FORMIA – Un istituto di credito quando concede un finanziamento deve concordare con il soggetto finanziato i tassi di interesse, l’entità delle commissioni di massimo scoperto e il superamento del tasso soglia. Lo ha sentenziato con un provvedimento che farà rumore il Got del Tribunale di Cassino Giuditta Di Cristinzi che, decretando la conclusione di una complicata e laboriosa vertenza iniziata nel 2017, ha fatto valere le ragioni di un imprenditore di Formia di 46 anni impegnato nel settore edile.
L’uomo aveva chiesto ed ottenuto da un noto istituto di credito un finanziamento che per far fronte alle sopraggiunte incombenze economiche della azienda era supportato da un massimo scoperto e, pertanto, aveva raggiunto l’importo di 62mila euro. Il 46enne naturalmente per agevolare l’accesso al credito della sua società era diventato personalmente il garante sino a quando l’emergenza pandemica ha fatto il resto. L’impresa edile non è riuscita ad onorare i pagamenti alle scadenze con la conseguenza che la banca le ha revocato gli affidamenti ed ingiunto il pagamento, alla ditta ed al garante, della somma 62 mila euro, un importo di fatto maggiorato di tre volte rispetto al capitale beneficiato.
Si instaurò un aspro contenzioso a distanza e l’imprenditore, assai poco convinto della procedura seguita dal suo istituto di credito, si è rivolto a due bravi legali quali sono gli avvocati Gianfranco Testa e Nello Vittorelli e al consulente finanziario Emilio Veneziano. Quest’ultimo, fondatore della storia associazione “Il Salvagente finanziario” aveva riscontrato nel dibattimento celebrato davanti la dottoressa Di Cristinzi una serie di anomalie commesse dall’istituto di credito nella fase stipula dei contratti di finanziamento.
In sintesi – ne parla il dottor Veneziano nell’intervista video allegata – l’istituto di credito non aveva pattuito con l’imprenditore formiano l’entità dei tassi di interessi, delle commissioni di massimo scoperto e del superamento del tasso di soglia in relazione al finanziamento concesso. Queste eccezioni hanno motivato il giudice ad annullare il decreto ingiuntivo pari, appunto, a 62mila euro e ad abbattere la sua consistenza a soli 23 mila euro. Ma c’è di più. Con l’intervento dell’avvocato Nello Vittorelli l’imprenditore è riuscito a far dichiarare la nullità della garanzia fideiussoria prestata a favore della banca, estinguendo definitivamente ogni debito a proprio carico. Il dottor Veneziano rimarca nell’intervista come il debitore nel corso di questa via crucis economico-imprenditoriale abbia dovuto il pignoramento di alcuni beni immobiliari che avevano ed hanno un valore di mercato superiore all’importo del finanziamento non onorato: “Avrebbe voluto vendere uno di loro, un garage, per regolarizzare la posizione con la banca erogante ma – sottolinea Veneziano – ma non gli è stato possibile. Ora ci stiamo mobilitando per la revoca anche degli atti di pignoramento che non hanno più efficacia giuridica dal momento che siamo riusciti nell’intento, grazie al valido apporto professionale degli avvocati Testa e Vittorelli, di far cancellare la garanzia prestata dal nostro cliente, a titolo individuale, a favore dell’istituto di credito”.
“In un contesto difficile, come quello attuale per l’imprenditoria, questa sentenza del Tribunale di Cassino rappresenta una concreta speranza per la tutela dei diritti nelle controversie, che può innescare – ha concluso Emilio Veneziano – maggior fiducia nella risoluzione dei problemi, un vero e proprio salvagente”.
Sotto ogni profilo.
INTERVISTA Emilio Veneziano, consulente associazione “Il Salvagente finanziario”