nei confronti del ex Presidente Norcia Almerindo presso il Tribunale delle Imprese di Roma”.
Nel frattempo, con la conclusione delle indagini da parte della Guardia di Finanza, il vecchio Consiglio di Amministrazione venne rinviato a giudizio sino al deposito lo scorso giugno della sentenza di Condanna al termine del processo di primo grado. “Da quando è stato escluso dal Cda – rivela Valente – l’ex Presidente ha cercato di ostacolare il corretto funzionamento della cooperativa avviando una serie di Procedimenti Giudiziari, sia direttamente che indirettamente. La condanna penale ha confermato la condotta dell’ex Presidente e della sua Vice iniziando a risarcire in minima parte la Cooperativa. Ora attendiamo l’esito delle cause civili per la quantificazione ed il risarcimento dei danni subiti così finalmente i soci della “Mila”, potranno ottenere giustizia e recuperare almeno in parte quanto dagli ex Amministratori illecitamente sottratto”.
Le aspettative e le volontà degli stessi soci rischiano di essere compromesse “dall’anomala richiesta” delle Ispettrici del Ministero dell’Impresa e del Made in Italy Di Lorenzo e Conte “di esautorare il Consiglio di Amministrazione e sostituirlo con un Commissario Governativo che, a parer loro, dovrebbe essere nominato al solo scopo di trovare risoluzioni di tipo transattivo ai contenziosi in corso”. In sostanza, le ispettrici giustificano questa proposta, sulla necessità di chiudere i procedimenti giudiziari pendenti prima che possa essere fatta giustizia nelle sedi opportune e definito il risarcimento dei danni spettante alla “Mila”, con evidente sfavore per i soci della cooperativa e vantaggio proprio di Norcia e Guarnaccio!
Questa attività ispettiva è la seconda dopo quella chiusa nel 2019 e ha permesso di esaminare tutta l’attività svolta dal Consiglio di Amministrazione e dall’Assemblea dei Soci. “Anziché apprezzare l’enorme lavoro svolto per affrontare e risolvere i problemi lasciati dalla vecchia gestione e piuttosto che procedere esclusivamente con l’accertamento della sussistenza dei requisiti mutualistici e corretto funzionamento della Cooperativa – rincara le dose il presidente Erasmo Valente – le due ispettrici ministeriali si sono concentrate dapprima sullo Statuto Sociale, lo stesso che era modificato e approvato nel 2018 seguendo le istruzioni dei loro colleghi che hanno effettuato l’Ispezione precedente. Le ispettrici hanno espresso giudizi di merito sulle cause giudiziarie pendenti dando precise indicazioni su come risolverle, mutuate dalle deduzioni avverse alla cooperativa”.
In particolare, si sono concentrate sul riparto dei costi di costruzione e, nonostante il Tribunale delle Imprese di Roma abbia espresso la sua approvazione per il corretto metodo di calcolo utilizzato (l’azione promossa dalla nuora dell’ex Presidente Norcia è stata rigettata), “le ispettrici cercano di imporre un loro metodo di calcolo che andrebbe a beneficio proprio dei soli e (pochi) soci ricorrenti (tra cui capeggia la nuora del Norcia) a fronte della maggioranza deliberante nonché adempiente alle obbligazioni sociali”.
Poiché il Consiglio di Amministrazione della “Mila” aveva ritenuto di operare in conformità alla normativa di settore e a quanto deliberato dall’assemblea dei soci all’unanimità, le ispettrici Di Lorenzo e Conte hanno proposto la nomina di un Commissario Governativo che adempia alle loro richieste giustificando ciò sul presupposto, confutato dal bilancio di esercizio regolarmente approvato, che la gestione dell’attuale Cda “comporta ingenti costi per la Cooperativa. Proprio quello che invece accadrebbe con la nomina di un Commissario Governativo che farebbe crescere i costi di centinaia di migliaia di euro”.
“A questo punto, viene da chiedersi – si interroga l’avvocato Claudia Magliuzzi – se chiudere le cause pendenti convenga effettivamente alla Mila o piuttosto agli ex amministratori che già sono stati condannati in sede penale e in attesa della definizione del giudizio civile che stabilirà l’ammontare del risarcimento o, ancora, a quei pochi soci morosi che trarrebbero senza dubbio vantaggio da un cambiamento nella guida della Cooperativa? Ma quale dovrebbe essere, in realtà, la finalità ispettiva del Ministero delle Imprese e del Made in Italy se non la verifica del regolare funzionamento della Cooperativa? “
“Da un’attenta analisi della documentazione contabile e sociale, nonostante i contenziosi, la cooperativa “Mila” funziona a costi molto contenuti e con le sue denunce sta facendo emergere una realtà, di cui la stessa nostra coop non è l’unico caso – conclude amareggiato il presidente Valente – La forma della Società Cooperativa gode di alcune agevolazioni proprio perché senza fine di lucro ma sono numerosi i casi in cui viene utilizzata da alcuni soggetti proprio per trarre profitto a danno dei Soci. E’ su queste realtà che il Ministero dovrebbe concentrare la propria attività ispettiva”.