FORMIA – Sabato 7 ottobre si svolgerà la “Giornata del Creato” promossa dagli Uffici della Pastorale Sociale ed Ambientale e dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali dell’Arcidiocesi di Gaeta. La giornata, a conclusione del Tempo del Creato, ha per tema “Che scorrano la giustizia e la pace” ed è articolata in due momenti.
Il primo al mattino alle 10.00 presso la pineta di Vindicio di Formia con la pulizia della relativa spiaggia attraverso il coordinamento del gruppo “It’s up to you” e il coinvolgimento degli studenti delle scuole secondarie e le associazioni ambientalistiche. Il secondo, nel pomeriggio, come momento di festa, preghiera e di riflessione in piazza Vittoria a Formia dalle ore 18.30 con gli interventi di Luca Fiorani, docente di sostenibilità dell’Istituto Universitario Sophia, di Mons. Luigi Vari, Arcivescovo di Gaeta e le musiche della band Di Gei’s. In caso di pioggia la manifestazione del mattino verrà riprogrammata e quella del pomeriggio verrà svolta nella Sala del Teatro Iqbal Masiq con ingresso da via Vitruvio n. 342.
Il Tempo del Creato è innanzitutto una richiesta a pregare insieme, un tempo di grazia che la Chiesa, nel dialogo ecumenico, offre all’umanità per rinnovare il suo rapporto con il Creatore e con il creato, attraverso la celebrazione, la conversione e l’impegno comunitario. “Laudato Si’, mi Signore, con tutte le tue creature”, pregava San Francesco d’Assisi. Con questa preghiera semplice ma profonda, ha permesso a persone di molte generazioni di riconoscere il valore della creazione come dono offerto all’umanità per la sua felicità. Scopo di questa giornata è promuovere la consapevolezza di questo dono altissimo e di cominciare a prenderne cura assumendo nuovi stili di vita più compatibili con la cura del creato e basati su criteri di sostenibilità.
“Il mondo che gli esseri umani hanno conosciuto, goduto e celebrato sta cambiando rapidamente in modo irreparabile. La biodiversità si sta
L’urgenza cresce e dobbiamo fare una pace vera con la Terra e sulla Terra, mentre la giustizia ci chiama ad un cambiamento di atteggiamento e di azioni. Si può costruire un’economia di pace invece di un’economia basata sul conflitto e allora siamo invitati a unirci a nome di tutta la creazione e a far convergere le nostre identità individuali, di nome, famiglia o comunità, in questo più grande movimento affinché “la giustizia e la pace” scorrano come un fiume possente.