MINTURNO -“Se vuoi lavorare tranquillo quà, devi andare a metterti a posto” . Il tempo trascorso è stato notevole – ben 13 anni – e questo fattore probabilmente ha inciso nella portata della sentenza emessa dal presidente della seconda sezione penale del Tribunale di Latina che, presieduta dal giudice Gianluca Soana, ha assolto dalla pesante accusa di estorsione quattro uomini.
Finirono nei guai nel lontano 2010 quando si rivolsero presso i Carabinieri della Compagnia di Formia alcuni imprenditori edili che denunciarono specifici tentativi di estorsione a loro danno nello svolgimento di alcuni lavori pubblici promossi dal comune di Minturno. Il tenore delle richieste estorsive non ammetteva interpretazioni: l’”andare a metterti a posto” avrebbe richiesto il pagamento di una forma di protezione presumibilmente a favore del clan camorristico dei Casalesi.
Alle indagini dei Carabinieri seguirono anche le dichiarazioni di un collaboratore campano di giustizia, le cui accuse, sia nel corso dell’attività investigativa che di quella dibattimentale, non hanno mai trovato alcun riscontro. Da qui la richiesta del sostituto Procuratore Valerio De Luca di chiedere ed ottenere l’assoluzione per non aver commesso il fatto a favore dei quattro imputati difesi dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo, Maurizio Faticoni e Mauro Improta.
I Carabinieri di Formia, indagando all’epoca sulle presunte estorsioni, accertarono infine anche una serie di cessioni di sostanze stupefacenti sull’intero territorio del sud pontino. Per questo capo d’imputazione il Tribunale di Latina ha dichiarato l’intervenuta prescrizioni per le ipotesi di cessione di stupefacenti a carico degli altri imputati, difesi dagli avvocati Cardillo Cupo, Improta, Valentina Macor e Massimo Perrino . Tra novanta giorni è previsto il deposito delle motivazioni della sentenza del giudice Soana.