GAETA – Il caso l’ha sollevato. Con tutti i risvolti di natura politica, amministrativa, erariale e, fors’anche, penale. L’imbarazzante decisione dell’amministrazione comunale di Gaeta di sottoscrivere una transazione con l’impresa incaricata di riqualificare Molo Santa Maria per il mancato arrivo, inizialmente promesso da parte della Regione, per finanziare l’opera qualche problema forse l’ha creato. Lo si evince una serie di richiesta di accesso agli atti formalizzata dai consiglieri comunali di opposizione Silvio D’Amante, Emiliano Scinicariello e Sabina Mitrano, costretti a biasimare – e l’hanno fatto in una lettera inviata alla segretaria generale Patrizia Cinquanta, al sindaco di Gaeta Cristian Leccese, al presidente del consiglio comunale Davide Speringo e all’assessore ai Lavori Pubblici Simone Petruccelli – l’obbligata scelta della Giunta di scendere a giusti consiglio con la “Ici Impresa costruzioni Industriali” che, di fronte al mancato pagamento dei lavori realizzati, aveva chiesto al comune di essere ristorata con una somma di 200mila euro per poi appplicare una ‘scontistica” di 55 mila e accontentarsi di 144mila euro.
Lo schema di transazione è stato avallata un po’ da tutti al comune di Gaeta (avvocatura e collegio dei revisori dei conti)come se fosse un problema da metabolizzare al più presto possibile. L’avvocatura il 25 luglio scorso parla di un’interlocuzione interna avvenuta sul problema. I consiglieri comunali D’Amante, Scinicariello e Mitrano hanno chiesto di conoscere l’entità di tre note (non sono state allegate alla determina dell’ingegnere Antonio Di Tucci che approva la transazione) del 12 maggio 20222, del 13 febbraio e dell’8 maggio scorso citate nel parere, naturalmente positivo, dell’avvocato Daniela Piccolo. Che evidenziava “chiaramente come la chiusura stragiudiziale transattiva avrebbe evitato altri e ben più pesanti conseguenze dal punto di vista delle responsabilità conseguenti ad una condotta assolutamente censurabile da parte del Dirigente e dell’Amministrazione Comunale, anche penalmente rilevante, considerato che si è dato corso all’appalto di lavori senza la relativa copertura economico e finanziaria” .
Le minoranze poi non possono non condividere il Parere dei Revisori dei Conti nel merito della non obbligatorietà dell’invio alla Corte dei Conti nel merito della non obbligatorietà dell’invio alla Corte dei Conti degli atti adottati. Ma per i consiglieri di minoranza i revisori “dimenticano la circostanza fondamentale, evidenziata dall’Avvocatura Comunale, circa le chiare responsabilità dell’Amministrazione in relazione al fermo del cantiere. I lavori sono stati sospesi dalla ditta appaltatrice in quanto l’Amministrazione Comunale non ha garantito, fin dall’approvazione del progetto, la completa copertura finanziaria dell’intervento, ed in particolare del lotto 3, ovvero quello finanziato dalla Regione Lazio, che ad oggi non ha ancora erogato il finanziamento promesso per inadempienza del Comune nella produzione degli atti di competenza, pur essendo stato accertato (con le conseguenze immaginabili sul Bilancio)”.
