FORMIA – Mancano solo tre giorni al consiglio comunale che può cambiare (in meglio) i rapporti tra i cittadini e le società partecipate che gestiscono servizi in affidamento e in appalto. Grazie al contributo di 400 cittadini formiani – si legge nella nota a firma del Comitato spontaneo di Lotta Contro Acqualatina di Formia – che hanno sottoscritto la proposta di iniziativa popolare, infatti, venerdì sarà possibile discutere, votare e approvare una delibera comunale contro il distacco dei contatori dell’acqua (che Acqualatina spaccia per riduzione di flusso idrico) e porre così fine a un’ingiustizia sociale che si protrae da 13 anni, da quando cioè il servizio idrico è stato privatizzato.
La proposta di delibera è già stata dichiarata ammissibile dagli uffici, tant’è che è stata inserita all’ordine del giorno del consiglio comunale, e ha già avuto il parere favorevole della maggioranza dei consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione. Doveva essere approvata un mese fa, ma quello stesso consiglio comunale fu rinviato e aggiornato a venerdì prossimo.
Il Comitato Spontaneo di Lotta Contro Acqualatina e i 400 cittadini che hanno sottoscritto la proposta di delibera, chiedono agli amministratori comunali di Formia di interporsi tra loro e Acqualatina affinché cessino le pratiche unilaterali di riduzione del flusso idrico e del distacco dei contatori dell’acqua a fronte di presunta morosità, o comunque di morosità involontaria e/o motivata.
Se il consiglio comunale approverà la proposta di delibera comunale di iniziativa popolare, Acqualatina non potrà più esercitare unilateralmente la risoluzione del contratto di fornitura dell’acqua, e per il recupero dei crediti dovrà adottare, come tutti gli altri soggetti imprenditoriali privati, tutte le altre modalità previste dal Codice Civile.
Finalmente tra due giorni si potrà porre fine alla barbarie con la quale Acqualatina regola i rapporti con i cittadini. E se la maggioranza dei consiglieri comunali di Formia – conclude il comunicato – non saprà cogliere questa occasione, vorrà dire che la commistione che abbiamo sempre denunciato tra politica ed economia è molto più forte di quello che tutti noi immaginiamo, molto più forte del bene comune e degli interessi dei cittadini.