FORMIA – “Le cose che penso dal 4 luglio scorso le dirò nei prossimi giorni nel corso di una conferenza stampa. Al momento voglio soltanto rinnovare i miei sentimenti di gratitudine nei confronti dei miei legali, gli avvocati Vincenzo e Matteo Macari, che nel corso di questa inutile ma sofferente via crucis processuale non mi hanno fatto mancare il loro sostegno. L’attesa è stata lunga ma ci ha visto uscire tutti insieme da un incubo che non è iniziato con quella nomina effettuata il 24 luglio 2020 ma dal giorno in cui chi, accecato dalla rabbia per aver perso le elezioni amministrative il 24 giugno di due anni prima, presentò una querela contro il mio operato. Che dire? Il firmatario di quell’esposto ha perso due volte…” E’ il netto, velenoso e preciso commento dell’ex sindaco di Formia Paola Villa dopo il deposito delle motivazioni in questi giorni con cui il Gup del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, il 4 luglio scorso, al termine di una lunga e laboriosa indagine preliminare, ha prosciolto con formula piena perché “il fatto non sussiste” l’ex primo cittadino, il suo capo di gabinetto, l’ex segretario e direttore generale del comune Mario Taglialatela e l’attuale dirigente dell’area finanziaria dell’ente Daniele Rossi relativamente alla nomina avvenuta, appunto, il 24 luglio di tre anni fa dell’avvocato Taglialatela a capo di gabinetto dell’allora sindaco di Formia.
Nelle motivazioni del proscioglimento il Gup Di Croce ridimensiona platealmente il castello accusatorio della Procura di Cassino e del sostituto procuratore Alfredo Mattei sostenendo la legittimità della nomina di Taglialatela che, conforme alla normativa vigente e suffragata da diverse sentenze della Corte di Cassazione, è costata soltanto 8000 euro facendo risparmiare al comune “ben 40mila euro”. Villa, Taglialatela e Rossi erano sotto processo con le ipotesi di reato di abuso d’ufficio e falso ideologico e nelle sue motivazioni il Gup Di Croce, contrariamente a quanto denunciato dal firmatario dell’esposto, l’ex candidato a sindaco del centro destra e attuale presidente del consiglio comunale di Formia (Fratelli d’Italia) e consigliere provinciale Pasquale Cardillo Cupo, l’avvocato Taglialatela poteva benissimo essere investito dell’incarico di componente dello segreteria particolare dell’allora sindaco di Formia nonostante – come denunciato dal penalista di Fdi – fosse da anni in congedo.
Andando in pensione, l’ex segretario generale era diventato incompatibile – da qui la doppia accusa di concorso e falso per Taglialatela – e poi perché l’alto dirigente mondragonese di nascita ma formiano d’adozione era stato inquadrato con un livello funzionale, economico e contrattuale, inferiore, rispetto alla norma. Con le sue motivazioni nel provvedimento di proscioglimento di Villa, Taglialatela (difeso dall’avvocato Luca Scipione) e Rossi (avvocato Fabio Padovani) il Gup Di Croce si sofferma molto sul risparmio procurato al comune di Formia con la nomina di Taglialatela che per l’avvocato Cardillo era al centro di un accordo politico elettorale circa un sostegno garantito dall’ex segretario generale alla sfida della professoressa di scienze naturali nel vittorioso ballottaggio del 24 giugno 2018 ai danni dell’avvocato… Cardillo Cupo.
Se per l’ex primo cittadino civico questa è stata “una pura fantasia”, la sua difesa ha sempre sostenuto – ed è un’interpretazione per certi versi condivisa dal Gup Di Croce nelle sue motivazioni della sentenza di proscioglimento – che avrebbe potuto nominare un più costoso city manager ma “eravamo agli inizi dell’emergenza pandemica ma i veri problemi erano altri, compreso quello di dar concretezza ad un piano di rientro rispetto ai debiti ereditati dalle passate amministrazioni”.
In questa storia tutta formiana, condita da veleni, gelosie e invidie, un ruolo importantissimo l’ha svolto il segretario generale nominato subito dopo la vittoria elettorale dal neo sindaco Villa, l’avvocato Alessandro Izzi. I rapporti tra i due sono stati ottimi sino al 24 luglio 2020: la nomina del segretario Taglialatela fu indigesta all’avvocato Izzi che prese le distanze sia nella fase di elaborazione del decreto che chiedendo al Gruppo di Formia della Guardia di Finanza di aprire un’inchiesta per danno erariale. E i risultati della magistratura contabile ci sono stati rispetto a quelli del Tribunale penale di Cassino. La sezione giurisdizionale per il Lazio – presidente Tommaso Miele, consiglieri Anna Bombino e Giuseppe Di Benedetto – con la sentenza numero 84 dell’8 febbraio scorso (la camera di consiglio c’era stata il 13 ottobre 2022) aveva condannato due dei tre indagati.
