SANTI COSMA E DAMIANO – Cresce la tensione all’interno dell’ex stabilimento Evotape di Santi Cosma e Damiano a poco più di due mesi dall’esito favorevole dell’asta fallimentare che al settimo tentativo si era conclusa con l’acquisto dell’ex sito industriale – fondato nel corso degli anni settanta dalla famiglia Manuli di Milano per essere poi leader in Italia, anche grazie alla successiva esperienza produttiva dell’Evotape, per la produzione di materiali adesivi – ad un consorzio di sette tra imprenditori e artigiani di Minturno, Castelforte e Santi Cosma e Damiano che della struttura di via Porto Galeo erano paradossalmente inquilini. Ora non lo sono più e la situazione economico-occupazionale si è ribaltata.
Ad essere preoccupati sono in questo momento i 22 soci della cooperativa “Manccoop” che, dopo aver gestito, migliorato e garantito la sopravvivenza funzionale dell’ex stabilimento per conto del curatore fallimentare del Tribunale di Latina l’avvocato Vincenzo Manciocchi, chiedono “garanzie certe, chiari e trasparenti” sul loro futuro occupazionale. La rivendicazione, legittima, l’hanno rivolta ai loro ex …inquilini, ora diventati proprietari grazie all’offerta di un milione e 661 mila euro – due mila euro in più rispetto all’offerta minima stabilita in un milione e 660mila euro a fronte del prezzo base di un milione e 845mila euro – con cui hanno acquisito il sito.
Le parti però sono lontane e ad essere preoccupate sono esclusivamente le maestranze della Mancoop: “Chiediamo che i nostri sacrifici personali che hanno permesso allo stabilimento di continuare nel corso di questi anni ad essere un polo produttivo e logistico dopo la sentenza dell’ex Evotape nell’autunno 2010 non vengano vanificati e dilapidati – ha commentato il coraggioso presidente della cooperativa Vincenzo Mercuri – Non abbiamo partecipato all’asta fallimentare (aveva avuto il 25 giugno 2021 l’originario prezzo di vendita da parte dell’avvocato Manciocchi in 6 milioni di euro,ndr) perché nel corso di questi tredici anni abbiamo pensato, forse pensando chissà, ad investire per la riqualificazione ambientale e funzionale dell’ex Evotape. Ora questo silenzio dei nuovi acquirenti non ci piace. Ci arrivano notizie circa il possibile passaggio soltanto di 8 di noi soci nell’organico del costituendo consorzio (pare con mansioni di guardiania e vigilanza) ma le mancate risposte sul futuro dell’ex stabilimento non ci fanno stare tranquilli. Molti dei soci sono ancora giovani con un livello basso contributivo e le vie di scivolo verso il pensionamento sono pertanto strette e complicate”.
I timori delle maestranze della Mancoop sono dettati anche dall’aspetto temporale. Se il consorzio (che non si è costituito) dei nuovi acquirenti e la cooperativa avevano sinora in comune lo stesso legale – l’avvocato Salvatore Coletta – i tempi per l’operativo passaggio delle consegne sono ancora drammaticamente lunghi. L’ex Evotape cambierà proprietà soltanto il prossimo 20 gennaio – o almeno – quando scadranno i 120 giorni previsti dall’asta per formalizzare il pagamento d’acquisto nella mani del curatore fallimentare. Il Consorzio sa di non poter operare alcun ripensamento. Se lo facesse perderebbe la caparra che, anticipata alla curatela fallimentare, è stata pari al 10% del prezzo di vendita dello stabilimento.
La controversia ormai ha un carattere privatistico ma la Regione “farà quanto sarà nelle sue possibilità” perché continui, anche tra le due componenti esistenti, l’attività produttiva all’interno dell’ex stabilimento Evotape di Santi Cosma Damiano”. L’aveva auspicato il 12 ottobre scorso il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e presidente della commissione sviluppo economico della Pisana Enrico Tiero incontrando, nel corso di una lunga e vibrante assemblea, gran parte dei 22 lavoratori facenti parte del cooperativa “Mancoop”.
Nonostante i buoni propositi dell’esponente di Fdi le posizioni sono rimaste lontane ma a tentare di esperire un accordo – al momento complicato – sarà niente meno che il presidente di Uniondustria di Latina Pierpaolo Pontecorvo. In qualità di consulente indicato dai lavoratori della Mancoop sabato 2 dicembre il dottor Pontecorvo incontrerà una delegazione dei nuovi acquirenti con il proposito di individuare una linea comune d’intesa per definire una necessaria e realizzabile coesistenza tra forze produttive ed imprenditoriali locali alle quali va riconosciuto il merito nel corso di questi anni (e nonostante la crisi economica e l’emergenza pandemica) di aver contribuito a garantire un livello minimo di produttività e a respingere nel frattempo facili mire speculative esterne.
L’asta fallimentare di metà settembre – come detto – aveva chiuso una controversia caratterizzata da sei tentativi di vendita andati a vuoto. Al primo del 25 giugno 2021 seguirono quelli del 3 dicembre 2021 (il prezzo base fu di quattro milioni e mezzo), del 22 aprile 2022 (tre milioni e 375mila euro), del 5 luglio 2022 (due milioni e 531mila euro), del 18 novembre 2022 (due milioni e 278 mila euro) e del 21 aprile scorso (due milioni e 50mila euro)
Il consorzio neo acquirente del sito produttivo di via Porto Galeo non ha ancora un nome ma questo è sicuramente l’aspetto meno significativo di una vicenda che ora ha l’imperativo morale di perseguire una coesistenza tra i neo proprietari e i 22 dipendenti della Mancoop che hanno avuto l’assoluto merito, dopo il fallimento dell’ex Evotape, di non far scorrere i titoli di coda sull’esperienza produttiva di uno dei siti che ha incarnato il sogno industriale del sud pontino.
La “Mancoop” ha continuato, grazie alle guida di Pasquale Erasmo Olivella prima e di Vincenzo Mercuri poi, a produrre materiale adesivi per il mercato italiano ed europeo. I suoi soci hanno effettuato nel corso degli ultimi 13 anni investimenti a pari a due milioni e mezzo di euro per rilanciare e riqualificare l’ex stabilimento di cui ora, dopo la “dolorosa rinuncia”a partecipare all’asta, sono – come detto – ospiti. Insieme al presidente degli industriali pontini Pontecorvo a svolgere ora un luogo delicato e fondamentale per trovare un punto in comune tra i neo proprietari del consorzio interno e la posizione della “Mancoop” è proprio l’avvocato Salvatore Coletta che delle due parti in causa è il legale consulente.
Il professionista ha deciso di convocare un tavolo e si è detto “certo che sarà raggiunto un accordo tra le parti. Il buon senso e lo spirito di responsabilità dovranno prevalere e posso aggiungere che la “Mancoop” resterà nel luogo che ha contribuito a far sopravvivere in questi lunghi e travagliati 13 anni”. L’asta ha centrato l’obiettivo di aver evitato una temuta e preoccupante desertificazione industriale del sito che con l’apporto della Mancoop può essere ancora gestito da imprenditori onesti, bravi e soprattutto molto affidabili. Ma devono prevalere buon senso e soprattutto tanta responsabilità