GAETA – Meglio tardi che mai. Dopo averle definite (forse troppo frettolosamente) all’inizio della consiliatura “inutili e costose”, la maggioranza Forza Italia-Fdi- parte del Pd e civici al comune di Gaeta – naturalmente con l’avallo favorevole delle minoranze di centro sinistra – ha ricostituito le quattro commissioni permanenti sostituite dalla sola conferenza dei capigruppo.
E’ stata una scelta opinabile e sbagliata che ha permesso al comune di Gaeta di non poter fare affidamento su organi che “hanno funzione consultiva , di istruttoria, di controllo, di indagine, di inchiesta, di studio. Insomma un ruolo importantissimo rimasto congelato per oltre un anno di mandato nell’amministrazione Leccese”. A dirlo senza peli sulla lungua è un autorevole rappresentante della stessa maggioranza che, prima della revoca dell’assessore di riferimento Mario Paone, ha dovuto fare ricorso ad una quantità industriale di Maalox per contrastare i legittimi mal di pancia provocati dai vertici dell’amministrazione comunale di Gaeta.
Era stato costretto ad indossare i panni del “Masaniello a tutti i cosi” rimarcando, in occasione delle “innumerevoli conferenze dei Capigruppo”, come il mancato rinnovo delle commissioni consiliari (con una rappresentanza di tre membri della maggioranza contro i due delle minoranze che nel consiglio comunale di Gaeta sono soltanto tre, ndr) “oltre a produrre un deficit di democrazia e di confronto, avesse procurato uno stesso nocumento alla coalizione di governo”.
Lo stesso capogruppo di “Fratelli d’Italia-Gaeta Tricolore” Di Vasta ha evidenziato – come detto – “un serio problema di partecipazione democratica e uno scarso rispetto del ruolo dei consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, andando pervicacemente avanti con un modus operandi alquanto discutibile, nonostante i ripetuti impegni e le promesse di trasparenza e partecipazione”. Per il capogruppo di Fdi si “è perso del tempo e disquisire sul numero dei componenti delle commissioni piuttosto che nominarle e lavorare per la città, lasciando il problema della composizione numerica alla fase successiva. Sarebbe stato opportuno daretemporaneamente la rappresentanza a tutti i gruppi consiliari invece che ingessare il confronto del consiglio comunale in questi 14 mesi”.
Il punto più basso- ha rincarato la dose Di Vasta – si è toccato con la modifica dello Statuto comunale e con la conseguente deliberazione di Consiglio comunale numero 1 del gennaio scorso quando la maggioranza, ad eccezione del solo esponente di Fdi che non votò il punto uscendo dall’aula, decise di modificare il disposto statutario da : “il Consiglio comunale istituisce le commissioni consiliari”, con il consiglio comunale può istituire le commissioni consiliari. La precisione fu chiara, quello di non istituire più le commissioni.
Nonostante la modifica statutaria, la diatriba è continuata fino alla riunione di Maggioranza del 22 settembre scorso quando fu trovata una sintesi. La proposta di Di Vasta fu quella di istituire le commissioni consiliari a 7 membri, 5 di Maggioranza e 2 di Minoranza. Le dimissioni da consigliere comunale dell’ex sindaco Silvio D’Amante con la surroga del primo dei non eletti Franco De Angelis hanno permesso, seppur indirettamente, di raggiungere un altro e diverso accordo: tre rappresentanti per la maggioranza e due per le minoranze.
“Questa scelta – ha aggiunto il capogruppo Di Vasta – ha rafforzato sensibilmente la rappresentanza delle minoranze all’interno delle commissioni consiliari”. Si tratta di una questione da sempre contestata dal consigliere di Fdi in rapporto al numero dei consiglieri usciti dalle urne. “Ma rappresenta il male minore rispetto alla totale assenza della politica in questi lunghi mesi di amministrazione. Le commissioni rappresentano un qualificato ed imprenscindibile luogo di confronto da sempre deputato ad approfondire le questioni, a svolgere audizioni, al miglioramento di alcune pratiche e a giungere preparati nei consigli comunali dando seguito al proprio impegno verso la città. Le Commissioni Consiliari sono fondamentali per la vita istituzionale, per l’approfondimento degli argomenti di competenza del Consiglio Comunale, per la comprensione da parte di consiglieri e cittadini dell’azione politica posta in essere dall’amministrazione comunale”.
“La mancata costituzione delle stesse non ha esclusivamente determinato la limitazione dell’attività dei consiglieri di minoranza – ha concluso l’esponente di Fdi – ma ha soprattutto depauperato l’operatività di gran parte dei colleghi della maggioranza, rimasti purtroppo inermi e costretti a limitare la loro azione politico-amministrativa alla partecipazione passiva in sede consiliare”.