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Italgas è ufficialmente nuovo socio privato di Acqualatina, scoppia la querelle tra Stefanelli e la Villa

Nessuna caccia alle streghe. Il presidente della Provincia e dell’assemblea dei sindaci dell’Ato 4 Gerardo Stefanelli è stato costretto a vestire i panni del pompiere per spegnere nuove ed ulteriori polemiche innescate nelle ore in cui è cambiato il socio privato di Acqualatina spa. Ad affiancare la parte pubblica rappresentata dai comuni non c’è più la multinazionale francese Veolia ma quella italo-americana Italgas. A ratificare il suo ingresso era stata a maggioranza l’assemblea dei sindaci nonostante una diffida di Acea ad attendere.

A giorni è atteso il pronunciamento del Tar contro la decisione degli stessi Comuni di negarle qualche anno fa l’assorbimento della quota privata di Veolia attraverso un contratto di vendita. In effetti a sostituire la multinazionale francese sarà “Nepta”, il nuovo ramo di azienda di Italgas dedicato all’acqua e alle fognature. Per il presidente della Provincia e dell’assemblea dei sindaci dell’Ato 4 Stefanelli i timori dei sindaci sono infondati in quanto l’Italgas è controllata per il 26% da Cassa Depositi e prestiti e, dunque, dal Tesoro e, pertanto, dallo Stato.

“Possiamo essere garantiti perché il controllo di Italgas da parte dello Stato – ha commentato il presidente Stefanelli – non farà altro che rafforzare la presenza pubblica nell’asset societario di Acqualatina”.

A polemizzare apertamente con il presidente della Provincia di Latina è l’ex sindaco di Formia Paola Villa. Gli ha ricordato come “Nepta” sia formata dalla Snam spa (“il suo 13,5% non è un capitale italiano…tutt’altro”) , dalla Lazard americana(9,8%), da “Romano Minozzi” (4,2%), dal “Credit Agricole” (3,9%), dalla “Black rock Incorporation” (3,7%) e soltanto con l’1,4% da Banca d’Italia.

Purtroppo si aspettava solo il “sì” dei sindaci dell’Ato 4 – ha aggiunto l’attuale capogruppo del Movimento Cinque Stelle al comune di Formia – che è arrivato senza batter ciglio, e tutte le reti idriche, le nostre sorgenti, gli impianti di depurazione, di sollevamento e le condotte sottomarine e i dissalatori, da oggi saranno gestiti da Nepta”.

“Ora 6,2 milioni di italiani ( circa il 10% dell’intera popolazione nazionale) pagherà la sua bolletta a ‘Nepta’ o meglio la bolletta sarà sempre Acqualatina, ma il 49% degli introiti andranno a ‘Nepta’. Italgas ha pagato 115 milioni di euro, per entrare nel business dell’acqua, e dice con fierezza “che è solo l’inizio”, perché l’ambizione è quella di acquisire altre reti, arrivando a gestire tutta l’acqua nazionale. Oggi l’acqua è il bene più prezioso, il suo valore non è minimamente comparabile a quello del petrolio, dell’oro, dei diamanti. L’acqua è alla base di qualsiasi economia e settore industriale. È alla base di qualsiasi forma di vita e sviluppo – ha aggiunto l’ex sindaco di Formia – Con quel voto i sindaci della nostra provincia hanno definitivamente messo la parola fine sulla gestione pubblica dell’acqua, ovviamente nell’ignavia di tutti, anche di quelli che si sono riempiti per anni la bocca di ‘acqua pubblica’, proprio di tutti”.

Chi gestirà l’acqua sarà padrone del mondo diceva qualcuno e forse aveva ragione…da oggi il mondo o meglio almeno il 10% di noi, ha un nuovo padrone” – conclude la Villa.

Partecipando ad un dibattito su un canale social, al presidente Stefanelli è stato fatto rilevare la “grande occasione sciupata” dall’assemblea dei sindaci che nel 2017 avrebbe potuto assorbire la quota privata. Magari – come sollecitava l’allora sindaco di Formia Sandro Bartolomeo – con l’apporto finanziario della Regione Lazio.

Stefanelli manifesta oggi, come allora, i suoi dubbi: “Mi chiedo con quali fondi ciò sarebbe stato possibile. O qualcuno voleva il default di tutti i comuni dell’Ato 4?”

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