GAETA – Non sono tardate ad affiorare le prime conseguenze politiche scaturite dall’ordinanza con cui il Gup del Tribunale Massimo Lo Mastro ha disposto lunedì il rinvio a giudizio per 13 tra amministratori e dirigenti – molti dei quali in carica – del comune di Gaeta e dell’ex Consorzio industriale del sud pontino con le accuse di lottizzazione abusiva, turbata libertà degli incanti e abuso d’ufficio in ordine alla vendita del piazzale dell’ex stazione ferroviaria ad una società immobiliare di recente costituzione. Le minoranze di centro sinistra quanto chiederanno nell’infuocato consiglio comunale del 22 dicembre – all’ordine del giorno spicca l’approvazione del bilancio di previsione 2024-2026 – lo hanno anticipato all’indomani della decisione del Gup di far svolgere, a decorrere dal 19 marzo 2024, un processo per l’alienazione dello strategico piazzale nel centro urbano di Gaeta.
Per i consiglieri di minoranza Franco De Angelis (“Insieme con Silvio D’Amante sindaco”), Emiliano Scinicariello (Pd) e Sabina Mitrano (Gaeta Comunità di Valore) innanzitutto la Giunta Leccese deve dare mandato “al dirigente competente”, che a questo punto non può essere più la dottoressa Della Notte, anche lei rinviata a giudizio – di avviare l’iter per l’acquisizione a patrimonio pubblico dell’area, l'”unica azione possibile da compiere nell’esclusivo interesse della città e dei suoi cittadini”. Questa potrebbe rivelarsi un’iniziativa politicamente rivelante per verificare un eventuale ripensamento dell’amministrazione Leccese che, prima del pronunciamento del Gup Lo Mastro, aveva detto di no all’avvio della procedura per trasferire il parcheggio della stazione nel patrimonio inalienabile del comune di Gaeta.
La Giunta di centro destra confermerà questo legittimo orientamento politico o potrebbe aprire uno spiraglio in vista dell’imminente inizio del processo davanti il collegio penale presieduto dal giudice Claudio Marcopido? Se i prossimi saranno giorni determinanti a tal riguardo, le minoranze hanno chiesto che la dirigente del settore “Riqualificazione urbana” del comune Della Notte, al secondo rinvio a giudizio nel giro di pochi mesi, venga rimossa dal settore che attualmente dirige e indirizzata ad altro incarico, “a conferma di quanto già richiesto lo scorso 30 settembre” quando la dirigente formiana venne rinviata a giudizio dal Gup del Tribunale per una falsa relazione inviata al Consiglio di Stato relativamente al frazionamento dell’ex vetreria Avir.
I consiglieri Scinicariello, De Angelis e Mitrano, poi, hanno chiesto che l’attuale vice sindaco ed assessore all’urbanistica Teodolinda Morini, lunedì rinviata a giudizio insieme agli altri 12 indagati, e Stefano Martone, in quanto legale difensore del padre Alessandro – ex assessore anch’egli rinviato a giudizio – dunque in palese conflitto di interessi, si dimettano immediatamente dal loro incarico. Ed il monito al sindaco Leccese è chiaro: se non dovesse provvedere, un’analoga istanza verrà inviata al Prefetto di Latina Maurizio Falco. Naturalmente i consiglieri De Angelis, Scinicariello e Mitrano osservano coma i 13 rinvii a giudizio per la vicenda della vendita del piazzale dell’ex stazione costituisca “uno spartiacque nella politica gaetana degli ultimi anni. Conosciamo bene il valore di questo passaggio e sappiamo che non si tratta di una condanna. Ciononostante non possiamo disconoscerne la significatività dal punto di vista politico. La vicenda era apparsa fin da subito di una portata clamorosa, benché molta politica avesse ripetutamente provato a minimizzarne l’importanza, anzi rivendicandola spesso come una scelta consapevole”.
Diverse volte la querelle di quella “strana vendita” di un’area tanto importante nel centro di Gaeta era stata portata all’attenzione del Consiglio Comunale di Gaeta dalle minoranze succedutesi negli ultimi anni – De Angelis e Scinicariello nella scorsa consiliatura, Scinicariello, Mitrano e D’Amante in quella attuale – arrivando in due casi all’approvazione di una mozione all’unanimità. La mozione votata lo scorso 4 maggio sembrava far prendere alla vicenda una piega finalmente positiva per la città “ma l’impegno che il Consiglio Comunale chiese al Sindaco Leccese ed alla sua Giunta è stato scientemente disatteso dal Sindaco stesso, quasi a voler sovvertire il significato di quel voto. Adesso con il rinvio a giudizio, non solo dei componenti politici e tecnici del Consind, ma soprattutto della parte politica e dirigenziale del Comune di Gaeta, vengono confermati tutti i dubbi che le minoranze avevano sollevato in questi ultimi anni sulla vicenda e sulla condotta della politica locale, con a capo l’ex sindaco ed attuale consigliere regionale di Forza Italia Cosmo Mitrano”.
I consiglieri Scinicariello, De Angelis e Mitrano polemizzano ora con l’ex sindaco Mitrano che irrise in occasione delle manifestazioni di protesta organizzate nei mesi scorsi. E, nonostante, “una mozione votata e poi disattesa dal sindaco Leccese, e nonostante il silenzio complice della maggioranza consiliare, attuale e precedente.”. Le minoranze consiliari tengono a sottolineare come il rinvio a giudizio del Gup Lo Mastro – “lo ribadiamo in quanto convintamente garantisti e a scanso di sciatte strumentalizzazioni, non è una condanna, ma solo l’avvio di un procedimento giudiziario. Non è possibile però trascurare l’impatto che la vicenda ha, ed avrà, dal punto di vista politico, poiché dopo anni di strapotere muscolare indifferente ad ogni critica – anche se costruttiva – posta dalle minoranze, inizia a vacillare qualche certezza. E forse il popolo degli “Avantitutta” potrebbe optare per un più salutare rallentamento.”
Quasi contemporeamente c’è stata un’analoga presa di posizione del Movimento Cinque Stelle che, nello specifico, chiede la “testa” del vicesindaco edassessore all’Urbanistica Teodolinda Morini: “Ci meravigliamo – esordisce Simone Avico – come non si renda conto che la sua presenza in giunta sia diventata incompatibile per il ruolo istituzionale svolto alla luce della vicenda del diniego dell’accesso agli atti ad un suo confinante, della denuncia per abusivismo edilizio di un suo congiunto e, non ultimo, il rinvio a giudizio sulla svendita della stazione”.
“Pur non trattandosi di una sentenza definitiva è sotto gli occhi di tutti che, se aggiunto ai numerosi contenziosi dell’assessore sopra citati, all’assenza di risposte alle nostre, seppur scomode, domande viene a delinearsi un quadro piuttosto imbarazzante – rincara la dose Avico – per l’onorabilità dell’ente, quale il Comune di Gaeta. Dal momento che la stessa assessora fino ad oggi non dimettendosi ha dimostrato un’assoluta mancanza di rispetto della moralità pubblica ci rivolgiamo per il momento al Sindaco Cristian Leccese affinché ritiri immediatamente le deleghe al ViceSindaco Morini. Le nostre richieste non possono più essere degradate come mera forza politica in opposizione all’amministrazione comunale. Per il MoVimento 5 Stelle la politica non è un gioco delle parti e il nostro primo obiettivo in questa vicenda è quello di salvaguardare la dignità delle istituzioni da una sciatteria politica e un’indecenza democratica del tutto singolare: Teodolinda Morini non può più ricoprire i suoi incarichi”. Punto.