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Cassino / Stellantis, dismissione della palazzina: si mobilita la politica sull’ipotesi termovalorizzatore

CASSINO – Era il 15 ottobre 1972 quando la gloriosa Fiat accendeva i motori in Ciociaria. Con l’avvio della produzione della 126, lo stabilimento ai piedi dell’abbazia di Montecassino trasformava il territorio portando ricchezza e benessere. Adesso, quello che per mezzo secolo è stato un fiore all’occhiello non solo del cassinate ma dell’intera provincia di Frosinone, rischia di scomparire. E’ in atto ora un processo di rivisitazione del sito Stellantis di Piedimonte San Germano che potrebbe portare ad un ridimensionamento del personale e dell’impiantistica.

Oltre il danno, la beffa: in uno dei capannoni potrebbe infatti sorgere un termovalorizzatore. Dopo le indiscrezioni emerse sulla stampa nei giorni scorsi, a lanciare un grido d’allarme tra il silenzio generale del mondo politico locale è la consigliera comunale di Pontecorvo Nadia Belli. L’ex vice sindaco della città fluviale si dice molto preoccupata per quello che sta avvenendo nella fabbrica più grande ed importante della regione Lazio, e lancia quindi un appello a tutte le istituzioni del territorio.

“Nei giorni scorsi – spiega la consigliera di opposizione – abbiamo letto sulla stampa la notizia della messa in vendita della palazzina uffici, che non è una struttura come le altre, ma un pezzo di storia del nostro territorio. Appare evidente che non siamo davanti ad una semplice operazione immobiliare, ma c’è di più. C’è qualcosa che preoccupa molto gli operai e il mondo sindacale. Anche perché – prosegue Belli – sempre da notizie di stampa apprendiamo che altri capannoni interni alla fabbrica sono stati dismessi e ci sarebbero delle trattative addirittura per costruire un termovalorizzatore”.

Su una delle aree liberatesi all’interno dello stabilimento, e più precisamente all’interno di uno dei capannoni dell’ex Itaca, avrebbe infatti messo l’attenzione il Politecnico di Torino: l’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo gli aveva affidato uno studio per individuare i siti idonei ad ospitare tutti i tipi di impianto per il trattamento dei rifiuti. Secondo quanto trapela, il Politecnico avrebbe individuato una zona ‘preferenziale’ all’interno dell’area Stellantis e più precisamente dentro il recinto dello stabilimento, in una delle aree che con gli anni si è lentamente liberata da capannoni ed officine in quanto divenuti non più necessari per via delle nuove tecnologie sempre meno ingombranti.

Davanti a questa prospettiva, la consigliera di Pontecorvo alza la voce e chiede che sia l’intero territorio a mobilitarsi, a partire dal mondo politico e dalle istituzioni. “Non solo noi rischiamo il ridimensionamento di quella che è stata la fabbrica che ha dato ricchezza al territorio per mezzo secolo, ma per giunta – dopo aver pianto la perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro con tutto quel che questo comporta per il tessuto della nostra economia – dovremmo anche accettare il fatto che quell’area viene trasformata in termovalorizzatore per lo smaltimento dei rifiuti”.

Spiega la consigliera Belli: “Questo scenario è preoccupante per questo motivo chiedo a tutti i sindaci, a partire ovviamente da quello di Pontecorvo Anselmo Rotondo, di chiedere al primo cittadino di Cassino Enzo Salera, presidente della consulta dei sindaci del Lazio Meridionale, di convocare la consulta in tempi stretti per fare il punto sulla situazione chiedendo in primis a Stellantis cosa sta succedendo nello stabilimento e quali sono le operazioni in atto, e poi di attivarsi anche con la Provincia per avere contezza delle notizie emerse in base alla possibile realizzazione di un termovalorizzatore. Solo una cosa non possiamo fare noi amministratori – conclude Nadia Belli – Continuare a rimanere in silenzio pur sapendo i rischi che il territorio sta rischiando di correre”.

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