LATINA – Pronti a giustificare le spese effettuate con i fondi pubblici assegnati alla cooperativa Karibù e al Consorzio Aid per la gestione dell’accoglienza degli immigrati. Quelle fatte avevano un’esclusiva attinenza con l’attività dei due sodalizi. Avvalendosi formalmente della facoltà di non rispondere, Liliane Murekatete, Marie Terese Mukamitsindo e Michel Rukundo, rispettivamente moglie, suocera e cognato del deputato Aboubakar Soumahoro, hanno deciso di rilasciare dichiarazioni spontanee al Gip Giuseppe Molfese nel corso degli interrogatori di garanzia che, dopo i clamorosi arresti dei giorni scorsi, si sono tenuti venerdì pomeriggio presso il Tribunale di Latina, preso d’assalto, in considerazione della mediaticità dell’inchiesta, da una numerosa pattuglia di cronisti, fotografici e cineoperatori.
L’unica presente in aula – gli altri due sono intervenuti in video conferenza – è stata la signora Murekatete che, assistita dall’avvocato Lorenzo Borrè, ha negato al Gip Molfese di avere distratto fondi – ipotesi accusatoria lanciata dai Pm Andrea D’Angeli e Giuseppe Miliano, presenti in aula insieme al capo della Procura Giuseppe De Falco – per spese che non riguardassero la cooperativa. Ha sottolineato, rispetto all’accusa di avere sottratto 70mila euro, che non c’è traccia sui suoi conti dei bonifici per pagare presunte consulenze. Sui tre bonifici da 1600 euro l’avvocato Borrè ha precisato che le cifre sono relative alla retribuzione nel periodo di prova prima della sua assunzione nell’ufficio di presidenza della coop.
Anche il legale di Maarie Terese Mukamitsindo, l’avvocato Francesca Roccato, al termine degli interrogatori di garanzia durati poco meno di un’ora ha negato gli addebiti e, preannunciando il ricorso al Riesame, ha chiesto la revoca dei domiciliari, istanza sulla quale il Gip Molfese si è riservato la decisione.
In mattina la moglie, la suocera dell’Onorevole Soumahoro ed altre quattro persone (Michel Rukundo e Richard Mutangana, cognati del parlamentare oltre a Ghislaine Ada Ndongo e Christine Ndyanabo Koburangiyra) rispondevano di false fatturazioni nel corso dell’udienza preliminare celebrata davanti il Gup Pierpalo Bortone e il magistrato deciderà il 17 novembre se rinviare a giudizio i sei imputati e sulle eccezioni di inammissibilità delle costituzioni di parte civile formulate dai difensori degli imputati, che sul punto si sono detti unanimi.
In occasione dello svolgimento dell’udienza preliminare nei confronti dei vertici della cooperativa Karibè si è svolto un altro sit in pacifico degli ex lavoratori organizzato in piazzale Buozzi dalla segreteria provinciale della Uiltucs. Da tempo chiedono il riconoscimento di spettanze economiche e mensilità pregresse per oltre 400mila euro e pertanto hanno presentato un’istanza di costituzione di parte civile nell’eventuale processo attraverso gli avvocati Giulio Mastrobattista e Atena Agresti. La difesa, attraverso gli avvocati Borrè e Roccato, ha invece sollevato eccezioni sull’ammissibilità delle costituzioni dei lavoratori, dei sindacati, del Consorzio Aid e del commissario liquidatore della cooperativa Karibu ritenendo come il risarcimento non sia inerente al reato contestato e che l’elusione fiscale non abbia danneggiato i dipendenti delle due coop.
Naturalmente la vivace giornata vissuta all’interno e all’esterno del Tribunale di Latina è stata accompagnata da una pioggia di commenti. Il segretario provinciale della Uiltucs di Latina Gianfranco Cartisano ha difeso la decisione di aver organizzato un nuovo sit in da parte dei lavoratori:“Lo scandalo sull’accoglienza, oggi possiamo dirlo, se non denunciavano e gridavano i tanti lavoratori, non sarebbe mai emerso con queste dimensioni. Come Uiltucs Latina continueremo a sostenere la vertenza e le denunce vista la mancata sorveglianza degli enti erogatori dei progetti, i quali dovevano maggiore attenzione. Oggi abbiamo un quadro abbastanza chiar. Da anni il lavoro e di conseguenza i lavoratori erano considerati dai rappresentanti di Karibu e Aid solo dei strumenti per raggiungere il loro profitto personale. Il lavoro è altra cosa – ha aggiunto Cartisano- Dopo l’ordinanza abbiamo capito che per loro e Lady Soumahoro le risorse economiche delle coop erano sempre disponibili per il lavoratori non c’erano mai i soldi dei stipendi. Confidiamo nel lavoro degli inquirenti, le posizioni e le denunce dei lavoratori e della Uiltucs che avrebbero dovuto altri, avranno risposte e chiarezza sullo scandalo Karibu”.
Interessante sul piano politico il commento del consigliere regionale della Lega e presidente della commissione Lavoro alla Pisana Angelo Tripodi:“Ho fatto mille battaglie per portare a galla la verità sulla cooperative Karibu e associazione Aid – ha detto – Venerdì sono stato davanti il Tribunale a confermare il mio sostegno ai lavoratori e alla Uiltucs. Soldi pubblici spesi in borse di lusso e per ottemperare al diritto all’eleganza, mentre lavoratori e famiglie vivevano in condizioni di degrado totale, senza acqua calda, senza medicinali, senza saponi e con cibo scaduto. Dov’era chi doveva vigilare su questi fondi? – si è interrogato concludendo Tripodi -Dove erano gli amministratori locali appartenenti al Pde al centro sinistra? Spero si faccia chiarezza anche sugli affidamenti diretti da parte di alcune amministrazioni, anche ben oltre la soglia dell’allora codice degli appalti”.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.