FORMIA – L’effetto “Gimbo” per espugnare Parigi. La decisione di Gianmarco Tamberi di scegliere il centro di preparazione olimpia “Bruno Zauli” di Formia in cui ha ultimato la preparazione che gli ha consentito di vincere in agosto a Budapest il titolo mondiale del salto in alto a Budapest ha convinto a fare altrettanto a quell’atleta azzurra considerata – nonostante qualche infortunio patito di recente – la più forte specialista italiana del momento. Elena Vallortigara a Budapest non c’era. Ha deciso “con molta sofferenza” di non volare in Ungheria e, dunque, di non difendere il bronzo mondiale colto con la misura di 2 metri netti lo scorso anno nella rassegna iridata di Eugene, in Oregon.
Nonostante il nuovo titolo italiano conquistato a Molfetta, la saltatrice veneta di Schio aveva deciso di rinunciare ai mondiali di Budapest perché sapeva che la forma non sarebbe stata delle migliori. Ora l’’atleta del gruppo sportivo dei Carabinieri ha deciso di voltare pagina nella sua giovanissima carriera affidandosi alla pedana magica del Cpo “Bruno Zauli” e di farsi seguire, in qualità di allenatrice, da una sua amica che a Formia ha deciso di vivere per amore dopo aver costruito i suoi più importanti successi. Antonietta Di Martino seguirà ora la Vallortigara che dopo aver peregrinato negli ultimi anni tra Siena e Bologna, ha capito che il sogno olimpico di Parigi 2024 potrebbe concretizzarsi soltanto su quella pedana su cui una certa Sara Simeoni tra il 1978 ed il 1980 è stata la prima donna a valicare il muro dei due metri (il 2.01 le consentì a Brescia di diventare la nuova primatista mondiale e di vincere dopo un mese a Praga i campionato europei) e di conquistare l’oro olimpico a Mosca
Ora si costituisce un tandem tecnico di assoluto livello che ha dalla sua parte un rapporto datato da anni, insomma una grandissima amicizia nonostante una piccola differenza anagrafica. Il sogno di Parigi 2024 è a portata di mano da parte di due atlete che non a caso capeggiano la classifica italiana assoluta “all time”. Se Antonietta Di Martino con 2.04 è l’attuale primatista italiana con 2.04 dopo aver “cancellato” il mito Sara Simeoni, insegue proprio la Vallortigara grazie al 2.02 colto ai London Anniversary Games del 2018
Dopo la sofferenza di rinunciare ai mondiali di Budapest – sulla cui pedana ha trionfato “Gimbo” Tamberi centrando dopo le Olimpiadi del
“Sono sempre stata ispirata da storie di atleti che hanno superato momenti di difficoltà, storie che mi hanno aiutata a superare anche i miei – ha dichiarato la saltatrice in alto di Schio – Da un punto di vista sportivo il mio modello è Antonietta Di Martino che è l’attuale primatista italiana di salto in alto. È una persona che stimo molto e ho anche la fortuna di avere come amica. Ho iniziato i raduni con lei ed è sempe stata un punto di riferimento e una persona importante. Capace di parlare l’inglese, il francese, lo spagnolo, lo svedese dopo aver dimenticato (“ahimè”) il tedesco, Elena Vallortigara non ha paura di parlare ora …in napoletano con la Di Martino, la stessa che tornata a vivere a Formia, dopo l’atletica leggera, per amore. La primastista italiano di salto in alto è diventata, in effetti, la “signora De Meo” dopo aver sposato Massimo, uno degli più forti mezzofondisti italiani che solo a causa di una raffica di infortuni subiti nella seconda metà degli anni novanta non ha potuto tenere testa alla stagione degli Andrea Benvenuti e di Pippo D’Urso.
Ora Massimo (che di professione fa il Carabiniere presso la compagnia di Pontercorvo dopo aver gareggiato per conto del gruppo sportivo dell’Arma) e la finanziera Antonietta hanno deciso di vincere un’altra scommessa , “soprattutto a favore di quelli che hanno problemi ad avvinarsi alla pratica sportiva”. Hanno accettato l’invito dell’imprenditore Roberto Sorrenti a capeggiare la struttura tecnica della “Dlt Athletic Team” con l’auspicio di contribuire a far coltivare qualche sogno a forma di cinque cerchi per qualche bambino. E per l’effetto simulazione, dopo “Gimbo” Tamberi”, arriva ora anche Elena Vallortigara. E non cosa di poco conto.