Latina / Capitale della cultura, sindaco Celentano difende partecipazione dal basso: “Toni accesi da condannare”

Attualità Latina

LATINA – Il sindaco di Latina Matilde Celentano interviene su quanto accaduto giovedì sera in Comune, durante un incontro tra l’architetto Daniela Cavallo, coordinatrice del progetto di candidatura di Latina a capitale italiana della cultura 2026, collegata da remoto, e in presenza l’assessore Annalisa Muzio e un gruppo di consiglieri comunali.

“L’opposizione – afferma il sindaco Celentano – ha contestato il metodo di lavoro utilizzato per la redazione del dossier della candidatura, di prossima consegna al Ministero della Cultura. Ancora una volta ha preteso copia di quella che è l’offerta del Comune di Latina per la partecipazione alla gara nazionale, tacciando l’amministrazione di scarsa trasparenza e criticando il metodo di partecipazione e condivisione utilizzato per la redazione del dossier. Ebbene, sappiano tutti che, ad oggi, nessun Comune concorrente ha divulgato il proprio dossier. E non potrebbe essere diversamente”.

“La contestazione dell’opposizione, prima ancora di essere esternata a mezzo stampa, ha assunto durante la riunione toni inaccettabili – prosegue il sindaco Celentano – rivolti con estrema veemenza all’indirizzo dell’assessore Muzio. Un’aggressione verbale da parte di un componente dell’opposizione, per giunta nella sede comunale, assolutamente da condannare, che ha spinto la mia delegata ad abbandonare il contesto, lasciando dietro di sé il silenzio assordante di tutti gli altri partecipanti alla riunione. Incomprensibile”.

Entrando nel merito dell’accusa di scarsa trasparenza, il sindaco Celentano replica nel seguente modo: “Partecipazione e condivisione sono consequenziali e attengono al senso di appartenenza e non di possesso del territorio, attengono ad una partecipazione dal basso, indotta e/o spontanea che vale moltissimo perché è il risultato di una percezione, è agire con consapevolezza e dunque responsabilità nei confronti del territorio e della comunità, è un agire concreto. Divulgare e diffondere sono invece tutt’altra cosa. Divulgare è rendere pubblico; diffondere è spargere, versare senza poter tenere sotto controllo dove va ciò che si sparge. Ecco, il progetto Latina26 ha sempre messo in pratica la partecipazione e condivisione dal basso. Basti pensare che sono arrivate oltre cento proposte, la maggior parte presentate spontaneamente, senza fare riferimento all’avviso pubblico. Non si è mai voluto calare dall’alto né lasciare che il progetto stesso non avesse una strategia, una gestione, affidandolo al caso: non avere reso pubblico il lavoro ed i contenuti è stata una forma di cura nei confronti del progetto stesso e una strategia perché si parla comunque di una competizione, e si è sempre voluto avere sotto controllo come e dove si muovesse il progetto affinché fosse il frutto di un lavoro coerente, scientifico ed emozionale”.

Dopo il 27 settembre, fa sapere la prima cittadina, comincerà il lavoro di divulgazione strategica del progetto per fare sì “che si parli di Latina per tutte le cose straordinarie che il dossier come scrigno ha raccolto”.

Celentano prende in prestito la metafora da “Le città invisibili “ di Italo Calvino: “Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. ‘Ma qual è la pietra che sostiene il ponte?’, chiede Kublai Kan. ‘Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra’ – risponde Marco – ma dalla linea dell’arco che esse formano’. Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunse: ‘Perché mi parli delle pietre? E’ solo dell’arco che mi importa’. Polo risponde: senza pietre non c’è arco”.  “L’arco oggi è il progetto Latina26, le pietre tutti quelli che hanno voluto partecipare a questo progetto, a loro il nostro grazie più sincero”, conclude il sindaco Celentano.