FORMIA – “Il sindaco Taddeo non può chiedere il contributo delle minoranze da una parte e nel momento in cui lo riceve definisce i nostri interventi lezioni di banalità”. Si è sfiorata l’altra sera la rissa verbale nel consiglio comunale quando al quarto punto dell’ordine del giorni il nuovo regolamento dei dehors, degli spazi su suolo pubblico per la somministrazione di alimenti. A censurare il comportamento politico del Primo Cittadino è stato il capogruppo della lista “Guardare Oltre” Imma Arnone a cui si sono affiancati i consiglieri comunali della Lega Antonio Di Rocco ed Amato La Mura che hanno preferito abbandonare l’aula consiliare nel momento in cui la situazione stava degenerando: “Quello del Primo Cittadino è stato l’altra sera in Consiglio un intervento sconsiderato ed inopportuno in considerazione del tono assolutamente pacato e costruttivo dei lavori. Il Sindaco deve saper gestire i suoi improvvisi momenti di nervosismo ed evitare di offendere i rappresentanti delle minoranze democraticamente eletti”.
La discussione, sino in quel momento pacata (e forse sin troppo), è precipitata improvvisamente quando il sindaco Taddeo ha definito “lezioni di banalità” gli interventi dei capigruppo della Lega, del Pd, della lista civica “Guardare Oltre” e del Movimento Cinque Stelle-Un’altra città”, Antonio Di Rocco, Luca Magliozzi, Imma Arnone e Paola Villa che, dopo aver annunciato la loro disponibilità a votare il nuovo regolamento sui dehors (sulla scorta dell’istruttoria promossa nelle commissioni congiunte Urbanistica, Lavori Pubblici e Attività Produttive “grazie all’ottimo) avevano chiesto il rinvio dell’argomento all’ordine del giorno.
Il motivo? L’ha illustrato nel suo intervento il capogruppo Arnone rimarcando come, a distanza di 11 anni dall’ultimo regolamento sui dehors, l’istruttoria nelle commissioni congiunte ha messo in evidenza la mancata previsione di uno strumento in grado di mettere ordine al settore. “Il regolamento prevede tutto ed il contrario di tutto e non va bene – ha detto la dottoressa Arnone – Ci aspettavamo che questo regolamento venisse affiancato da una necessaria zonizzazione. La città urbanisticamente e sul piano paesaggistico ed architettonico si differenzia da zona a zona, anche a distanza di alcune centinaia di metri. L’amministrazione comunale lo sa ma non ha ancora provveduto. Questo regolamento ha una debole e precaria applicazione nel momento in cui un’istituzione come la Soprintendenza potrebbe censurare la sua operativa nelle realtà vincolate sul piano storico come i quartieri di Mola e Castellone, nella frazione di Maranola o, nel centro urbano, faccio un esempio, in piazza Santa Teresa”.
Al dibattito è intervenuto, oltre all’ingegner D’Avino, anche l’assessore all’urbanistica Marcello Anastasio Pugliese che ha annunciato “quanto prima” l’approvazione della zonizzazione per l’applicazione dello stesso regolamento. Queste rassicurazioni sono state restituite al mittente dal capogruppo Arnone che, affiancata dai colleghi Di Rocco, Magliozzi e Villa, le ha definite pericolose: “Io non voglio mettermi nei panni di un imprenditore o di un esercente di bar che, dopo l’approvazione di questo semplicistico regolamento, opera un investimento e acquisti o rinnovi le attrezzature per la somministrazione all’aperto. Non vorrei che poi intervenga un’autorità superiore e dica che quell’investimento non è conferme sul piano urbanistico e funzionale per quell’area nel quartiere x. Gli imprenditori in questa fase di incerta situazione economica hanno bisogno di certezze e di garanzie – ha detto il capogruppo Arnone – e non di pilateschi poi vedremo”.
Il nervosismo del sindaco Taddeo è affiorato con tutta la sua veemenza verbale quando le minoranze hanno fatto rilevare come la mancanza di una forma di zonizzazione alimenti nel comparto una forma di incertezza e di illegittimità istituzionalizzata: “Avremmo potuto fare da soli e invece abbiamo deciso di avviare con le minoranze una forma di concertazione. E qual è stato il risultato? Sieti venuti qui ad offenderci. Questo regolamento, dopo 11 anni, metterà ordine al comparto”.
A questo punto si è scatenata la bagarre verbale. Se la consigliera di maggioranza Caterina Nocella viene richiamata dal presidente del consiglio Pasquale Cardillo Cupo per aver tacciato le minoranze di aver fatto nei loro interventi “chiacchiere inutili”, il capogruppo del Pd Magliozzi mostrava i denti nei confronti del sindaco Taddeo (“non tollero da lei di essere gratuitamente offeso”) mentre il collega di gruppo Alessandro Carta doveva ricorrere al suo self control dopo che il primo cittadino aveva rivelato di aver ricevuto dal padre, l’ex assessore ai Lavori Pubblici Francesco Carta, un esposto sulla mala-movida nel quartiere di Mola per gli inesistenti controlli da parte di chi è preposto del comune di Formia.
I consiglieri della Lega Di Rocco e La Mura davanti a questa imbarazzante situazione preferivano togliersi il disturbo. In sede di notazione i quattro consiglieri comunali presenti (Magliozzi, Carta, Arnone e Villa) si astenevano a fronte dei 14 consiglieri comunali che votavano a favore. Tra questi anche due consiglieri eletti nelle minoranze, Francesco Agata Di Nitto e Caterina Merenna che, pur stazionando opportunisticamente nel fantomatico gruppo degli indipendenti, sono parte integrante della maggioranza.
Correttezza comportamentale ed etica politica imporrebbero loro una dichiarazione politica per motivare da tempo una scelta legittima. Non arriverà mai perché una loro ufficiale adesione alla maggioranza significherebbe per quest’ultima perdere delle rappresentanze nelle varie commissioni a favore…naturalmente delle stesse minoranze. Un’altra banalità.
(In copertina foto di repertorio)