FORMIA – Solo grazie al provvidenziale intervento di alcuni clienti frequentanti un noto locale di Largo Paone, nel tratto iniziale di via Vitruvio, il cuore della movida di Formia, l’aggressione compiuta ai danni di una donna ucraina di 26 anni non ha conosciuto un epilogo ben più grave. E’ la convinzione dei Carabinieri della locale Stazione dopo aver arrestato con l’accusa di lesioni aggravate Giovanni B., il 33enne di Formia che, gravato da reati contro la persona ed il patrimonio (l’ultima volta finì nei guai fu per la truffa per un importo di circa 100mila euro compiuta ai danni di una coppia di anziani), ha aggredito con calci e pugni la donna con la quale conviveva da 8 mesi.
Alle prese con uno stato di ubriachezza e di violenta una crisi di gelosia, il 33enne procurava alla compagna contusioni al viso ed al collo oltre che una copiosa perdita di sangue dal naso. La seconda svolta dell’intera vicenda si registrava subito dopo all’ospedale Dono Svizzero dove l’ucraina veniva trasferita a bordo di un’ambulanza del 118. E mentre i Carabinieri rintracciavano e arrestavano subito in flagranza l’aggressione, la vittima rifiutava a sorpresa le cure per timore di possibili ritorsioni. Ma la capacità di persuasione dei Carabinieri convinceva la giovane donna a collaborare, insieme ad alcuni testimoni oculari, alle indagini. Lo faceva consegnando ai militari il proprio telefonino, dal cui esame emergeva un’altra e triste verità. Erano mesi ormai che la 26enne era vittima di soprusi, di natura fisica e psicologica, da parte del compagno a causa delle sue continue crisi di gelosia.
Da qui la seconda imputazione nei confronti dell’uomo, denunciato anche per maltrattamenti in famiglia. La ricca informativa dei Carabinieri di Formia è stata condivisa, oltre che dal sostituto procuratore Alfredo Mattei, anche da parte del Gip del Tribunale di Cassino che, pur non convalidando l’arresto (secondo il magistrato l’arresto non sarebbe stato compiuto in differita di qualche ora) ha confermato il carcere per il 33enne formiano emettendo una specifica ordinanza di custodia cautelare.
Il legale di Giovanni B., l’avvocato Arturo Buongiovanni, ha comunque preannunciato ricorso al Riesame contro il provvedimento restrittivo.