GAETA – Mentre è alle battute finali il processo (il 27 novembre, dopo il rinvio dell’altro giorno, sono in programma l’attesissima requisitoria del sostituto procuratore Giuseppe Miliano e la sentenza finale) che vede alla sbarra davanti il giudice monocratico del Tribunale di Latina Laura Morselli gli ex proprietari di una parte dell’ex vetreria Avir di Gaeta con l’ipotesi accusatoria di lottizzazione edilizia in concorso, nel mirino del pugnace capogruppo del Pd Emiliano Scinicariello è finita la procedura avviata dall’assessore ai Lavori del comune Simone Petruccelli di verifica di assoggettabilità a valutazione ambientale strategica (la Vas) dell’ex area industriale di Serapo.
Scinicariello a distanza di decenni la considera “una ferita aperta nel cuore della città di Gaeta. Anche perché la mole di lavori da svolgere, e dunque di denaro da spendere, è tale da meritare queste attenzioni”. Il capogruppo Dem l’argomento l’affrontò nei consigli comunali del 31 agosto e del 23 ottobre scorsi con una richiesta, datata 21 settembre, finalizzata ad ottenere (inutilmente) la sospensione dei lavori avviati dall’ex sindaco Mitrano. Nella seduta consiliare del 23 ottobre Scinicariello presentò all’assessore Petruccelli un’interrogazione corredata da due quesiti: “Quanto ai lavori nell’area ex Avir è tutto conforme”?.
“Abbiamo mandato in Regione la variante adottata dal Consiglio Comunale il 6 settembre 2019”? Scinicariello rimarca di non aver ricevuto alcuna risposta da parte dell’assessore-finanziere ma intanto si sono verificate altre cose. Non solo la modificata della circolazione stradale ma anche la pubblicazione e l’annullamento di determine dirigenziali. Scinicariello, novello Ulisse all’interno del Palazzo Municipale di piazza XIX Maggio, rivela, grazie al motore di ricerca Google, di essersi imbattuto nella determinazione G04586 del 4 aprile 2023 con la quale la Regione Lazio si espresse sulla procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica, rinviando alla procedura VAS prevista dagli articoli 13-18 del decreto legislativo 152/2006.
La prima conclusione politica a cui giunge Scinicariello è la seguente: “Dunque questa determinazione c’è da oltre 6 mesi, ma nessuno dei nostri amministratori ne ha fatto mai menzione, né – evidentemente – alcuno negli uffici l’ha tenuta in considerazione, visto che i lavori vanno avanti come nulla fosse!” Eppure era stato proprio il Comune di Gaeta il 25 ottobre 2019 ad inviare alla Regione Lazio la richiesta di attivazione della procedura di Verifica di assoggettabilità a VAS “ma ha poi dato il via ai lavori senza attendere risposte”. Ancora il capogruppo del Pd: “Gli unici lavori ammissibili dovevano essere esclusivamente quelli di messa in sicurezza finalizzati a preservare la pubblica incolumità, in assenza di valido ed efficace strumento urbanistico. Già, perché la necessità di assoggettare a procedura VAS quell’area vale a dire che la variante urbanistica per l’area ex Avir è tutt’altro che definita!”.
E non è finita. Con la viabilità modificata ed interrotta fino a fine lavori Scinicariello rilancia i dubbi della Regione. A suo dire “la variante prevede, tra le altre cose, anche modifiche delle infrastrutture legate alla mobilità e trasporti, senza analizzare le ricadute sui collegamenti e la viabilità nelle aree circostanti attraverso uno studio trasportistico”. E così che Scinicariello ha inviato un’altra interrogazione scritta agli assessori Petruccelli e Linda Morini (urbanistica) avanzando altre interessanti domande: perché il Comune di Gaeta non abbia atteso la risposta dalla Regione Lazio prima di pianificare ed iniziare i lavori. Perché non ha agito, invece, dopo il pronunciamento della stessa in coerenza con la risposta ricevuta, se fossero a conoscenza di questa determinazione e, se sì, quale interpretazione le avessero dato, “visto che i lavori sono andati avanti senza sosta”.
E ancora se gli assessori Petruccelli e Morini ritengono o meno che i lavori e le opere che si stanno realizzando siano o meno conformi allo strumento urbanistico vigente. E infine: è possibile trasformare una porzione di territorio cittadino per “realizzare opere così importanti dal punto di vista della viabilità, modificare irrimediabilmente le caratteristiche di una vasta area urbana senza avere la conformità allo strumento urbanistico vigente?”.
La conclusione del capogruppo Pd è spietata: “L’unica risposta possibile è che il ‘libero comune di Gaeta’ ogni giorno riscrive le proprie regole senza che nessuno, benché informato dei fatti, batta ciglio. Il segnale che arriva alla città però è pericoloso: se chi è tenuto a controllare l’osservanza delle regole le elude, corre il rischio che, per analogia, chiunque si senta legittimato a fare altrettanto“.
E le conseguenze sono sempre più comportamentali e culturali.