FORMIA – “Angelo, pur nella sofferenza fisica, è stato protagonista di un congedo spirituale compiuto davvero in maniera encomiabile e commovente. Quando ha capito che era giunto il momento di lasciare questo mondo con un’invidiabile serenità d’animo, la stessa che ha utilizzato nel suo lavoro, per la crescita della sua famiglia e per il suo impegno a favore del paese e della comunità parrocchiale, ha deciso di confessarsi, di ricevere l’estrema unzione e di prendere, da parte anche di un suo nipote, la comunione. E soprattutto è stato capace di dire Devo andare perché Gesù mi sta aspettando’. E questo il grande testamento che ci lascia a margine di un’esistenza caratterizzata da una sola missione: il donarsi”.
Davanti a queste commoventi parole di don Gennaro Petruccelli la comunità di Maranola, che si è simbolicamente ritrovata nella gremita chiesa dell’Annunziata, ha fatto fatica a trattenere le lacrime in occasione dei funerali di Angelo Riccardelli, l’84enne padre del consigliere comunale Nicola e della professoressa Maria che ha cessato di vivere domenica, presso la sua abitazione di via Rotabile, dopo una lunga lotta contro un male incurabile. Quelli di lunedì sono stati funerali speciali di un “laico esemplare” e la conferma è arrivata da una folla strabocchevole che la chiesa dell’Annunziata (Maranola ha fame di parcheggi da sempre ma il suo sagrato deve essere pedonalizzato dal comune 24 ore al giorno a prescindere dalle funzioni religiose in programma) – come da previsione – non è riuscita a contenere.
E tra tantissimi cittadini comuni c’erano, tra gli altri, il sindaco di Formia Gianluca Taddeo, gli assessori Giovanni Valerio ed Eleonora Zangrillo, il presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo Cupo e tantissimi consiglieri comunali, in carica ed ex. La loro presenza – e l’ha ricordato il parroco durante sua omelia “scevra da riferimenti teologici e filosofici” – è risultata un doveroso “grazie” per le miriadi attività ha svolto Angelo Riccardelli a favore della comunità “lontano dai riflettori”.
“Non ho più capito che se Angelo e Lidia fossero marito e moglie, fratello e sorella o due semplici cittadini – ha aggiunto Don Petruccelli – Erano talmente simbiotici che ci hanno offerto un grande insegnamento in un momento in cui avverto una preoccupante pigrizia per l’impegno”. Questa parte dell’omelia è stata pronunciata da Don Gennaro per ribadire come quest’uomo, nonostante gli impegni familiari, i due figli e un manipolo di nipotini da contribuire “a far crescere”, fosse diventato “un’ombra silenziosa” a supporto della moglie, Lidia, apprezzatissima guida del circolo anziani – tra i più importanti e longevi del territorio del Golfo – di Maranola.
“Angelo stava male e, nonostante ciò, era venuto a scusarsi perché dall’inizio della pandemia non dava più il suo contribuito, come quello, d’un tempo, a supporto del comitato di festeggiamenti in onore di Sant’Antonio da Padova – ha aggiunto il sacerdote – Se fosse stato in vita Monsignor Antonio De Meo gli avrebbe risposto in maranolese Ma la vuoi finire?”. D’altra parte, il suo attivismo associativo, molti anni fa – precisemente nel 1974 – lo aveva vistro protagonista, insieme ad altri, della fondazione dell’associazione “Maranola Nostra” e tra i principali promotori della manifestazione tra le più celebri e antiche d’Italia del “Presepe vivente di Maranola”. Proprio a don Gennaro Petruccelli aveva confindato il grande rammarico che lo coglieva pensando alla cinquantesima edizione alla quale non avrebbe potuto contribuire col sopraggiungere della sua dipartita.
Angelo Riccardelli, grazie alla sua umanità e dolcezza, era anche questo e la sua scomparsa don Gennaro l’ha considerata un campanello d’allarme: “Sì perché davanti a queste perdite non ci sono ricambi da parte dei giovani che, distratti e preoccupati per le vicissitudini derivanti dalla vita, pensano a ragionare con la prima persona singolare”.
Riccardelli da anni (e in maniera discreta) affiancava il suo impegno per gli anziani e per coltivare la sua devozione religiosa a quella dei giovani e (indirettamente) per la politica. Quando i figli Nicola e Maria sono stati tra i primi ad inaugurare una palestra e a promuovere corsi di musica o finanche colonie per i bambini trasformando in montagna una proprietà privata per permettere a tanti adolescenti di trascorrere un periodo di vacanze estive Angelo è stato tra i primi a capire l’importanza di quelle iniziative che avrebbero avuto sì una valenza economica ma anche sociale ed aggregativa.
Angelo Riccardelli in vita faceva ben altro: era un autoferrotranviere, guidava i pullman dell’ex Cotral. La sua tratta preferita era quella, storica, che partiva da piazza Traniello per concludersi presso la stazione ferroviaria di Formia. Ci hanno scritto diversi cittadini di Gaeta, ora apprezzati imprenditori e funzionari pubblici. Agli inizi degli anni settanta erano normali studenti che venivano da Gaeta a Formia per studiare al liceo classico “Vitruvio”, alla ragioneria e al Geometri che all’epoca erano tutt’uno sotto lo stesso nome, “Gaetano Filangieri”.
“Su quei pullman – ricorda Tonino Rossetti – noi studenti di Gaeta stavamo vicino al conducente che poi abbiamo scoperto essere di Maranola. Angelo era diventato il nostro miglior confidente. Ci chiedeva se avessimo studiato e come andavano le nostre famiglie d’appartenenza. Era diventato un secondo nostro papà che ci offriva il solito consiglio, a far bene a scuola perchè in futuro avremmo capito il perché… “.
E come non dargli ragione. Ciao Angelo, a bordo del tuo pullman giallo rubilio tutti sanno dove sei ora.