Formia / Rifondazione Comunista: “Quando il disagio si trasforma in occasione di profitto per gli amici”

FORMIA – “In queste ore difficilissime per il PD travolto dalle indagini di Mafia Capitale, il nostro pensiero non può che andare alle vittime del sistema affaristico-criminale che lo stesso PD ha sostenuto in questi anni e cioè i tanti cittadini che sulla loro pelle vivono il dramma del disagio sociale, che nasce soprattutto da una politica criminale, che ha abbandonato del tutto l’idea della costruzione di uno stato sociale capace di dare risposte ai bisogni dei cittadini”. Lo dice in una nota il circolo “Enzo Simeone” di Rifondazione Comunista.

“Di fatto – prosegue la nota – le nostre città sono disegnati sempre più per rispondere agli interessi della rendita e del profitto, da ricavare soprattutto approfittando del disagio sociale che in questi anni ha colpito le persone, a causa di una crisi devastante per i ceti meno abbienti (con i ricchi che continuano a banchettare).

Eppure le città sono piene di persone che chiedono aiuto, ma a cui spesso viene risposto che non ci sono soldi, soldi che invece vengono dirottati nelle casse degli ‘amici di merende’.

In questi anni abbiamo assistito alla distruzione della sanità, della scuola pubblica, dell’edilizia pubblica, alla privatizzazione dei beni comuni, all’aumento del costo della vita, alla precarietà del mondo del lavoro.

Se poi guardiamo alla nostra città, la situazione è preoccupante. Basti pensare al problema degli affitti e dell’assenza di edilizia pubblica capace di soddisfare i bisogni delle persone.

Negli uffici del Comune di Formia giacciono centinaia di domande di assegnazione di case popolari e molte altre famiglie disagiate non producono neppure istanza di assegnazione, ben sapendo l’inutilità dell’atto, poiché, nei prossimi anni, nella nostra città, non è prevista la costruzione di nessun nuovo alloggio popolare, né oggi né nei prossimi anni.

D’altronde non ci risulta che nella stesura della nuova variante al Piano Regolatore Generale, di cui tanto si favoleggia, siano state individuate le zone di edilizia popolare, condizione essenziale per poter chiedere all’ATER di Latina di costruire nuovi alloggi da destinare ai meno abbienti.

Eppure nella nostra città vivono molte famiglie disperate ed in condizioni di disagio economico, che sono vittime di un mercato degli affitti letteralmente impazzito, a cui però viene risposto che non ci sono i soldi per costruire nuovi alloggi popolari e che rimangano alla mercé di speculatori senza scrupoli.

Per iniziare basterebbe iniziare con un censimento per verificare se, chi abita nelle case popolari sia legittimato o meno a starci, o se vi siano in corso degli abusi, da parte di persone che non vivono in difficoltà economiche e quindi, non avrebbero alcun titolo per beneficiarne; sanando invece quei casi nei quali la necessità ha imposto l’occupazione abusiva degli appartamenti.

All’emergenza abitativa si risponde con un vedremo, un forse, passi domani, siamo in attesa che dalla regione ci facciano sapere.

Da sempre a chi ci governa interessano poco i problemi della gente comune e molto di più invece il continuare a banchettare a nostre spese.

Lo conferma nella nostra provincia la coppia di fatto, Fazzone (FI) e Moscardelli (PD), che – nella peggiore tradizione democristiana – hanno decido di spartirsi equamente, parole di esponenti dell’ex-maggioranza di centrodestra che governava il capoluogo pontino, le due galline dalle uova d’oro.

Il senatore di Fondi continuerà a fare il bello e il cattivo tempo nella gestione del servizio idrico, tenendo vita natural durante i suoi uomini sul ponte di comando di Acqualatina in cambio concederà agli uomini di Moscardelli la possibilità di assaporare il potere, prima volta nella storia, comandando nel capoluogo pontino”.

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