I revisori dei conti, inoltre, nel loro parere, avevano rimesso al Dirigente competente l’opportunità di sottoporre lo schema transattivo all’esame preventivo del Segretario Generale, “opportunità che però il Dirigente, evidentemente, ritiene di non cogliere ( non caso i Consiglieri Comunali Scinicariello, D’Amante e Mitrano hanno chiesto chiarimenti al Segretario Generale). “In realtà questa opportunità, sulla base degli adempimenti relativi alla prevenzione della corruzione e all’integrità dell’azione amministrativa, sarebbe stata quanto meno auspicabile, considerate le chiare responsabilità del Dirigente che ha approvato il progetto senza la dovuta validazione e senza la relativa copertura finanziaria, con relativa sottoscrizione del contratto”
Per i tre esponenti delle minoranze di centrosinistra al comune di Gaeta l’invio della determinazione dirigenziale dell’ingegnere Di Tucci alla Procura Regionale della Corte dei Conti – come detto – “è quanto mai indispensabile in quanto nel calcolo dell’indennizzo effettuato dal Direttore dei Lavori, oltre a lavori eseguiti e non pagati, vi sono 40.021,23 euro di rimborso spese che si ritiene non rimborsabili. Si parla infatti di spese contrattuali (2.010,36 euro), somme integrative (877,21 euro), spese stipula polizza definitiva (550,00 euro), spese polizza anticipazione (2.500,00 euro), spese polizza RCT (2.800,00 euro), spese polizza provvisoria (51,00 euro). Ma come è possibile pensare di rimborsare spese vive occorse per la sottoscrizione del contratto? Il contratto, seppur risolto anticipatamente, ha avuto comunque corso”.
E ancora. Alla determina dirigenziale “non risulta allegata la contabilità analitica dei lavori realizzati. E’ necessaria in quanto risulta computata tra i lavori eseguiti la voce b2) relativa ad attività svolte durante il periodo di sospensione dei lavori per un importo di 90.454,04 euro. Anche in questo caso, ma come è possibile ciò dal momento che la sospensione, come da verbale, risulta disposta il giorno 18 luglio 2022 e da quella data alcuna lavorazione risulta effettuata all’interno del cantiere?”. Un analogo dubbio per i tre firmatari della richiesta di accesso agli atti riguarda le spese sostenute per la redazione del progetto migliorativo, “previste come condizione per la presentazione dell’offerta in sede di gara, e le spese sostenute per i rilievi topografici, previste dal Capitolato speciale d’appalto come obbligatorie ed a carico della ditta stessa”.
E ancora un’altra perplessità. Sia l’Avvocatura Comunale che i Revisori dei Conti avrebbero potuto esprimersi su una proposta di provvedimento sulla quale il Dirigente competente “aveva già apposto il parere favorevole di regolarità tecnica, contrariamente ad ogni logica. Appare intuitivo infatti, che i pareri siano propedeutici alla proposta, e non il contrario”.
Nella determina di Di Tucci si evidenzia, inoltre, un altro aspetto curioso a dire dei consiglieri Scinicariello, Mitrano e D’Amante: la richiesta di oltre 200mila euro, avanzata dalla ditta per il risarcimento del danno subito per il fermo cantiere, è stata ritenuta irricevibile dall’Amministrazione Comunale. “Una qualsiasi altra impresa, ed un esempio è la recente circostanza del debito fuori bilancio approvato per interessi a causa di ritardati pagamenti per i lavori nell’area ex AVIR, avrebbe fatto vedere i sorci verdi all’Amministrazione”.
I consiglieri comunali Scinicariello, D’Amante e Mitrano, tuttavia, in un’altra lettera hanno richiesto chiarimenti alla segretaria generale Cinquanta in ordine al parere reso dal Collegio dei Revisori con il verbale numero 32 dell’11 agosto scorso. Vi viene sintetizzato un palese rimballo di responsabilità nel momento in cui i custodi dei conti del comune di Gaeta evidenziano un passaggio che non sarebbe stato correttamente compiuto: ma il dirigente competente, prima di firmare l’atto transittivo con l’impresa frettolosamente incaricata di svolgere un’opera per quasi un milione di euro senza la necessaria e formale copertura finanziaria, abbia o meno deciso di sottoporre “l’atto in oggetto all’esame preventivo del Segretario Generale in termini di complessiva correttezza amministrativa dello stesso”.
Da qui la richiesta finale dei consiglieri Scinicariello, D’Amante e Mitrano di conoscere – come detto – se il Dirigente competente “abbia sottoposto al suo esame preventivo, quale Segretario Generale e dunque garante della correttezza degli atti amministrativi, l’atto in oggetto, in termini di complessiva correttezza amministrativa dello stesso”.
Ed il quesito è tutt’altro shakespeariano. O almeno.