FORMIA – “The Blue Project” è il titolo del nuovo progetto musicale ideato e diretto dall’artista Giuppi Paone a Formia (Lt). Si tratta di un coro amatoriale a cappella, un gruppo eterogeneo di varie età, in cui possono trovare posto alcuni cantanti professionisti accanto a dilettanti senza alcuna preparazione musicale. Un coro jazz – genere nel quale brilla la compistrice, soprano, jazz vocalist, direttore di ensemble jazzistici, arrangiatrice sia per orchestra jazz – che si propone di essere divertente e coinvolgente, che utilizza i molteplici linguaggi e tecniche della sfera del jazz e dell’improvvisazione.
La Paone – che si occupa di didattica del canto e dell’improvvisazione da quarant’anni, per decenni docente ed organizzatore della Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma, nonché membro del Direttivo dell’Associazione Italiana Insegnanti di Canto e titolare della cattedra di Canto Jazz nei conservatori di Ferrara e di Frosinone e dal 2013 al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli – terrà per il “The blue project” quattro lezioni.
Si tratterà di quattro incontri intensivi, per un totale di quaranta ore, presso l’ex- Teatro “Bertolt Brecht” di via delle Terme Romane a Formia, nei seguenti weekend: 20/21 gennaio; 10/11 febbraio; 2/3 marzo e 16/17 marzo (con orari sabato:10-13 e 14-17; domenica 9.30-13.30). A questi incontri dal vivo si sommeranno anche quattro lezioni di supporto online.
“Come annuncia il titolo, The Blue Project, il repertorio di questo modulo girerà intorno alla parola blue e ai vari significati che assume nel mondo anglo-americano e nel linguaggio slang del jazz, ovvero: il nome proprio del colore blu, che in inglese come in italiano comunica una sensazione di serenità; quando però non descrive il colore delle cose, blue in inglese è un predicato che si riferisce ad una certa qualità della cosa o della persona, traducibile con triste, noioso, squallido; quando poi il blue diventa plurale, ecco a voi i blues” – spiega Giuppi Paone.
“Non ‘il’ blues. Blues è sempre plurale in inglese, non ne viene mai uno da solo, vengono a frotte, e vengono dall’esterno. Sono brutte cose che possono distruggerti. Una persona al massimo può cercare di farli andar via cantando o suonando. Il repertorio girerà dunque intorno a questi tre significati della parola blue. Saranno brani a cappella, arrangiamenti da standard song, creati appositamente da me o adattati per le voci e le reali possibilità vocali dei partecipanti, legati insieme da groove improvvisati, da improvvisazioni libere o su strutture” – aggiunge ancora.
A tutto questo si sommeranno esercizi di respirazione, postura, consapevolezza corporea e movimento, intonazione corale, tecniche vocali, introduzione allo swing, vocalizzi jazzistici, scat singing; ma anche elementi di beat box e body percussion; partiture, esercizi e basi audio su cui studiare fornite via email, whatsapp o durante le lezioni di supporto online; tecniche di memorizzazione e integrazione con il movimento.
“The Blue Project” si propone dunque come un seminario musicale con l’esperienza corale. Per informazioni, costi e iscrizioni è possibile contattare i seguenti numeri 335 740 1969 – 392 250 6132.