FROSINONE – Con lo svolgimento, oggi, della quinta udienza prosegue la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale nell’ambito del processo di secondo grado per la morte e l’occultamento del cadavere di Serena Mollicone. Davanti la prima sezione della Corte d’assise d’appello è atteso uno dei 44 testi citati dalla Procura generale. Si tratta della botanica Elena Pilli, la cui relazione nel corso del processo di primo grado aveva definito compatibili le tracce lignee rinvenute sui nastri adesivi che avvolsero il naso, la bocca ed il collo di Serena con quelle della porta del bagno della Caserma di Arce contro la quale sarebbe stata scaraventata la 18enne studentessa.
Nello specifico – a dire della dottoressa Pilli – questi microframmenti lignei rinvenuti sullo scotch che immobilizzò alcune parti del corpo senza vita di Serena “sono costituiti da una miscela di famiglie di piante, le cui sequenze, in alcuni casi sono perfettamente sono sovrapponibili a quelle dei campioni prelevati dalla porta sequestrata”. I periti delle difese hanno sempre contestato questo studio.
Obiettano come la stessa Pilli abbia definito “parzialmente compatibili e non compatibili” con il legno della porta 12 delle 18 tracce isolate dalla botanica del Ris. Il programma dell’udienza di giovedì prevede, qualora ci fossero tempo e modo, l’intervento dello criminologo e portavoce del pool difensivo di Franco, Annamaria e Marco Mottola, il professor Carmelo Lavorino.
Quella del 21 dicembre sarà l’ultima udienza del 2023 per quanto riguarda il processo d’appello per il delitto di Serena Mollicone. Si tornerà poi in aula il 24 ed il 30 gennaio 2024.