GAETA – Il finanziamento tanto atteso non è mai arrivato dalla Regione, i lavori sono desolatamente fermi, la porta naturale del quartiere medioevale di Gaeta S.Erasmo è sempre più simile ad un tratto della savana africana ed il Comune è obbligato a firmare una transazione con l’impresa che, frettolosamente incaricata, ha sospeso i lavori perché quelli eseguiti non sono stati completamente liquidati.
E’ la situazione pirandelliana cui sta facendo fronte l’amministrazione Leccese in ordine ai tribolati interventi di sistemazione e di valorizzazione di quello che avrebbe dovuto rappresentare il “must” per il rilancio del quartiere medioevale della città, il Molo Santa Maria. Invece il dirigente facente funzioni del dipartimento “Infrastrutture, Opere, Sostenibilità ambientale e territorio” del comune, l’ingegnere Antonio Di Tucci, è stato costretto ad adottare una determina, la numero 761, che, sprizzando imbarazzo dai suoi quattro fogli e dai numerosi documenti allegati, vede il comune di Gaeta adottate un atto di transazione nei confronti della ditta, la “ICI-Impresa di costruzione spa”, chiede legittimamente di essere risarcita per le spese sostenute, per i lavori realizzati e non riscossi e per il mancato guadagno per quelli non eseguiti”.
Naturalmente la “Ici-Impresa di costruzione spa” ha fatto sapere di non voler più ad avere a che fare con il comune di Gaeta che, oltre al danno, subisce ora una giusta beffa: è stato costretto a firmare un accordo di transazione con la ditta romana riconoscendole 144mila euro ottenendo una ‘scontistica’ di 55mila euro dopo aver quantificato i danni subiti in poco più 200mila euro e, più precisamente, 200.814,30 euro….
L’intesa tra comune ed impresa appaltatrice fa seguito ad una lunga e delicata trattativa cui hanno partecipato altre articolazioni dell’ente: in primis l’avvocatura interna (la cui relazione stranamente non è stata allegata alla determina dell’ingegner Di Tucci) ed il collegio revisori dei conti che, emettendo un forzato parere positivo, è stato chiaro ni confronti della segretaria comunale e responsabile dell’anti corruzione del comune di Gaeta Patrizia Cinquanta invitata (anche lei) ad esprimere il suo parere sulla vicenda e ad inviare la determina con il relativo accordo con il privato alla Procura regionale della Corte dei Conti. Un fatto è certo: questa transazione approderà quanto prima in consiglio comunale. Sicuramente non è considerato un debito fuori bilancio ( i 144mila euro sono stati ricavati in due capitoli dell’esercizio finanziario 2021) ma sarà oggetto di una valutazione politico amministrativa in quanto l’intera controversia è costellata da non poche incognite.
Il progetto di sistemazione e valorizzazione di Molo Santa Maria venne approvato dalla Giunta con la delibera numero 124 del 7 luglio 2020 e venne suddiviso in tre lotti funzionali “in ragione delle disponibilità finanziarie del bilancio” . L’opera venne correttamente aggiudicata relativamente al secondo ed al terzo lotto mentre il primo – costituente la realizzazione di una pista ciclabile – venne affidata ad un’altra impresa. In questo momento storico il comune di Gaeta avrebbe commesso una grave irregolarità come evidenziato il 1 maggio scorso dal capogruppo del Pd Emiliano Scinicariello in un’interrogazione all’assessore ai Lavori Pubblici (di professione finanziere) Simone Petruccelli. Il comune tra il giugno e l’agosto 2021 esperì le gare per l’esecuzione del secondo e terzo lotto (all’Ici Impresa di costruzione spa”) rispettivamente per 398 e 630 mila euro confidando nell’apporto di un finanziamento di 980mila euro della Regione che non è mai arrivato.
Perché? Semplicemente quella della Regione non fu un’erogazione di un contributo ma soltanto di “manifestazione di interesse” che si sarebbe concretizzata solo se il comune – cosa che non sarebbe stata mai ottemperato completamente – avesse prodotto i necessari pareri di legge, quelli della Soprintendenza ai beni architettonici e del Genio Civile. I 980 milioni della Regione alla fine non sono mai arrivati ed il comune è stato costretto a fare necessità virtù mettendo a disposizione fondi del proprio bilancio che naturalmente non sarebbe mai bastati per ridare un “look” al Molo Santa Maria.
Non sono bastati perché la ditta appaltatrice ha giustamente preteso l’anticipo, pari al 10%, dei lavori realizzati dopodichè il comune ha deciso di fermarsi pare su input della sua avvocatura interna che ha temuto un peggioramento dell’intera controversia dopo che la ditta incaricata due anni ha rivendicato un credito di 131miola euro. Nella determina che certifica la transazione con l’ICI-Impresa di costruzione spa” il dirigente Di Tucci prova a giustificare il blocco del cantiere di Gaeta vecchia (“non è possibile prevedere la sua ripresa alle stesse condizioni esistenti al momento della stipula del contratto) “in attesa dell’esecuzione dei lavori relativi allo spostamento dei sottoservizi presenti nel sito”.
La vicenda, molto grave, è da tempo sotto la lente di ingrandimento del Gruppo di Formia della stessa Guardia di Finanza e, dopo l’atto di transazione, approvato (suo malgrado dall’architetto Di Tucci), i consiglieri comunali di opposizione Emiliano Scinicariello, Silvio D’Amante e Sabina Mitrano hanno preannunciato una richiesta di accesso agli atti perché “molte cose, nonostante l’accordo Comune-impresa appaltatrice, devono essere chiarite”.