SUD PONTINO – Accusato di aver ucciso con un solo colpo di fucile il 58enne Pietro Caprio, il professore di educazione fisica in servizio presso le scuole medie “Sebastiani” e “De Santis” di Minturno, e di aver poi distrutto il suo cadavere appiccando l’incendio all’auto, la Dacia Duster, su cui si trovava, l’82enne Angelo Gentile di Baia Domizia è comparso martedì mattina davanti il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Daniela Vecchiarelli.
E’ stato sottoposto ad un lungo interrogatorio, durato quasi quattro ore, per la convalida del fermo di indiziato di delitto cui è sottoposto domenica dai Carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca con le ipotesi di reato di omicidio e distruzione di cadavere. L’anziano ha risposte a tutte le domande del magistrato – che ha convalidato il fermo, ma in ragione dell’età anagrafica ha disposto gli arresti domiciliari – ma ha respinto tutte le accuse che gli vengono mosse, soprattutto quella di aver ucciso il professor Caprio che gli chiedeva di completare la restituzione di un prestito concessogli nel lontano 2001. Gentile ha confermato di essere transitato a bordo della sua Fiat Palio nel luogo, in via Pietre Bianche, in cui è stato ucciso il professor Caprio ma di averlo notato in lontananza all’interno dell’auto di proprietà della madre in compagnia di una donna.
Gentile ha dichiarato al Gip Vecchiarelli la ragione della sua presenza in quel momento: “Mi stavo recando in un podere di mia proprietà – ha raccontato difeso dall’avvocato Gabriele Gallo – ma, dopo aver visto il professore in compagnia, ho tirato dritto perché non volevo disturbare”. Il racconto dell’’anziano è lontano parente della ricostruzione dei Carabinieri relativamente alla vicenda omicidiaria che c’è stata nel pomeriggio di venerdì scorso. Il sistema del video sorveglianza del comune di Cellole ha immortalato intorno alle 14 le auto su cui trovavano il professor Caprio e Angelo Gentile. Soltanto che da questo momento – e dopo una ventina di minuti – si vede sbucare da un canneto la Palio dell’anziano ed andare via. Secondo gli inquirenti ci sarebbero stato il delitto e l’incendio della Duster che ha avvolto il corpo, forse ancora in vita, di Caprio.
Gli inquirenti continuano le loro indagini e, dopo aver sequestrato a Gentile due fucili e altrettanti telefonini cellulari, stanno privilegiando la pista riguardante i prestiti che il professor concedeva a chi era in difficoltà in alcuni centri dell’altro casertano. Soprattutto commercianti e piccoli imprenditori. E uno dei questi – per sua stessa ammissione – è stato Gentile che chiamava Caprio “benefattore”. Il motivo? Gli concesse 10mila euro nel 2002 nel tentativo di evitare da un fallimento il negozio del figlio.
I Carabinieri stanno sentendo diverse persone e stanno indagando su una circostanza ben precisa che, se fosse veritiera, sarebbe grave: quel prestito sarebbe quintuplicato nel corso di 21 anni e l’ultima rata Gentile l’avrebbe versata, estinguendo il debito, lo scorso settembre. L’anziano, dopo aver covato rancore per anni, ha ucciso il professore che ostentava un’invidiabile sicurezza economica? Nulla di tutto – secondo l’avvocato Gallo – i rapporti tra i due erano buoni e cordiali. Le indagini proseguono.