SUD PONTINO – Escludendo l’aggravante della premeditazione, il Riesame di Napoli ha confermato la detenzione domiciliare nei confronti di Angelo Gentile, l’ex operaio ora 82enne di Cellole accusato di aver ucciso e di aver distrutto il 3 novembre scorso il cadavere di Pietro Caprio, il 58enne insegnante di educazione presso gli istituti comprensivi “Sebastani” e “De Santis” di Minturno. Il pronunciamento del Tribunale della Libertà di Napoli, se da una parte ha confermato l’impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nei confronti dell’indagato, dall’altra ha accolto parte del ricorso del suo legale, l’avvocato Gabriele Gallo, che ha escluso la premeditazione per l’esecuzione del delitto da parte del suo assistito che, oltre all’età, deve far fronte a diverse patologie, anche relative alla sua deambulazione.
Per il Riesame Gentile avrebbe agito d’impeto uccidendo Caprio al termine di una lite con il docente, lo stesso che gli avrebbe concesso un prestito di 10mila euro nel lontano 2002 per estinguerlo soltanto lo scorso settembre. L’avvocato Gallo ha confermato di voler impugnare ora in Cassazione il provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Santa Maria Goretti ma solo dopo le motivazioni del diniego del Riesame partenopeo. Le indagini di Carabinieri proseguono e nella giornata di mercoledì su disposizione dei Pm di Santa Maria Capua Vetere sarà effettuata una perizia a bordo dell’auto, una Fiat Stilo, a bordo della quale si trovava Gentile mentre “incrociava” in una zona isolata di Baia Domizia la Dacia Muster su cui c’era il professor Caprio.
Gli inquirenti non vogliono lasciare nulla di intentato e con questo nuovo accertamento si intende isolare eventualmente tracce di polvere da sparo derivanti dal colpo di arma da fuoco che avrebbe ucciso il professore di educazione fisica