CASSINO – Assenteista oltre il lecito sul posto di lavoro – secondo la versione dell’ex Fiat – e per questo motivo fu licenziato il 26 maggio 2008. L’operaio è deceduto il 6 novembre 2014 all’età di 56 anni a causa delle patologie per le quali si assentava spesso presso lo stabilimento di Piedimonte San Germano. A distanza di nove anni dal decesso, la famiglia ha ottenuto la conferma del risarcimento sentenziato nel marzo 2021 dal giudice del Tribunale di Cassino Raffaele Iannucci.
A decretarlo è stata la prima sezione “Lavoro e Previdenza” della Corte d’Appello che, respingendo il ricorso della “Fca Italy” (approntato dagli avvocati Italico Pertini e Gaetano Cappucci), ha ribadito l’importante risarcimento danni a favore della moglie e dei tre figli di Alfredo Morra, il metalmeccanico di Cassino che 15 anni fa si vide recapitare la lettera di licenziamento dalla direzione dello stabilimento ex Fiat.
“Troppe ed inutile assenze” – fu la motivazione. Il contenzioso legale promosso dagli avvocati Giovanni Di Murro e Michela Perrozzi ha dimostrato sino alla sentenza di secondo grado il contrario: Alfredo quando lavorava su muletti di vecchia generazione e su una pavimentazione all’epoca composta da tocchetti di legno era costretto poi a spostare attrezzi pesanti. L’uomo si ammalò di ernia discale e di lombosciatalgia, le stesse patologie che – l’ha accertato il Ctu del Tribunale – hanno provocato nel 2014 la sua morte.
Alla famiglia dai giudici d’appello (il collegio era formato dal presidente Guido Rosa e dai consiglieri Francesco Del Villano Aceto, Bianca Maria Serfini) sono state riconosciute anche in appello le mensilità, con tanto di rivalutazione monetaria, che l’uomo avrebbe potuto e dovuto percepire sino alla data della sua morte se non fosse stato licenziato ingiustamente.