ARCE – Sarà ancora battaglia martedì tra le parti civili e le difese nella nuova udienza, la settima, del processo di secondo grado per l’omicidio, avvenuto nel lontano 1 giugno 2001, di Serena Mollicone. L’udienza, che potrebbe rappresentare una sorta di giro di boa nel giudizio d’appello, proseguirà da dove è terminata l’ultima di mercoledì scorso quando i criminologi Luciano Garofano e Roberta Bruzzone si erano dichiarati convinti della circostanza, avvalorata dal teorema di Bayes, secondo la quale la studentessa di Arce sarebbe stata uccisa nella caserma dei Carabinieri di Arce.
Martedì sono attesi altri due periti citati dagli avvocati Dario De Santis e Federica Nardoni per conto degli zii della vittima, Antonio ed Armida Mollicone, e, più precisamente il medico legale Luisa Regimenti – l’attuale assessora regionale alla sicurezza – e la psicologa forense Laura Volpini. Successivamente i riflettori saranno puntati sui principali consulenti nominati, invece, dai difensori dei tre principali imputati, Franco, Annamaria e Marco Mottola. Davanti ai giudici della prima sezione penale della Corte d’Assise d’appello sono attesi i criminologi e psicologici forensi Carmelo Lavorino ed Enrico Delli Compagni e l’ingegnere Cosmo Di Mille.
Naturalmente evidenzieranno, in base alle loro consulenze, come Serena non sia stata uccisa in caserma ma da una persona rimasta ignota nel corso di questi 23 anni e forse nello stesso boschetto di Fonte Cupa dove la studentessa venne trovata cadavere due giorni dopo la sua scomparsa. La Corte d’assise d’appello ha fretta di chiudere il dibattimento ed il suo presidente Vincenzo Capozza ha espresso la volontà di effettuare una scrematura e, dunque, di non ascoltare i rimanenti 30 testi citati dalla Procura generale nella richiesta, accolta, di rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale. Nelle tre udienze già fissate per i prossimi 6, 8 e 22 febbraio potrebbe essere la stressa Procura generale indicare quali dei testi citati meritevoli di essere ascoltati.