LENOLA – Potrebbe avere le ore contate l’autore dell’incendio che, definito doloso, nella notte tra martedì e mercoledì, poco dopo le tre, ha distrutto la Citroen C3 di proprietà del sindaco di Lenola Fernando Magnafico, era parcheggiata davanti la sua abitazione nella frazione di Valle Bernardo.
L’ottimismo, misto ad una doverosa cautela, sta caratterizzando l’attività investigativa dei Carabinieri della Compagnia di Terracina che in stretto coordinamento con la Procura della Repubblica di Latina sta indagando – al momento a trecentosessanta gradi – sul rogo che ha incenerito l’utilitaria del sindaco di Lenola ma anche agente della Polizia Provinciale di Latina. Le indagini dei Carabineri della Compagnia di Terracina sono svolte personalmente dal comandante, il maggiore Saverio Lojacono e, come detto, non stanno trascurando – in attesa della relazione tecnica dei Vigili del Fuoco di Terracina – alcuna pista per risalire al movente e al responsabile del rogo.
Che a Lenola da tempo si respirasse un’aria più pesante del previsto l’aveva specificato lo stesso sindaco Magnafico in una dichiarazione video rilasciata al nostro portale. Aveva parlato di un “gesto vile provocato da qualcuno che forse mira a destabilizzare la tranquillità della comunità lenolese”. Più di qualcuno ha voluto interpretare questa dichiarazione come un sostanziale apporto dato dallo stesso Sindaco allo sviluppo delle indagini dei Carabinieri che si stanno intrecciando con quelle relative al rogo che nella notte tra venerdì e sabato scorso aveva distrutto un’altra Citroen C3.
Era di proprietà di una donna, era parcheggiata a centro metri di distanza dal luogo in cui è stata avvolta dalle fiamme l’auto del Sindaco. I Carabinieri non escludono che al momento resta soltanto un’ipotesi inquietante. L’autore dell’incendio di sabato notte quando si è reso conto di aver sbagliato bersaglio è tornato alla carica martedì notte.
Il sindaco Magnafico, destinatario di messaggi di solidarietà dal mondo politico, imprenditoriale e associativo, ha definito “vile” di cui è stato vittima dopo aver dichiarato ai Carabinieri, in almeno due interrogatori, di non aver ricevuto alcun tipo di minaccia.