GAETA – “Nel prossimo mese ricorreranno esattamente 900 anni dalla nascita del libero comune gaetano e sono particolarmente onorato di poter dedicare questo storico anniversario al presidente Berlusconi, che per la libertà ha dedicato la sua vita”. Il sindaco di Gaeta Cristian Leccese non avrebbe mai immaginato di provocare una bufera quando venerdì scorso, intervenendo nelle fasi iniziali della convention nazionale dei giovani di Forza Italia e leggendo testualmente alcune righe appuntate su un foglietto che aveva (per l’occasione) in tasca, ha deciso di dedicare questo prestigioso e storico anniversario al compianto premier, fondatore e presidente di Forza Italia.
Che il primo cittadino di Gaeta non sia ancora giunto ai livelli di San Giovanni Paolo II, che mise con un mix di teologia e di geopolitica la Russia sotto la protezione celeste della Madonna di Fatima, lo hanno capito subito in tanti, a cominciare dagli autori degli osannanti applausi presenti nel tendone dello stabilimento Aurora sulla spiaggia di Serapo. L’annuncio del sindaco ha creato nelle ore successive un senso di imbarazzo e di incredulità in diversi rappresentanti della silenziosa maggioranza che sostiene la Giunta al comune di Gaeta. Alcuni, chiedendo di non essere citati e menzionati, hanno liquidato la cosa prendendo le distanze dal sindaco cresciuto nel movimento giovanile di Forza Italia: “Non se sapevano niente. L’abbiamo saputo dai social e da voi cronisti”.
Che la frittata fosse già completata l’ha rimarcato subito l’ex candidato a sindaco Sabina Mitrano. Della prima amministrazione dell’omonimo sindaco Cosimino, la Professoressa di lettere è stata assessora alla cultura dopodichè questo incarico amministrativo è stato declassato in una delega esterna o affidato (come ora) ad un componente dello staff particolare del sindaco come Gennaro Romanelli. La consigliera Mitrano è stata sinora l’unica tra i tre consiglieri di opposizione a prendere nettamente le distanze dall’imbarazzante annuncio di Leccese.
E’ arrivata a mettere in discussione la storicità dell’anniversario annunciato dal sindaco alla presenza dei vertici nazionali e parlamentari del suo partito: “Se esistesse davvero una data della nascita di Gaeta, il suo anniversario dovremmo dedicarlo ai tanti che con la loro vita e con la loro morte hanno reso onore e grandezza alla nostra città; a quelli che l’hanno difesa negli assedi e nelle guerre, dentro e fuori dalle sue mura; ai tanti che nel passato e nel presente hanno portato avanti tradizioni, lavoro, arti, cultura. A tutti i Cittadini che con amore, passione, dignità, la rendono ancora il luogo straordinario che è”.
Le considerazioni della Mitrano hanno creato un prevedibile dibattito sui social a margine del quale l’attuale esponente delle minoranze di centro sinistra è arrivata anche ad un conclusione politica: “Sono rimasta molto delusa dal fatto che a Gaeta, invece, l’80° anniversario dell’armistizio non sia stato ricordato come avremmo dovuto. In più, è arrivata nello stesso momento la dedica della nascita di Gaeta (su cui ci sarebbe tanto da dire) davvero insensata. La storia e la cultura si sbandierano come parole al vento ma non si conoscono e non si rispettano!”.
A gettare un vagone di benzina sul fuoco delle polemiche è stato Nicola Reale che ha lanciato una ricerca di “psicanalisti e di insegnanti referenziati”:” Non credo di esagerare se dico che, soprattutto da chi abbia la responsabilità di governare una città, si possa pretendere una modalità di ragionamento logica, sensata e priva di strafalcioni. Quando questo non avviene – come nel caso della dichiarazione del sindaco di Gaeta – quando cioè il livello della logica si abbassa al di sotto dello zero, quando le castronerie raggiungono vette inesplorate, la prima vittima è la dignità della città e dei cittadini, oltre che, naturalmente, della figura istituzionale dello stesso sindaco. Sappiamo bene che in Italia quella delle dimissioni è una strada del tutto sconosciuta ai politici, tanto più quando esse non vengono richieste né dalle opposizioni, né dai cittadini. Nel caso in questione del sindaco di Gaeta, non rimane che l’estrema speranza di un provvidenziale intervento dei suoi padrini politici, che si assunsero la responsabilità di candidarlo e farlo eleggere, affinché il capo dell’Amministrazione venga assistito e supportato da un team che comprenda uno psicanalista, un insegnante di storia e uno di italiano”.
