FROSINONE – Si è chiusa con ben tre assoluzioni l’esperienza di Pietro Zola, l’ex presidente del Cosilam. Si era reso disponibile alle richieste dell’epoca di Confindustria che, sotto la Presidenza di Davide Papa, aveva voluto un presidente del Consorzio Industriale del Lazio meridionale slegato dai partiti. Non solo. Zola aveva accettato l’incarico rinunciando allo stipendio di presidente. Aveva aderito con l’entusiasmo dando prevalenza al suo impegno pubblico, rispetto alla gestione della sua azienda.
Il risultato ? Un calvario giudiziario che si è’ concluso mercoledì con la terza assoluzione. Difeso dall’avvocato Sandro Salera, l’ex presidente Zola era stato assolto prima dal tribunale di Cassino, poi dalla Corte d’appello di Roma . Era stato accusato, per la cronaca, di aver assunto il nuovo direttore generale senza il rispetto delle procedure previste dalla legge. Era stato assolto in primo e secondo grado con formula piena e con sentenza definitiva. Ma nel corso del primo processo, in una delle numerose udienze che si erano susseguite, si era assentato presentando un certificato medico attestante la sua indisponibilità.
A seguito delle indagini della Procura sulla attendibilità del certificato, si era rilevato che nei giorni successivi all’ udienza Pietro Zola si era recato, pur ancora indisposto, presso la sua azienda impegnata nel settore marmifero tra Coreno Ausonio e Santi Cosma e Damiano. Sempre difeso dall’avvocato Sandro Salera, l’ex massimo dirigente del Cosilam ha dimostrato l’assoluta attendibilità del certificato e la conferma della diagnosi da parte del medico fiscale. La diversa prognosi, ed i suoi presunti spostamenti, secondo il suo difensore non avrebbero integrato il reato di falso ideologico, dal momento che la prognosi ( 5 o 8 giorni ) e’ una proiezione soggettiva che varia da paziente a paziente in funzione delle condizioni generali e delle capacità di recupero di ognuno.
Era stata rinviata a giudizio anche la dottoressa che avevo redatto il certificato, difesa dall’avvocato Maria Palma. Il Giudice dell’ udienza preliminare del Tribunale di Cassino, accogliendo le tesi difensive degli avvocati Salera e Palma ha prosciolto i due imputati con formula piena.