SUD PONTINO – A distanza di un anno esatto dalla conclusione del processo di primo grado celebrato con il rito ordinario davanti il Tribunale di Cassino è iniziato giovedì mattina l’appello per 18 delle 25 persone arrestate a Castelforte e a Santi Cosma e Damiano il 25 gennaio 2021 nell’ambito dell’operazione dei Carabinieri della Compagnia di Formia denominata “Anni 2000“.
Il dibattimento di secondo grado ha preso il via davanti la quarta sezione penale della Corte d’Appello di Roma dove è atteso ora il nutrito collegio difensivo. Gli avvocati Anna Marciano, Pasquale Cardillo Cupo, Pasqualino Santamaria, Enzo Biasillo,Camillo Irace e Roberto Palermo hanno ora il compito di ridimensionare la portata delle condanne, per complessivi 124 anni e mezzo di carcere, inferte dal Tribunale di piazza Labriola ai componenti di un’organizzazione accusata, a vario titolo, di detenzione illegale di armi, rapina, danneggiamento, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, oltre che incendio ed estorsione ai danni di alcuni imprenditori impegnati soprattutto nell’estremo lembo meridionale della provincia di Latina.
Se i Pm delegati dalla Dda, i sostituti procuratori Alfredo Mattei ed Emanuele De Franco, al termine della loro requisitoria avevano chiesto 121 anni di carcere, il collegio giudicante (presidente Tania Tavolieri, a latere Martina Di Fonzo e Antonio Gavino Falchi Delitala) aveva condannato a 124 anni e mezzo di reclusione complessivamente le 18 persone che, appunto, avevano scelto di essere giudicate con il rito ordinario.
La pena più pesante era stata inferta al presunto vertice di questo organizzazione, Decoroso Antinozzi, condannato a 16 anni e 4 mesi di carcere. Le altre condanne per le quali è stato comunque escluso il vincolo mafioso: Maurizio ed Ettore Mendico a 14 anni e dieci mesi e a 13 anni e 9 mesi; Adolfo Pandolfo ad 8 anni e 9 mesi; Eduardo Parente ad 8 anni e 4 mesi; Ciro Bonifacio ad 8 anni ed un mese; Antonio Reale a 8 anni; Francesco Parente e Pierluigi Mendico a 7 anni e quattro mesi; Fabio Buonamano a 7 anni e Maria Carmina Messore a 6 anni e 9 mesi di reclusione.
Più lievi – si fa per dire – le altre condanne: Armando Puoti (4 anni), Alessandra Forcina e Sergio Cozzolino (tre anni e mezzo), Giuseppe Sola (2 anni e 4 mesi), Luigi Parente e Carla Tomao (un anno e quattro di carcere a testa).
Il Tribunale di Cassino per alcuni capi d’imputazione aveva assolto per non aver commesso il fatto Salvatore Di Franco, Marco Di Viccaro, Eduardo Parente e Pierluigi Mendico mentre, sempre per alcune ipotesi di reato, aveva deciso di non doversi procedere per l’avvenuta prescrizione nei confronti di Antinozzi, Forcina e Cozzolino.
Nella fase iniziale del processo d’appello giovedì sono state rinnovate alcune costituzioni di parte civile, tra cui quelle dell’associazione anti mafia “Antonio Caponnetto” e di un cementificio della zona vittima di un attentato a scopo estorsivo.
Intanto è tornato in libertà Vincenzo De Martino, condannato nell’ambito dell’operazione “Anni 2000” a 5 anni di reclusione per aver fatto parte di un’ associazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti nel sud pontino. L’uomo, detenuto nel carcere di Cosenza, ha visto infatti la IV Sezione della Corte di Appello di Roma accogliere l’istanza del suo difensore dell’uomo, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, disponendone la rimessione in libertà con l’obbligo di presentazione ai Carabinieri di Santi Cosma e Damiano.
Intanto proprio in questi giorni sono state depositate le motivazioni della sentenza che ha deciso gli appelli del giudizio abbreviato ed ora i difensori e la Procura Generale avranno 45 giorni per decidere se impugnare o meno la sentenza innanzi alla Suprema Corte di Cassazione.