GAETA – Nessuna speculazione. La verità è un’altra. All’Ana Ugl non sono piaciute le insinuazioni circolate nelle ultime ore a Gaeta relativamente all’annullamento della prima edizione della “Fiera delle Luminarie e delle Regioni 2024”. Si sarebbe dovuta svolgere in via Marina di Serapo, dal 4 al 7 gennaio, nel tratto ricompreso tra Via Serapide e Via Firenze. Il sindaco Cristian Leccese aveva rivisto il 2 gennaio anche la circolazione stradale quando l’organizzazione dell’importante evento, l’associazione “Unica Core Event Food” aveva comunicato l’impossibilità di svolgere l’iniziativa perché la metà degli espositori, provenienti da moltissime regioni del centro sud Italia, avevano annunciato il proprio forfait a causa del Covid 19 contratto in concomitanza del Capodanno.
“Siamo stati noi a comunicare al comune l’annullamento della fiera – ha tenuto a precisare il segretario nazionale dell’Ana Ugl Marrigo Rosato – perché non avrebbe avuto senso tenere un’esposizione con la metà di coloro che aveva deciso di venire a Gaeta per animarla. Appena sarà possibile l’evento sarà recuperato”.
Questa presa di posizione degli organizzatori arriva all’indomani delle pressioni ricevute dal Comune di Gaeta a non autorizzare lo svolgimento di questo inedito e atteso evento espositivo. Il presidente della sede cittadina della Confcommercio Lazio Sud Anthony Reale era stato sin troppo chiaro nel chiedere al comune di Gaeta di bloccare la manifestazione perché “non concordata con la nostra Associazione. Si tratta – aveva detto – di una scelta che penalizza fortemente i commercianti locali”.
Reale si era rivolto al sindaco Leccese e all’assessore al commercio del comune per bloccare l’arrivo di una cinquantina di operatori del settore in concomitanza della Befana 2024: “Non siamo d’accordo con la scelta ponderata dall’amministrazione – aveva detto Reale -.A nostro avviso, il comune ha il dovere di supportare in primis le attività del nostro territorio che contribuiscono al benessere economico del comprensorio e attendono puntualmente determinati periodi dell’anno per incrementare le vendite. Questa iniziativa, invece, penalizza proprio i nostri commercianti, i nostri imprenditori già in sofferenza per il quadro economico generale”.
“La manifestazione non è stata concordata né condivisa con la nostra associazione – aveva aggiunto il Presidente di Confcommercio Gaeta – in merito all’opportunità dello svolgimento della stessa nelle date stabilite. La presenza di circa 50 espositori si trasforma così una sorta di concorrenza per le attività locali che già subiscono la presenza del mercatino posizionato all’interno della manifestazione ‘Favole di Luce’. Inoltre, i giorni 4-5- 6-7 gennaio, proprio in quanto ultimi scampoli delle festività natalizie, avrebbero rappresentato per i commercianti locali l’opportunità di implementare il loro lavoro. La presenza di circa 50 stendisti, che si aggiungono agli espositori già presenti nel villaggio suindicato, rappresenta dunque un ulteriore grave problematica per le attività del territorio”.
“Alla nostra richiesta di un incontro con l’assessore, finalizzata anche a condividere un eventuale riprogrammazione dell’evento in altro periodo dell’anno, redatta e protocollata dalla Confcommercio, non è seguito alcun riscontro da parte di quest’ultimo – aveva tuonato Reale – Per tutti questi comprensibili motivi, la nostra realtà, da sempre vicina agli attori imprenditoriali del comprensorio, in loro tutela, non condivide l’iniziativa”.
Insomma quando stava iniziando l’ennesima guerra tra poveri e tra associazioni di categoria a mettere le cose ci ha pensato – o almeno – il Covid 19 facendo tirare letteralmente un sospiro di sollievo all’amministrazione comunale di Gaeta che peraltro aveva concesso il patrocinio alla prima della “Fiera delle Luminarie e delle Regioni 2024”. L’Ana Ugl non ha voluto aggiungere alcunchè tranne che il raggiungimento di un altro risultato “ottenuto grazie all’impegno della nostra associazoone a favore dell’ambulantato su scala laziale”. La regione Lazio nei giorni scorsi ha pubblicato la Determina con la quale sono stati aggiornati gli elenchi delle attività, botteghe, mercati e fiere storiche che, in seguito ai censimenti svolti dai Comuni “in collaborazione con la nostra associazione”, hanno ottenuto il riconoscimento di “Mercato e fiera di valenza storica del Lazio” e di “Bottega e attività storica del Lazio”.
Inoltre la stessa Regione aveva pubblicato il “Manuale d’uso dei Loghi” con il quale si stabiliscono le regole per l’uso dei marchi che dovranno essere obbligatoriamente esposti da tutte le attività che sono state riconosciute storiche e che sono inserite nell’Elenco pubblicato dalla Regione Lazio. Nell’ambito delle 627 domande di iscrizione nell’alenco Regionale, di cui 29 mercati, 24 fiere e 94 “urtisti” sono stati inserite le seguenti Fiere e Mercati: quella della fiera di San Giuliano (di cui si hanno cenni storici dal 27 gennaio 1670), della fiera Madonna del Soccorso (dall’anno 1521) e del mercato settimanale di Cori (dal II^ secolo A vanti Cristo e documentazione dal1959); del Mercato settimanale di Aquino (dal 26 marzo 1540), della fiera di Sant’Onorato (dal 1940 circa) e del mercato settimanale di Via Mola S. Maria a Fondi (inizi del 1900), della fiera di San Giovanni (dal 1903), di quella di Sant’Erasmo (dal 1937), del mercato settimanale del giovedì (dal 1950) e del mercato del pesce di Formia (dal 1950), del mercato coperto (dagli anni ’30) e di quello americano del martedi a Latina (dagli anni ’30), della Madonna del Colle a Lenola (dal 1628) e, per quanto riguarda proprio Gaeta, la fiera Madonna di Sant’Anna (dal 1960 circa), la fiera di Sant’Erasmo e Marciano (dal 1960 circa), la fiera della Madonna di Porto Salvo ( dal 1926 circa) e, infine, il mercato settimanale (dal 1937).
“Le fiere ed i mercati di cui è stata certificata la loro storicità fondano la loro nascita al culto ed ai riti religiosi in favore di Santi e delle Madonne – ha aggiunto Marrigo Rosato – Hanno radici antichissime, secolari, in alcuni casi millenarie. I mercati trovano origine persino nei Fori della Roma Imperiale e nel piccolo commercio dei mercati in cui si vendevano anticamente le terraglie, i cesti, i vimini, gli animali ed altri prodotti, alimentari e non, che soddisfacevano le necessità di piccole comunità che, nei borghi di paese, attendevano gli ambulanti per le loro necessità di approvvigionamento e/o per vivere momenti di festa e di socialità. I mercati e le fiere sono sempre stati luoghi di vita e di incontro tra le persone, in cui si sviluppano le relazioni umane, gli scambi culturali, in cui si respirano i profumi delle merci esposte e si vive la magia dei colori e della vivacità delle bancarelle. Così, nei secoli e fino ad oggi, hanno reso vive le strade e le piazze dei nostri borghi e delle nostre città. Il riconoscimento e l’inserimento nell’elenco darà luogo alla erogazione dei contributi che la Regione Lazio metterà a disposizione dei Comuni e delle attività per sviluppare azioni di promozione e valorizzazione ed altro che – ha concluso il segretario nazionale dell’Ana Ugl – saranno definiti nei “Programmi di Intervento per la salvaguardia e valorizzazione delle botteghe ed attività storiche”.