SUD PONTINO – Il nome all’operazione, “Albachiara”, l’ha dato un investigatore del gruppo di Formia della Guardia di Finanza che di buon mattino si è presentato in ufficio annunciando di essere venuto a capo dell’intero raggiro. A fare il resto sono stati il sostituto Procuratore Alfredo Mattei, che ha coordinato le indagini, ed il Gip del Tribunale di Cassini Domenico Di Croce che ha emesso un decreto di sequestro preventivo (nei confronti di alcune disponibilità finanziarie e cinque unità immobiliari) per un valore di oltre mezzo milione di euro per diversi reati fiscali ipotizzati a carico di numerose società operanti nel territorio del Sud Pontino e, più precisamente, a Formia, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Fondi e Monte S. Biagio.
Le indagini, durate oltre un anno, hanno appurato come queste cinque società “cartiere” – esistenti solo sulla carta e aventi fittiziamente sede in diverse località italiane abbia emesso fatture false per evadere fraudolentemente l’imposta sul valore aggiunto. Le indagini delle Fiamme Gialle del Colonnello Luigi Galluccio hanno conosciuto una svolta nel momento in cui è stato individuato il “dominus” che consigliava l’emissione delle fatture false per abbattere il pagamento dell’Iva. Si tratta di un noto commercialista di Formia di 65 anni, S.S., lo stesso professionista incaricato della conservazione delle scritture contabili e della presentazione delle varie dichiarazioni di reddito.
Le Fiamme Gialle hanno innanzitutto considerato un’anomalia l’esistenza di fittizi elementi passivi nelle dichiarazioni tributarie di queste società in relazioni ad operazioni oggettivamente inesistenti riguardanti “la grossolana e generica descrizione di prestazioni di servizi di marketing e consulenza ovvero di servizi di pubblicità mai realizzati e, soprattutto, “giustificati”, per la maggior parte, con ingenti pagamenti in contanti a cifre “tonde”. Se il gruppo di Formia della Guardia di Finanza ha appurato come le 5 ditte individuali erano tutte “riconducibili a soggetti privi di organizzazione capacità imprenditoriali, a beneficiare di questo raggiro erano 14 imprese realmente operanti nel territorio del sud pontino nel settore edile, della ristorazione, del commercio al dettaglio e dei servizi che hanno inserito nelle dichiarazioni fiscali i documenti falsi per abbattere le imposte da versare al Fisco, il tutto con la consulenza di questo commercialista infedele. E le indagini hanno appurato come le cinque ditte individuali intestate a soggetti prestanomi sono divenute inattive dopo aver “assolto” il proprio compito illecito.
Le indagini, compiute non solo con l’esame dei dati contabili e fiscali, ma anche con mirate e capillari indagini finanziarie, hanno consentito la ricostruzione di un’imposta a titolo di IVA, ritenuta fraudolentemente sottratta al Fisco, per circa mezzo milione di Euro ed il deferimento alla Procura di 18 persone fisiche, tra titolari e rappresentanti legali delle società coinvolte, compreso il commercialista formiano con le accuse di “dichiarazione fraudolenta, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed occultamento e distruzione di scritture contabili”.
L’operazione, che mira al recupero effettivo alle casse dello Stato delle somme illecitamente non dichiarate e corrisposte all’Erario, è stata coordinata – come detto – dalla Procura di Cassino che, a fronte delle indagini espletate dai Finanzieri formiani, ha chiesto ed ottenuto l’emissione di un’ordinanza di misura cautelare reale che, contemplata dall’articolo 12 bis del decreto legislativo numero 74/2000, è stata nel frattempo notificata nei confronti delle principali società coinvolte e dei relativi rappresentanti legali.