FORMIA – “Si era congedato la scorsa settimana dopo aver partecipato ad un intervento chirurgico dicendoci che sarebbe tornato a lavorare più forte di prima perchè aveva da regolare con il destino alcuni conti. Le infamie ricevute? Acqua passata per fortuna”. Maurizio Costa, il patron della clinica “Casa del Sole-Tommaso Costa” di Formia, ha fatto fatica a celare la sua commozione e dolore confermando la notizia circolata nella giornata di venerdì: la morte, a soli 63 anni, dell’anestesista Dante Virgilio.
Il medico, che lascia la moglie e due figlie, aveva deciso di subire presso l’ospedale San Camillo di Roma un trapianto del fegato donatogli dalla vittima di un incidente stradale. Quando stava iniziando la delicata convalescenza, l’imprevisto: il medico di Fondi ha accusato un arresto cardiocircolatorio e, nonostante i tempestivi soccorsi, è deceduto subito dopo. La scomparsa del dottor Virgilio è stata davvero un fulmine a ciel sereno, una legnata sui denti per la grande famiglia della struttura sanitaria privata. Basti pensare che il dottor Virgilio era il cognato (per via della moglie) di un altro stimato professionista che ha dato tanto alla sanità, pubblica e privata, della provincia pontina, il chirurgo Giovanni Baiano.
Il dottor Virgilio con intelligente ironia aveva accettato, anche nei confronti della stampa, di essere considerato l’anestesista ballerino. Un video, cliccato dall’inizio dell’anno da oltre quattro milioni di persone in tutto il mondo, gli aveva reso la vita infernale, un incubo. Quelle immagini avevano scavato una ferita, lunga e sanguinante, nell’indole buona dell’anestesista fondano. Erano state furtivamente registrate da un infermiere infedele che, segnalato dallo stesso anestesista alla proprietà della clinica per aver chiesto a più riprese danaro ai medici chirurghi esterni impegnati nelle sale operatorie, si era vendicato facendo veicolare sui social quello stesso video.
Nei mesi scorsi era arrivata la prima, parziale, riabilitazione: la competente commissione dell’ordine provinciale dei medici di Latina aveva archiviato definitivamente il procedimento disciplinare che, sollecitato dall’attuale direttrice generale dell’Asl di Latina Silvia Cavalli, aveva investito il dottor Virgilio. L’anestesista era stato maldestramente immortalato in un video mentre in sala operatoria ballava e cantava mentre un paziente, sottoposto ad anestesia, era immobile sul tavolo per un intervento. La segnalazione dell’Asl era arrivata all’ordine dei medici il 19 gennaio scorso dopo l’eco provocata dalla diffusione attraverso i principali giornali on line del video per la cui realizzazione il medico anestesista ha chiamato in causa- come detto – un infermiere professionale licenziato (con una sentenza della sezione lavoro del Tribunale di Cassino passata in giudicato) grazie ad una sua determinante relazione.
Per l’ordine provinciale di Latina dei medici il comportamento di Dante Virgilio “non ha violato in nessun caso i principi deontologici della professione medica”. Il caso fece scalpore perchè la diffusione del video fu collegato al coinvolgimento del dottor Virgilio alla morte di Mariachiara Mele, la giovane di 21 anni di Lamezia Terme che il 24 gennaio 2019 perse la vita dopo alcuni giorni di agonia dopo essere stata sottoposta presso la clinica formiana ad un intervento estetico di rinoplastica al naso. Il processo è in corso, non ha ancora chiarito le cause ed eventuali responsabilità ma quest’altra tragedia, unitamente al comportamento vendicativo dell’infermiere infedele, contribuito a spegnere il sorriso di questo anestesista.
“Per me la morte di Maria Chiara – ci disse in un’ultima intervista – è stata come perdere mia figlia. Ma non perdonerò chi non avrebbe dovuto contribuire a condizionare un processo già di per sé molto delicato”. Il trapianto del fegato era riuscito ma il cuore capriccioso ha fatto pendere di nuovo l’ago della bilancia a favore di un destino ingiusto e crudele.