Se il dirigente Rossi aveva scelto una sorta di rito abbreviato optando per una sanzione di poco meno di 300 euro, Mario Taglialatela e Paola Villa erano stati condannati al pagamento rispettivamente di 4240,158 euro e di 2120,079 euro, comprensivi di rivalutazione monetaria e interessi legali, che non risultò altro che l’importo totale delle indennità che percepì Taglialatela dal 24 luglio al 28 dicembre 2021 giorno in cui la consiliatura di Paola Villa drammaticamente terminò per lo scoglio mai superato della mancata approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio. I giudici contabili nella 38 pagine della loro sentenza parlarono “di macroscopica negligenza; di volontarietà della condotta colpevole; di falso nelle dichiarazioni”. Insomma di tutto e di più.
“Una richiesta di risarcimento a favore dei nostri assistiti? – hanno dichiarato gli avvocati Luca Scipione e Vincenzo Macari- E’ presto per dirlo ma molte cose in questa vicenda non quadrano”. C’è stato un tentativo, non riuscito, approfittando della nomina di Mario Taglialatela, di tentare di espellere dalla politica formiana (e dal consiglio comunale?) la scomoda professoressa Villa con un’eventuale condanna secondo quanto prevede la legge Severino? La situazione, alla fine, è sfuggita di mano a chi e a coloro che avrebbero dovuto gestirla? Forse sarà questo il tema della conferenza stampa che ha annunciato l’ex sindaco Villa che si sofferma ora sull’assunzione di un posto, a tempo pieno e indeterminato, di istruttore direttivo di vigilanza per la polizia municipale di Formia. L’11 ottobre 2022 venne pubblicato da parte del Comune di Formia, sul numero 8 della Gazzetta ufficiale, il concorso pubblico per titoli ed esami per un posto a tempo pieno e indeterminato di istruttore direttivo di vigilanza di categoria D. La scadenza della presentazione delle domande ci fu il 10 novembre 2022 e il bando previde una prova preselettiva, una scritta, una orale e una pratica, “tutto per arrivare a una graduatoria della durata di tre anni da cui attingere anche in futuro e anche da altri comuni”.
“A marzo, esattamente il 6 marzo 2023, all’indomani delle elezioni regionali, ” particolare” che non va sottovalutato, con la determina dirigenziale numero 350 viene pubblicato un avviso pubblico di manifestazione di interesse sempre per un istruttore direttivo di vigilanza. Stavolta si puntò a pescare da altre graduatorie di altri comuni, ad esempio, c’è quella graduatoria del vicino comune di San Felice che attende, dove ci sono diversi nomi “illustri” figli di “illustri” che attendono… ma come per il concorso bandito 5 mesi prima, non succede nulla e non se ne sa più nulla”. Ancora Paola Villa: “Si arriva al 17 agosto scorso, quando è stato raggiunto un accordo tra il comune di Formia e quello di Gaeta, entrambi a guida “forzista” rispondenti al feudo di Fondi, ed è stato preso per un ‘”utilizzo temporaneo”, un istruttore direttivo di vigilanza cat.D per 6 ore alla settimana, il dottor Mauro Pimpinella, ex impiegato della provincia, che dopo aver vinto un bando nella vicina regione Campania, viene chiamato a fare il vicecomandante a Gaeta. Tutto questo valzer di delibere, determine e accordi tra enti avviene tra il pensionamento dell’istruttore direttivo della polizia municipale di Formia, tra un comando che ha cambiato già due volte la dirigenza per una fantomatica rotazione dirigenziale, tra vigili che “vanno e vengono” dal comune di Gaeta, in una gestione amministrativa “mercenaria”, come il prestito di 4 unità di vigili urbani dal comune vicino per provare a gestire le due feste patronali formiane. Fino ad arrivare a una vicenda che definire paradossale e inquietante è poco: quella della macchina del caffè espresso usato presso il comando dei vigili urbani di Formia, dove qualche buontempone sembra abbia “aromatizzato” l’acqua per fare il caffè con la propria urina”.
La conclusione politica dell’ex sindaco di Formia, ora consigliere comunale all’opposizione, è impietosa: “Definire “catastrofale”, questa gestione amministrativa del comune da parte ,della giunta targata Taddeo-Cardillo Cupo è forse gentile e carino. Nel frattempo la città viene sommersa da parcheggi selvaggi, alcun controllo dei luoghi della movida, delle spiagge per non parlare della totale assenza dei controlli urbanistici, edilizi e commerciali del settore di vigilanza…una città nel caos assoluto. Ad oggi non sappiamo che fine abbia fatto il concorso del 2022 la manifestazione di interesse del 2023 e… In principio era il caos, ma questa città sembra essere catapultata in una dimensione di non ritorno… nemmeno dal futuro anteriore”, ha concluso l’ex sindaco Villa.