ALATRI – Roberto e Mattia Toson – padre e figlio considerati i responsabili del delitto di Thomas Bricca – dovranno attendere il prossimo 19 dicembre quando la prima sezione penale della Corte di Cassazione si pronuncerà sul ricorso dei loro difensori avverso l’ordinanza del Riesame che aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare sull’omicidio avvenuto il 30 gennaio scorso in località Girone ad Alatri. La fissazione della discussione del ricorso davanti la Suprema Corte ha fatto indispettire i legali dei due Toson.
Secondo gli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia si stanno dilatando i tempi circa l’esame del loro ricorso. Sarebbe dovuto essere discusso entro il 7 novembre, 30 giorni dopo – applicando il Codice di procedura penale – il deposito degli atti da parte del Riesame che aveva definito i due Toson socialmente pericolosi con il rischio di reiterare il reato. A dire dei ricorrenti nell’ordinanza d’arresto dei due Toson del Gip del Tribunale di Frosinone non potevano essere utilizzate – come sentenziato già dal Riesame – le dichiarazioni rilasciate dopo il 7 febbraio scorso da alcuni giovani di Alatri nel momento in cui sono stati denunciati per rissa e, dunque, le loro versioni sui fatti facevano parte di un altro procedimento penale.
La difesa di Roberto e Mattia Toson lamenta nel ricorso come l’aspetto probatorio sia orfano di una perizia antropometrica. Se nella discussione davanti il Riesame il Pm Ricca aveva riferito l’impossibilità da parte del Ris dei Carabinieri di realizzarla, la difesa dei Toson rimarca, ora più che mai, come questo studio serva per identificare, attraverso l’analisi delle immagini, coloro che si trovano a bordo dello scooter T Max da cui è partito il colpo di pistola che ha ucciso il 30 gennaio Thomas Bricca. E poi Mattia Toson non avrebbe potuto uccidere lo studente di Alatri: il colpo di pistola è partito dal lato sinistro rispetto alla posizione in cui si trovava Thomas.
Insomma il suo killer – secondo la versione della difesa dei Toson, che hanno lasciato il carcere di Civitavecchia per essere associati a quelli di Velletri e Rebibbia – deve essere necessariamente mancino e Mattia non lo è.
E ancora: il provvedimento restrittivo non indica l’arma da cui è partito il colpo di pistola che ha ucciso Thomas – le ricerche sono state estese nel lago di Canterno – e lo scooter a bordo dei quali i presunti killer raggiunsero e lasciarono il Girone. Il ricorso poi definisce “inverosimili e fallaci” le dichiarazioni testimoniali raccolte dagli inquirenti contro i Toson e mette in discussione anche il contenuto della prima fase delle indagini dei Carabinieri limitatamente alla mancato svolgimento della prova dello Stub nei confronti dei Toson e alla carenza dei servizi di appostamento nei loro riguardi.
La misura restrittiva – a dire della difesa dei due Toson – sarebbe carente su diversi fronti: oltre a contenere una serie di contraddittorie incongruenze, non indica le prove che dovrebbero, invece, inchiodare i Toson, padre e figlio, alle loro responsabilità. Per gli avvocati Testa e Pappadia il provvedimento che ha mandato i due nel carcere di Civitavecchia è mancante del pre-supposto del reiterazione. Se lo stesso Gip sostiene come Thomas sia stato vittima di uno scambio di persona – il vero obiettivo per gli investigatori era il 20enne di origini marocchine Omar Haoudi – Franco e Mattia Toson come potrebbero reiterare lo stesso reato, dunque, l’omicidio?