CASSINO – “Il convegno di oggi che apre una tre giorni di confronto su un tema di fondamentale importanza per il nostro Paese. L’integrazione ospedale – territorio deve essere il vero obiettivo di ogni amministratore che si occupa di sanità e di ogni figura professionale che al suo interno opera.”
Queste le parole con cui il sindaco di Cassino, Giuseppe Golini Petrarcone, ha aperto nel pomeriggio il suo intervento all’interno della Sala degli Abati di Palagio Badiale in occasione del convegno “L’integrazione ospedale-territorio: per il recupero e mantenimento dell’autonomia”.
“Sono anni – ha continuato il sindaco – che si parla di integrazione ospedale – territorio nella ferma e giusta convinzione che rappresenti, al pari dell’integrazione socio – sanitaria, la base per una corretta gestione della sanità. Ogni cittadino, e di questo parliamo oggi, di qualsiasi età, etnia, estrazione sociale, deve essere guidato innanzitutto in un percorso di prevenzione e di educazione alla salute psicofisica che parte dal medico di base, passa per l’assistenza sanitaria territoriale fino ad arrivare alle attuali Case della Salute. Ancora di più qualora dovesse manifestarsi un’eventuale patologia il paziente deve essere condotto per mano attraverso percorsi clinico – assistenziali condivisi che vedono lavorare in sinergia unità operative territoriali ed ospedalieri. Non più un lavoro del singolo, ma un lavoro integrato, complessivo, a 360 gradi, che va a coinvolgere contemporaneamente i medici, il personale paramedico, terapisti, psicologi, assistenti sociali, operatori del terzo settore in un concetto di medicina che non è quello banalmente concentrato sulla malattia, ma che è quello che mette al centro di tutto la persona, in questo caso il paziente, ed il suo personale modo di vivere la propria malattia e di sperare in una guarigione. Ecco, quindi, che l’integrazione territoriale diventa il punto focale per assicurare un’assistenza completa e personalizzata, in cui l’agenda di vita di ogni paziente viene sfogliata e letta attentamente, divenendo parte integrante di un puzzle dove l’anamnesi e l’esame obiettivo sono i tasselli che la completano. In questo modo ad un’assistenza sensibile e completa si unisce l’ottimizzazione delle risorse, evitando inefficaci e inefficienti duplicazioni di servizi, favorendo la razionalizzazione degli stessi e l’accessibilità agli stessi. Per attuare tutto ciò è necessario che la comunicazione tra operatori non avvenga solo su un piano di disponibilità del singolo sanitario, ma secondo protocolli stabiliti e sperimentati a cui si va ad aggiungere la professionalità e la sensibilità del personale medico e paramedico. Per fare in modo che tutto questo si sviluppi in maniera concreta diventando prassi e non eccezione, fondamentale è anche e soprattutto il lavoro svolto dalla Regione Lazio in ambito sanitario attraverso il potenziamento dell’assistenza territoriale che ha visto la nascita nel nostro territorio di strutture, e mi riferisco alle Case della Salute, imperniate sulla prevenzione e sul trattamento delle patologie croniche la cui funzione trova efficacia grazie all’osmosi con tutta la medicina territoriale e con l’ospedale per intensità di cure che deve essere ultimo baluardo di una società che tutela veramente i suoi cittadini. In conclusione voglio rivolgere un ringraziamento e fare i complimenti al professor Di Cioccio e a tutti gli organizzatori di questo convegno per averci offerto la possibilità di confrontarci su un tema così importante per tutti noi e per il nostro territorio.”
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