SANTI COSMA E DAMIANO – La controversia ormai ha un carattere privatistico ma la Regione “farà quanto sarà nelle sue possibilità” perché continui, anche se tra le due anime esistenti, l’attività produttiva alll’interno dell’ex stabilimento Evotape di Santi Cosma Damiano. Lo ha rassicurato il consigliere regionale di Fratelli e presidente della commissione sviluppo economico della Pisana incontrando, nel corso di una lunga ed interessante assemblea, gran parte dei 22 lavoratori facenti parte della coooperativa “Mancoop”.
Il loro destino occupazionale è tornato di nuovo in bilico come lo è stato 13 anni fa quando fecero parte dell’ex Evotape, lo stabilimento che fu dichiarato fallito dopo essere stato realizzato nel corso degli anni settanta dalla famiglia milanese Manuli grazie ai fondi dell’ex Cassa per il Mezzogiorno per diventare un’azienda leader in Italia nella prodizione di materali adesivi.
Il presidente Tiero è tornato nel territorio originario della sua famiglia perché c’è “preoccupazione tra le file della Mancoop”. I suoi dipendenti, dopo il fallimento dell’ex Evotape”, hanno permesso, grazie ad encomiabili e coraggiosi investimenti (pari a due milioni e mezzo di euro) personali, di continuare, seppur ridotto, il ciclo produttivo ma da qualche giorno sanno di essere ospiti. Al settimo tentativo si è conclusa positivamente la vendita all’asta fallimentare dello storico sito industriale promossa dal curatore fallimentare nominato dal Tribunale di Latina, l’avvocato Vincenzo Manciocchi.
La cooperativa Mancoop, commettendo l’errore (forse per mancanza di coraggio legata ad un’insufficiente liquidità), non ha potuto partecipare all’asta che si è aggidicata una cordata di sette tra imprenditori e artigiani di Minturno, Castelforte e Santi Cosma e Damiano. Sono gli stessi che pagavano (su autorizzazione della curatela fallimentare ) un canone di locazione alla “Mancoop”, ora vincenti protagonisti di un’iniziativa imprenditoriale grazie alla quale hanno dato vita ad un consorzio che, in qualità di unico partecipante, si è aggiudicato il settimo tentativo dell’asta.
Se l’originario prezzo il 25 giugno 2021 era stato fissato dall’avvocato Manciocchi in 6 milioni di euro, i neo acquirenti hanno prelevato l’ex stabilimento di via Porto Galeo per un milione e 661 mila euro proponendo poco meno di due mila euro rispetto all’offerta minima stabilita di un milione e 660mila euro a fronte del prezzo base di un milione e 845mila euro. Si chiude una controversia caratterizzata da sei tentativi i vendita andati a vuoto. Il presidente Tiero è stato onesto e realista dichiarando agli operai – e nell’intervista video allegata – che le posizioni ora si sono invertite. C’è bisogno di armarsi di buon senso e di responsabilità per trovare un punto in comune, un equilibrio tra le due componenti che ora si sono trovano nello stabilimento per continuare a fare ciò che hanno dimostrato di essere all’altezza: produrre economia e occupazione per oltre trecento persone, indotto compreso. Io voglio solo capire cosa posso fare. Solo dopo aver raggiunto questo risultato, la Regione con gli strumenti normativi ed economici che ha disposizione si farà carico per sostenere le due parti in causa. Sono convinto che, sotterrata qualsiasi ascia da guerra, un punto in comune sarà trovato”.
La Mancoop in effetti sa di aver un organico sovradimensionato rispetto alla reale capacità produttiva attualmente svolta. Questo livello occupazionale era mantenuto in piedi dai canoni di locazione versati dagli affittuari che ora sono diventati legittimanente proprietari. Che fare allora ? Il consigliere regionale Enrico Tiero, affiancato da diversi consiglieri comunali e dirigenti di Fratelli d’Italia di Minturno, Gaeta, San Cosma e Damiano e Castelforte, ha annunciato di voler incontrare i nuovi proprietari dell’ex Evotape ma prima che questo accada a tentare di verificare una possibilità di coesistenza imprenditoriale dovranno essere gli stessi vertici della “Mancoop”. Il suo neo presidente Vincenzo Mercuri ha confermato all’assemblea dei suoi lavoratori (“di questi incontri ormai ne facciano a cadenza quotidiana”) che a giorni incontrerà la nuova proprietà dell’ex sito industriale di via Porto Galeo.
Per il perseguimento di una buona e lungimirante intesa c’è un elemento comune denominatore che lega la Mancoop e il consorzio aggiudicatario dell’asta: è l’avvocato Salvatore Coletta che, per quanto possa rappresentare un paradosso, ha sinora seguito le due parti in causa: “So che siete in ottime mane – ha concluso nell’intervista video Enrico Tiero – ma in questi momenti vanno accantonati personalismi e mire imprenditoriali sullo stabilimento. Informerò il presidente Francesco Rocca e l’assessora allo sviluppo economico Roberta Angelilli sull’importanza e sul valore sociale ed occupazionale rivestito nell’ultimo mezzo secolo dall’ex Manuli e poi ex Evotape. Voglio coltivare un sentimento di ottimismo semplicemente perché è stato scelto da una serie di brave attività economiche e produttive del territorio che hanno avuto il merito di impedire una forma di desertificazione lungo la riva destra del Garigliano”.
Il presidente Tiero, a cui è affincato Pierpaolo Pontecorvo dell’unione industriale, ha lanciato un monito personale al presidente Mercuri raccomandandogli di essere “ora meno sindacalista e più imprenditore”. La replica dell’interessato è stata umanamente commovente: “Se l’ex Evotape non ha chiuso i battenti dopo il fallimento è solo perché noi ci siamo tassati e, percependo la metà degli stipendi dovuti, abbiamo avviato importanti e non ancora completati interventi di riqualificazione. Essere messi alla porta dopo l’esito di un’asta fallimentare è duro da accettare ma la Regione ci dimostri davvero di stare vicina al destino di 22 operai e delle rispettive famiglie”.
INTERVISTA Enrico Tiero, consigliere regionale Fratelli d’Italia e presidente commissione sviluppo economico “Mancoop” e Vincenzo Mercuri, presidente “Mancoop”.
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