In tour con una serie di spettacoli nelle zone martoriate del Paese tra villaggi, macerie, ospedali, tende, rifugi, scuole, bunker e sotterranei. Le tappe del viaggio: Leopoli, Kherson, Kryvyi Rih, Dnipro, Zaporizhzhia e Charkiv. Ad accompagnarli monsignor Maksym Ryabukha, sacerdote salesiano e vescovo ausiliare dell’Esarcato arcivescovile greco-cattolico di Donetsk. Teatri senza frontiere è un progetto che da quindici anni incontra gli ultimi della terra “vittime di un pianeta sghembo che sembra non volersi più raddrizzare, testimoni di un’umanità che ha bisogno di riscattarsi per dimostrare di saper fare l’unica cosa sensata e possibile: vivere in pace, rispettare gli altri, godere di questo splendido e piccolo pianeta dove siamo ospiti per un brevissimo lasso di tempo
Prima ancora Teatri senza frontiere è stato nei campi profughi della Bosnia Erzegovina, nelle favelas di San Paolo, nell’Africa profonda del Ghana, in Amazzonia, Etiopia, Kosovo, Albania. Teatri senza frontiere non una tournée ma un gesto concreto di solidarietà. Teatri senza frontiere è una testimonianza di pace e fratellanza attraverso il teatro, “formidabile strumento di comunicazione, in grado di unire, avvicinare persone di lingue e culture diverse, per stringerle in un abbraccio che è patrimonio ed essenza stessa del nostro appartenere al genere umano”.