SUD PONTINO – Sono stati revocati gli ultimi due provvedimenti cautelari in emessi dal Gip del Tribunale di Cassino ed eseguiti dai Carabinieri un mese fa nell’ambito dell’operazione anti droga “Anargiri 2” che sgominò un sodalizio dedito e collaudato nell’acquisto e commercializzazione di dosi di sostanze stupefacenti , soprattutto di cocaina e hashish, nel “triangolo” Castelforte-Santi Cosma e Damiano e Minturno dal novembre 2019 al gennaio 2021. Nelle ultime il Gip Domenico Di Croce ha trasformato la misura restrittiva in carcere in domiciliari con il braccialetto elettronico per Italo Laracca e Mario Vozzolo, di 40 e 46 anni, rispettivamente di Minturno e Santi Cosma e Damiano.
Sono state completamente accolte le istanze avanzate dai legali dei due indagati, gli avvocati Gianni Bove ed Enrico Mastantuono, secondo i quali si è nel frattempo affievolito il pericolo della reiterazione del reato da parte dei due. Il provvedimento del dottor Di Croce sul piano processuale riveste una significativa valenza in considerazione dei ruoli di primissimo piano rivestiti dai due indagati alla testa dell’organizzazione smantellata dai Carabinieri della Compagnia di Formia e, in particolare, per i numerosi precedenti, molti dei quali specifici, gravati soprattutto da Laracca e, ancor di più, per il parere contrario espresso dalla Procura in relazione alle due nuove istanze difensive.
Nei giorni scorsi – come di ricorderà – avevano potuto lasciare il carcere altre due delle quattro persone ritenute alla testa dell’organizzazione. Sempre il Gip del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, aveva revocato la custodia cautelare e aveva concesso gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico a favore di Angelo Tancredi, di 41 anni, di Napoli e a Adolfo Pandolfo, di 30 anni di Santi Cosma e Damiano. Tancredi e Pandolfo avevano potuto lasciato le strutture penitenziarie di Napoli Poggioreale e di Civitavecchia sulla scorta di due distinte istanze dei rispettivi legali, Massimo Signore ed Enrico Mastantuono circa il venir meno, a distanza di un mese, dell’esigenza cautelare in carcere.
Il parere emesso dalla Procura per l’accoglimento delle due richieste era stato negativo ma il Gip Di Croce aveva disposto il ritorno a casa di Tancredi e di Pandolfo essenzialmente per due motivi. Prima dell’arrivo dei Carabinieri per notificargli l’ordinanza di arresto i due già si trovavano agli arresti domiciliari e poi perché è notizia di questi giorni della conclusione delle indagini preliminari sottoscritta dal procuratore capo della Repubblica Luciano D’Emmanuele. I nomi di Tancredi,Pandolfo, Laracca e Vozzolo campeggiano nell’elenco delle 21 persone che rischiano il processo. Se quattro di loro – L.D.T., di 44 anni di Minturno, della fidanzata e coetanea C. M; anche lei di Minturno; di R.D., di 43 anni di Minturno e di B.Y., di 22 anni di Formia – prima di ferragosto furono destinatari di altrettanti informazioni di garanzia ma non furono colpite da alcuna misura cautelare o restrizione della libertà personale, le posizioni del quartetto sono considerate apicali dell’intera organizzazione