FORMIA – Il conto alla rovescia è finito. Dopo il rinvio dello scorso 23 settembre, giovedì 20 ottobre l’ormai ex pastificio Paone di Formia avrà una nuova e completa proprietà. Il Tribunale civile di Roma con l’omologa ufficializzerà finalmente e positivamente l’esito della composizione negoziata che permetterà allo storico sito industriale formiano di avere un unico proprietario. La Corex di Battipaglia non avrà soltanto la titolarità dello stabilimento nella zona industriale di Penitro (acquisito per circa due milioni di eurero nell’autunno 2019 grazie al concordato preventivo concesso all’epoca dal Tribunale di Cassino alla “Domenico Paone spa”, poi trasformata in una società a responsabilità limitata) ma anche di quella riguardanti le due linee di produzione e, con esse, dello storico logo industriale.
Il pronunciamento di giovedì del Tribunale di Roma – competente per territorio perché la sede della “Domenico Paone srl” si trova nella capitale da qualche anno in concomitanza dell’ingresso del manager italo argentino Octavio Leandro Quentin – conclude una trattativa, lenta e faticosa, avviata il 23 marzo quando la Corex ha deciso di acquisire anche il ramo d’azienda gestito tra alti e molti bassi dal dottor Quentin, lo stesso che aveva subito la sua revoca (per cessata locazione) grazie a due pronunciamenti negativi del Tribunale di Cassino prima e della Corte civile d’appello di Roma poi.
Il pronunciamento favorevole del Tribunale di piazzale Clodio a favore della Corex (da 40 anni specializzata per l’export di prodotti alimentari tipici del “Made in Italy” di qualità) è stato reso possibile grazie alla meticolosa e determinante azione di uno dei luminari di economia aziendale, il professor Alberto Dello Strologo. Nominato come advisor dalla Camera di commercio della capitale, ha risolto questa controversa crisi aziendale vidimando il determinante accordo che, finalizzato al passaggio delle consegne dell’intero pastificio formiano alla società campana, ha dovuto strappare ad un’infinita di creditori della “Domenico Paone srl”.
L’esposizione debitoria – si parla di sei milioni e mezzo di euro- in poco meno di alcuni anni di attività di produzione e di commercializzazione della pasta Paone ha investito un po’ tutti: tradizionali fornitori e poi istituti di credito, l’erario e gli immancabili consulenti. Questi creditori hanno accettato il piano di rientro del professor Dello Strologo a fronte della proposta economica della Corex che giovedì diventerà proprietaria di tutto. Verserà poco più di milioni di euro a fronte dei tre milioni e 800 mila versati dal dottor Quentin per utilizzare (attraverso un ulteriore canone mensile di 20mila euro) le sole linee di produzione dello stabilimento.
La Corex ora assorbirà, oltre alle linee di produzione, quella di confezionamento della pasta, il logo aziendale e le 29 maestranze che, in cassa integrazione straordinaria sino al prossimo 31 dicembre, hanno smesso di lavorare poco meno di un anno fa, prima per il caro energia e poi per le ristrettezze del mercato e quelle economiche che hanno condizionato l’attività aziendale del dottor Quentin.
Alcune indiscrezioni dei giorni scorsi hanno trovato un positivo riscontro lunedì mattina. In attesa del passaggio delle consegne da parte del Tribunale, si sono simbolicamente accese le luci all’interno del sito produttivo nella zona industriale di Penitro. Sono stati da tempo rinnovati da parte del nuovo acquirente i contratti di fornitura con acqua, gas ed energia elettrica, il cui flusso, sempre per morosità, era stato interrotto lo scorso aprile. L’arrivo dell’ufficiale giudiziario, che aveva notificato la sentenza d’appello per cessata locazione, ha permesso al pastificio Paone di riaprire i battenti (come il taglio dell’erba, gli interventi di bonifica e di disinfestazione ed il ripristino del servizio di vigilanza notturna e festiva) ma nulla più.
L’omologa del Tribunale sarà determinante, per esempio, per eseguire soprattutto interventi di manutenzione alle due linee di produzione e l’eliminazione di una copiosa perdita d’acqua piovana che, lo scorso inverno in occasione di un’ondata di maltempo, è arrivata dalla sovrastante superstrada Formia-Cassino ad invadere e a danneggiare una parte della superfice della zona di produzione e confezionamento della pasta.
La Corex, dalla data di subentro alla “Domenico Paone srl”, pensa di avere “dai tre ai quattro mesi” per la riattivazione a pieno regime del sito produttivo del pastificio. Innanzitutto la sua gestione sarà attribuita ad una nuova società che dovrebbe avere nella sua denominazione il cognome “Paone” per garantire un’ovvia continuità industriale e aziendale .
Ci sarà poi da definire l’aspetto occupazionale: capire quante delle 29 persone saranno riassorbite dal nuovo management con l’elaborando piano industriale dal momento che, in attesa che venga prorogata o meno la Cig – alcune sono andate in pensione, altre no si sono dimesse per trovare nuove sistemazioni lavorative o presso un nascente sito di produzione della pasta artigianale nella stessa area industriale di Penitro.
La Corex ha stimato che le linee di produzione del pastificio di Penitro sono in grado di produrre 800 quintali di pasta al giorno. L’azienda salernitana conta di avviare un regime orario di tre turni al giorno, per 24 ore, sabato e domenica esclusi. Intanto è stata resa operativa una mini spending review.
La Corex ha deciso di non confermare due accordi commerciali che il Octavio Quentin aveva stipulato con la Fai e gli eredi di Diego Armando Armando. Il vecchio management è stato costretto a versare milionarie royalites per vedere stampati sulle confezioni della pasta di Formia immagini di prestigiosi monumenti italiani e quella del compianto campione argentino di calcio.
L’obiettivo al momento è uno soltanto: “Niente voli pindarici ma soltanto rimboccarsi le maniche”.