VENTOTENE – Lo sanno in pochi. Se Ventotene è diventata la culla del federalismo europeo, dell’idea della nascita di un’Europa libera contro “tutte le guerre e i totalitarismi” il merito – senza ombra di dubbio – è di un palazzo borghese nel “cuore” di Milano, la “casa Rollier”, al civico 38 di via Poerio. In questo edificio per la prima volta, dal 26 al 28 luglio 1943, si effettuò un focus, si analizzò l’importanza del “Manifesto di Ventotene” scritto e pubblicato due anni prima da tre esiliati sulla seconda isola pontina, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. A quella riunione parteciparono una trentina di persone, tra questi Enrico Giussani, Manlio Rossi Doria e Leone Ginzburg.
Quella riunione dell’agosto di 80 anni fa fu il congresso fondativo del Movimento Federalista Europeo le cui tesi si condensavano in 6 punti, in cui, oltre allo spirito antifascista, si promuoveva la scomparsa delle sovranità nazionali assolute, presentando l’alternativa della federazione europea. Il gruppo si riunì in via Poerio perché uno dei membri fondatori del Movimento era Mario Alberto Rollier, che poi, dopo la guerra, diventò esponente di spicco del Psdi milanese. Quell’evento politico-culturale dell’agosto del 1943 sarà ricordato sabato 11 novembre presso la sede del comune di Milano, Palazzo Marino.
La sala “Alessi” ospiterà un atteso convegno il cui nome è tutto un programma “Milano e Ventotene. L’attualità di un pensiero europeo (1943-2023)”. Si tratta di un evento che, su spinta del presidente dell’associazione culturale “Ventotene mia”, l’imprenditore Daniele Coraggio, è organizzato dalla Giunta municipale del capuologo lombardo in collaborazione con il c omune isolano, l’associazione “Coalizione Civica Ventotene” ed il corso di laura in scienze internazionali ed istituzioni europee dell’Università di Milano.
A fare gli onori di casa, al posto del sindaco Peppe Sala, sarà l’assessore ai servizi civici e generali del comune di Milano Gaia Romani cui si affiancheranno il vice sindaco di Ventotene Pino Pepe, il professor Piero Graglia (insegna storia delle relazioni internazionali all’università di Milano), il presidente della “Coalizione Civica Ventotene” Anna Impagliazzo, in video conferenza il parlamento europeo Brando Benifei, i segretari nazionale e milanese del Mef Luisa Trumellini e Paolo Lorenzetti ed il figlio di Mario Alberto Rollier, Martino. Questi si è detto entusiasta della decisione di affiancare lo svolgimento di questo convegno – moderato dal ventotenese Mimmo Manzo, avvocato e prestigioso segretario dell’Arera, l’Autorithy sulle reti idriche ed elettriche e da Luca Gibillini, responsabili dell’unità relazioni istituzionali con Milano del gabinetto del sindaco Sala e coordinatore dell’associazione “Milano è Memoria” – di un altro momento protocollare.
Sulla facciata del palazzo (o casa) Rollier sarà scoperta una targa che rievoca, anche a distanza di 80 anni, il rapporto tra Ventotene e Milano per l’elaborazione, pubblicazione e diffusione de “Il Manifesto” per la nascita di un’Europa federale. Ma chi era Mario Alberto Rollier? Nato a Milano, 12 maggio 1909 (è deceduto a Marsiglia il 1 gennaio 1980), è stato partigiano e professore universitario di chimica. Appartenente ad una famiglia di fede e di origine valdese originaria di Torre Pellice, Rollier fu primogenito di due fratelli (Guido e Carlo) e trascorse l’infanzia tra la Valpellice e Milano.
Negli anni trenta fu molto attivo nelle organizzazioni giovanili evangeliche, aprendosi anche alla collaborazione con laici antifascisti come Antonio Banfi e Lelio Basso. Dopo essersi laureato in chimica presso l’Università di Torino, divenne libero docente di chimica al Politecnico di Milano e nel capoluogo lombardo entrò nel movimento “Giustizia e Libertà”. Visto che, tra il 1934 e il 1935, le retate poliziesche avevano quasi completamente distrutta, a Torino e Milano, la rete clandestina del movimento azionista, Rollier si impegnò (con Giorgio Agosti, i fratelli Alessandro e Carlo Galante Garrone, Ada Marchesini Gobetti e pochi altri), a ricostituirla. Non solo: dopo che il regime fascista soppresse, nel 1940, la rivista valdese Gioventù Cristiana, Rollier (sostenuto da Adriano Olivetti), la rimpiazzò con “L’Appello”, che aveva lo stesso orientamento.
All’impegno di Rollier e di Antonio Banfi si deve anche il “manifesto” dei docenti universitari milanesi che, il 26 luglio 1943, chiedevano l’abolizione delle discriminazioni razziali, politiche e religiose e il reintegro dei docenti perseguitati dal fascismo. Nella casa milanese del cattedratico (presenti anche Eugenio Colorni, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Ursula Hirschmann, Manlio Rossi Doria, Enrico Giussani, Leone Ginzburg, Giorgio Braccialarghe e Vittorio Foa) alla fine di agosto 1943 – come detto – si riunirono azionisti e federalisti per fondare la sezione italiana del Movimento Federalista Europeo e decidere l’adesione dei suoi militanti al Partito d’Azione.
Ai primi di settembre Rollier era già a Torre Pellice, dove otteneva dal Sinodo valdese una esplicita dichiarazione di separazione tra Chiesa e Stato. Dopo l’annuncio dell’armistizio, ecco il professore impegnato a prelevare armi nelle caserme della Val Pellice e a costituire i primi gruppi di partigiani azionisti, che si sarebbero battuti contro i nazifascisti sotto le insegne di “Giustizia e Libertà”. Nel primo inverno della Guerra di Liberazione, Rollier, pur proseguendo nel suo lavoro al Politecnico di Milano, svolse un’intensa attività politica, per passare poi in clandestinità a organizzare le formazioni “GL” lombarde, delle quali fu commissario politico e poi comandante.
Nel novembre del 1944 le rappresentò nel Comando regionale lombardo del Corpo Volontari della Libertà e, con la costituzione del CLN di Milano, in questo organismo. Fu sempre lui a passare ai giellisti l’ordine di insurrezione firmato da Leo Valiani e a partecipare alla riunione che decise la nomina di Antonio Greppi (e della sua giunta), a sindaco di Milano. Dopo la Liberazione, Rollier fu commissario straordinario della Montecatini. Con lo scioglimento del PdA aderì al PSDI, che rappresentò nel Consiglio comunale di Milano dal 1951 al 1960. Nel 1956, poi, vinse il concorso alla cattedra di Chimica Generale presso l’Università di Cagliari, dove rimase fino al 1960. Si trasferì quindi a Pavia come titolare della seconda cattedra di Chimica Generale e Inorganica della Facoltà di Scienze. Nel 1965 costruì a Pavia, a fini di studio, il reattore nucleare Triga Mark II e costituì il laboratorio di energia nucleare applicato LENA.
Presso l’INSMLI è conservato un fondo librario di ben 1137 volumi donato dalla famiglia del cattedratico. Esso comprende anche uno Schema di Costituzione dell’Unione federale europea, scritto da Mario Alberto Rollier con lo pseudonimo di Edgardo Monroe. Nel 1993 il volume di Cinzia Rognoni Vercelli, Mario Alberto Rollier – Un valdese federalista, ha vinto il “Premio universitario Europeo Coudenhove-Kalergi”.