SAN FELICE CIRCEO – L’Associazione contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto” ODV aderisce attivamente alla petizione lanciata nei giorni scorsi dall’Associazione Il Fortino di San Felice Circeo, affinché un terzo del promontorio del Circeo non diventi un giardino privato a favore di pochissimi eletti. ” Unitamente ad altra associazione, avevamo già esternato l’appoggio a favore della battaglia condotta dall’Associazione Il Fortino e da decine di cittadini e frequentatori del Circeo, depositando presso la Procura della Repubblica di Latina, una denuncia/querela per i tentativi perpetrati da alcuni componenti del “Consorzio La Batteria e la Vasca Moresca” di chiudere la strada pubblica di Via delle Batterie tramite installazione e chiusura di un nuovo cancello, nei giorni 3 e 7 luglio 2023″ – spiega, in una nota, l’associazione “Caponnetto”.
“In quelle occasioni il tentativo di chiusura è stato vanificato dall’intervento di numerosi cittadini, di associazioni del territorio e della Polizia Locale. La vicenda oggetto della petizione è ormai nota a tutti: da circa un anno il Consorzio La Batteria e la Vasca Moresca consorzio di gestione tra privati formato dai proprietari delle ville costruite all’interno del Parco Nazionale del Circeo (in zona di inedificabilità assoluta), pretende di chiudere al pubblico Via delle Batterie – Via Vasca Moresca in San Felice Circeo, rivendicandone la proprietà, nonostante tali strade siano state classificate già da anni ad uso pubblico da parte del Comune di San Felice Circeo, e siano soggette alle determinazioni dell’Ente. Via della Batteria è la diretta continuazione di Via del Faro (asfaltata) che finisce nei pressi dell’ingresso dell’Hotel Punta Rossa; l’area ricade nel comprensorio naturalistico del Parco Nazionale del Circeo, nella parte del promontorio denominato “Quarto Caldo”. Tramite la Strada delle Batterie, è possibile raggiungere il fortino napoleonico, il rudere dell’antica Batteria Moresca detta anche Torre Moresca, il c.d. Riparo Blanc piccolo riparo roccioso sulla costa in prossimità della cava di alabastro, frequentato dall’uomo fin dal mesolitico, oggetto di numerosi scavi fin dagli anni 60 e costituente complesso archeologico; tale strada è sempre stata considerata pubblica, dai sanfeliciani che ne hanno usufruito per secoli senza limitazione, e dalla cartografia ufficiale (Foglio catastale della zona, Piano Regolatore Generale del Comune di San Felice Circeo, ecc) che la definiscono strada comunale in tutta la sua estensione fino alla fine in prossimità della Cava d’Alabastro e del Riparo Blanc” – spiegano entrando nel dettaglio.
Ed ancora: “Va inoltre sottolineata l’importanza della strada come unica via d’accesso alle scogliere demaniali, che si estendono per circa 4 Km a partire dalla località Punta Rossa fino a Torre Paola, consentendo alla collettività la fruizione di una vasta area di Parco Nazionale. Queste strade e stradelli, fruiti da sempre dalla popolazione, rappresentano un’unica rete viaria, insostituibile possibilità di accesso, oltre che al Parco alla fascia costiera demaniale. Per loro natura, quindi, queste strade devono rimanere pubbliche, fruibili da tutti e vanno difese ad oltranza dagli appetiti dei privati che vorrebbero limitarne la fruizione“.
L’Associazione contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto”, considerato anche che sulla vicenda è stata appena depositata una interrogazione parlamentare; “invita il Comune di San Felice Circeo, l’Ente Parco Nazionale del Circeo, la Regione Lazio, ed i ministeri ed autorità competenti a prendere una posizione chiara a difesa della collettività per la libera fruizione di siti di tale suggestiva bellezza”.