FORMIA – La data c’è. Il 23 settembre prossimo il Tribunale civile di Roma si esprimerà sull’esito della composizione negoziata che, se accolta, permetterà al pastificio Paone di Formia di avere un unico proprietario, non solo lo stabilimento nella zona industriale di Penitro ma anche le due linee di produzioni e, con esse, lo storico logo industriale. A renderlo noto è la Corex, la società di Battipaglia che, dopo essere diventata proprietaria del solo opificio nell’autunno 2019 grazie al concordato preventivo concesso all’epoca dal Tribunale di Cassino alla “Domenico Paone spa”, il 23 marzo scorso ha avviato la procedura per subentrare alla società per azioni, nel frattempo trasformatasi in una srl, per la gestione delle linee di produzione della pasta.
Perchè questa fase transitoria si concluda c’è bisogno di 180 giorni, un termine che – come detto – scadrà tra poco meno di un mese? A gestire sinora positivamente l’accordo tra la penultima società proprietaria del pastificio, quella guidata dal manager italo argentino Octavio Leandro Quentin, e quella salernitana del dottor Salvatore Pisani (da 40 anni specializzata per l’export di prodotti alimentari tipici del “Made in Italy” di qualità) è un luminare italiano dell’economia aziendale, il professor Alberto Dello Strologo, nominato come advisor dalla Camera di commercio della capitale per tentare di dirimere questa controversa crisi aziendale.
Il professor Dello Strologo dovrebbe vidimare un accordo che, finalizzato al passaggio delle consegne dell’intero pastificio formiano, ha già formalizzato un’intesa economica per il subentro della Corex. La società – secondo quanto è trapelato – è orientata a versare nelle casse della “Domenico Paone srl” poco meno di due milioni per l’acquizione delle linee di produzione, di quella di confezionamento della pasta, del logo aziendale per l’assorbimento delle 29 maestranze che hanno smesso di lavorare poco meno di un anno fa, prima per il caro energia e poi per le ristrettezze del mercato e quelle economiche che hanno condizionato l’attività dell’azienda del dottor Quentin. Alcune indiscrezioni dei giorni scorsi hanno trovato un positivo riscontro lunedì mattina.
In attesa del via libera del Tribunale, si sono simbolicamente accese le luci all’interno del sito produttivo di Penitro. Abbiamo avuto la possibilità di riscontrarlo con i nuovi contratti di fornitura sottoscritti nel corso del mese di agosto dalla Corex con il gas (mancava per morosità dal luglio 2022) e l’energia elettrica il cui flusso, sempre per morosità, era stato interrotto lo scorso aprile. In effetti dagli inizi di luglio alcuni addetti della Corex, capitanati da Carmine Aliberti, frequentano ogni giorno il pastificio di Penitro dopo che l’ufficiale giudiziario, nonostante un primo tentativo andato a vuoto, ha eseguito la sentenza della Corte d’Appello per la cessata locazione (della durata di due anni è terminata nell’autunno 2021) ai danni della società, ora una srl, del dottor Quentin.
Le condizioni all’interno del pastificio sono tutto sommate discrete. Se i magazzini sono letteralmente sguarniti e gli uffici abbandonati in fretta ed in furia, le linee di produzione dovrebbero aver bisogno di una leggera manutenzione tecnica prima di tornare ad essere operative. Sono quelle acquistate dalla famiglia Paone 13 anni fa quando il pastificio fu delocalizzato a Penitro da piazza Risorgimento cui si è aggiunto un segmento nuovo che, inserito dal dottor Quentin, è al centro di un contenzioso civilistico perché “non funzionante come avrebbe dovuto”. Il pastificio Paone è tornato a pulsare, non certamente come ai bei tempi, ma senza quell’alone di ruggine e di abbondono che aveva caratterizzato il suo operato negli ultimi due –tre anni. Lo si capisce anche dall’ingresso e dalle sue pertinenze perimetrali che sono state oggetto di interventi come il taglio dell’erba, di bonifica e di disinfestazione.
C’è volontà di tornare a rimboccarsi le maniche e la Corex ha anche formalizzato altri contratti. Uno su tutti riguarda il servizio di vigilanza notturna e festiva che da settimane sta svolgendo la società “Metropool”. Si stanno raccogliendo altri preventivi e uno riguarda l’eliminazione di una copiosa perdita d’acqua piovana che, lo scorso inverno in occasione di un’ondata di maltempo, è arrivata dalla soprastante superstrada Formia-Cassino ad invadere e a danneggiare una parte della superfice della zona di produzione e confezionamento della pasta.
DUE RINUNCE
Il rilancio del pastificio passerà anche attraverso una mini spending review. La Corex ha deciso di non confermare due accordi commerciali che il Octavio Quentin aveva stipulato con la Fai e gli eredi di Diego Armando Maradona. Il vecchio management è stato costretto a versare milionarie royalites per vedere stampati sulle confezioni della pasta di Formia immagini di prestigiosi monumenti italiani e quella del compianto campione argentino di calcio. L’obiettivo al momento è uno soltanto: “Niente voli pindarici ma soltanto rimboccarsi le maniche”.
CAPITOLO OCCUPAZIONE
I vertici della Corex sanno, per primi, che la seconda tranche della cassa integrazione ordinaria concessa per i 29 ex dipendenti del pastificio formiano scadrà il prossimo 31 dicembre. L’ammortizzatore sociale – secondo gli ultimi aggiornamenti – riguarderebbe al massimo 20 persone. Alcune sono andate in pensione, altre no si sono dimesse per trovare nuove sistemazioni lavorative o presso un nascente sito di produzione della pasta artigianale nella stessa area industriale di Penitro. La Corex naturalmente ha avviato una concertazione con le organizzazioni sindacali del settore per il graduale assorbimento delle vecchie maestranze “ma in considerazione del nostro piano industriale”. L’attività produttiva potrebbe riprendere, dopo un prevedibile nulla osta del Tribunale il prossimo 23 settembre, “nel mese di ottobre” e, di conseguenza, chiedere conseguentemente la “cessazione anticipata della cassa integrazione ordinaria già concessa”.
I VOLUMI D’AFFARI
La Corex ha stimato che le linee di produzione del pastificio di Penitro sono in grado di produrre 800 quintali di pasta al giorno. L’azienda salernitana conta di avviare un regime orario di tre turni al giorno, per 24 ore, sabato e domenica esclusi. “Questo nella fase iniziale – ha commentato Aliberti – poi potremmo modificare la turnazione in base alle risposte che ci fornerà il mercato nazionale ed internazionali. Ma siamo convinti che il brand ed il nome Paone sarà un’ottima base per ripartire. Ci avrebbe fatto piacere che il mondo politico istituzionale sostenesse questa sfida. Ma sinora non abbiamo visto davvero nessuno”.
Questa, purtroppo, non è una notizia.
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