LATINA – Diverse sono state le assenze dei comuni all’assemblea dei sindaci dell’Ato 4 che – come da previsione – ha preso atto della nuova geografia societaria in seno ad Aqualatina. I sindaci presenti, pari al 77%, hanno approvato all’unanimità la vendita, con nove anni di anticipo rispetto alla scadenza del mandato, della quota privata dell’ente gestore ch passa dalla multinazionale francese Veolia ad Italgas, la società leader nel settore che ha sì una struttura privatistica ma è controllata da Cassa Depositi e Prestiti e, dunque, dallo Stato.
I sindaci dei comuni dell’Ato 4 hanno ratificato questo passaggio societario della quota privata dell’ente gestore ma sia che i presenti che gli assenti sono molto preoccupati per quello che potrebbe avvenire il prossimo 18 ottobre. Il Tar del Lazio si pronuncerà sulla consistenza di un ricorso presentato da Acea contro la decisione del 2017 della stessa conferenza dei sindaci che disse di no alla vendita delle quote di Veolia sulla scorta di una precisa richiesta di acquisto formulata dalla municipalizzata capitolina.
Nelle scorse settimana Italgas, invece, ha avuto vita facile, nonostante la mozione presentata dall’ex sindaco di Formia Paola Villa che chiedeva chiarimenti sulle modalità e sui tempi con cui Italgas aveva acquistato il 49% delle quote private di Acqualatina. Ma Acea va avanti. Lo studio legale “Biancadoro-Mirabile” ha chiesto su quanto accaduto a favore di Italgas in una lettera inviata a tutti i sindaci dell’Ato 4, ai Presidenti delle Province di Latina e Frosinone Gerardo Stefanelli e Luca Di Stefano, al Sindaco di Roma Capitale, oltreché a Corte dei Conti, Arera, Antitrust e Anac.
A suo dire i Sindaci sono stati convocati ad operazione ultimata, solo per prendere atto, per l’appunto, dell’avvenuto passaggio. E ricorda – come detto – quanto avvenuto sei anni fa quando gli stessi sindaci dei comuni dell’Ato 4 bocciarono la compravendita, “mentre oggi la ratificano senza neanche un minimo dubbio”. Nel 2016 il parere del professore Alberto Lucarelli rilevava profili di illegittimità della alienazione del socio privato, dunque di Veolia, configurando un’elusione della procedura ad evidenza pubblica: in sostanza, per vendere le quote private, si sarebbe dovuto pubblicare un avviso pubblico.
Tra i requisiti, ricorda Acea, per chiunque avesse voluto acquistare le quote private di Acqualatina Spa, il bando di gara prevedeva una gestione dei servizi dell’acquedotto, fognario e depurativo per almeno 600mila abitanti. Acea fa un ragionamento: noi siamo leader del settore idrico in Italia con 9 milioni di abitanti serviti. Italgas, al contrario, serve solo 29mila clienti. Ma non è finita. A dire di Acea la quota di Veolia sarebbe dovuto passare all’Italgas con un preventivo parere – che non c’è stato – dell’assemblea dei sindaci dell’Ato 4 e non dopo quando il dado è tratto.
L’Anac e l’Antitrust hanno da sempre specificato che un passaggio di quote a un privato in una società costituita per la gestione di un servizio pubblico deve avere un confronto concorrenziale (dunque una gara pubblica). E poi i sindaci dell’Ato 4 giovedì hanno avuto troppo fretta. Secondo Acea non hanno rispettato una diffida della Corte dei Conti che nella giornata di mercoledì 6 settembre chiedeva di ratificare la cessione ad Italgas dopo il pronunciamento del Tar del 18 ottobre.
E invece la diffida è diventata carta straccia e molti sindaci hanno deciso di non prendere parte a questo “frettoloso” voto…