A dire di Reale “lo psicanalista dovrebbe studiare e correggere quelle dinamiche psichiche che hanno gravemente alterato alcuni semplici concetti. Dovrebbe cioè spiegare al sindaco cosa significhi dedicare qualcosa a qualcuno, chiarendogli che si può dedicare a qualcuno qualcosa che è nostro, che ci appartiene o che ci rappresenta intimamente (un pensiero, una poesia, una canzone, un libro) oppure qualcosa che abbiamo ottenuto grazie al nostro impegno, ai nostri meriti (una vittoria, un successo). Risulta invece completamente privo di senso logico dedicare a qualcuno una ricorrenza o un periodo storico, perché l’una e l’altro hanno una loro oggettività che già li fa appartenere a chiunque. Ad esempio, non avrebbe alcun significato dedicare ad una persona il Natale o la Pasqua o l’anniversario della Presa di Porta Pia. Se dedicassi a mia moglie l’Ottocento con tutto il Romanticismo, a mio figlio il Settecento con la Rivoluzione Francese e ad un amico gli anni della Resistenza partigiana, farei ridere tutti o darei modo di dubitare della mia salute mentale. Peraltro il sindaco ha voluto fare le cose in grande dedicando a Berlusconi addirittura l’anniversario di un evento di 900 anni fa, verso il quale è un tantino difficile provare un sentimento di vicinanza e di afflato. E anche se, per assurdo, tale dedica fosse pregna di alti valori e profondi significati, viene da chiedersi perché e su quali basi una ricorrenza che riguarda una intera città debba essere dedicata alla memoria di Silvio Berlusconi, l’uomo politico più divisivo della storia Repubblicana, quello che più di chiunque altro ha creato conflitti tra i poteri dello Stato, colui che ha inventato le leggi ad personam per salvarsi dalla galera, che ha prostituito il Parlamento, ha sdoganato il fascismo e l’immoralità pubblica e che ha subìto una condanna definitiva per evasione fiscale”.
Terminata la terapia psicanalitica, Reale chiede il supporto di un insegnante di storia per “spiegare al sindaco che, al di là di un vaghissimo documento di difficile interpretazione, quella del novecentesimo anniversario della nascita del “libero comune gaetano” è una pura invenzione. Novecento anni fa, nel 1123, Gaeta faceva parte del Ducato, dove il vertice istituzionale era un duca della famiglia normanna. In quessto contesto il conetto di città non può essere omologato a quello delle città settentrionali perché la sovranità restava esclusivo appannaggio del duca e non esisteva nessun grado di partecipazione dei cittadini ai processi decisionali”.
E la mannaia di Reale – per tanti anni storico capogruppo consiliare dell’opposizione al comune di Sperlonga guidato dal “primo” Armando Cusani – si abbatte sul sindaco Leccese di cui chiede l’apporto di un insegnante di italiano delle scuole medie inferiori: “Dovrebbe spiegargli alcune regolette della sintassi in base alle quali si dice che ci si dedica A qualcosa o A qualcuno e non PER qualcosa o PER qualcuno. Pertanto è errore grave dire che “Berlusconi PER la libertà ha dedicato la sua vita”. Semmai, se proprio si ha il coraggio di pronunciare tale frase, bisognerebbe dire che Berlusconi ALLA libertà ha dedicato la sua vita. Per le risate, invece, non ci sono regole grammaticali e sintattiche da rispettare – ha concluso – Ciascuno può ridere come gli pare”.