GAETA – Non è stata senz’altro un buona giornata quella che mercoledì ha trascorso il sindaco di Gaeta Cristian Leccese. La morte di un’icona di Gaeta degli ultimi decenni, Vincenzo Ciano, detto “Cianiello”, presso una struttura assistenziale di Belmonte Castello in cui viveva da oltre 20 anni, in provincia di Frosinone, era stata resa nota alla cittadinanza dallo stesso primo cittadino. Ha deciso di pubblicare, di concerto con il Dipartimento dei servizi sociali del comune, un manifesto funebre che è stato doveroso per tre quarti. Il sindaco Leccese ha definito Cianiello “mitico”, ma dopo una virgola “Re dei folli”. Simone Cristicchi se avesse conosciuto Vincenzo forse avrebbe scritto un altro testo di “Ti regalerò una rosa”, lo stesso avrebbe fatto Flavio Bucci interpretando nel 1977 in maniera magistrale la vita travagliata di uno dei monumenti della pittura italiana del ‘900, Antonio Ligabue.
E invece il sindaco di Gaeta non doveva avere alcuna autorità, anche di natura professionale, a definire “Cianiello” “Re dei Folli” perchè la follia di Vincenzo era dettata solo dalla necessità di avere affetto e attenzione dopo una vita amara e caratterizzata, esattamente da cinquant’anni, dalla violenta morte, rimasta impunita, del fratello Pietro. Fu massacrato a coltellate solo perchè qualcuno voleva impossessarsi delle 300mila lire vinte a carte nel bar Eden.
Il primo, in ordine, a stigmatizzare l’infelice esternazione del sindaco di Gaeta è stato un ex assessore della stessa area politica e dello stesso comune: “Pillole di inadeguatezza (che si ricopre impropriamente) – ha scritto sui social Pasqualino De Simone – Perchè accentuar un aspetto che riporta ad un disagio, ad un disturbo ancora oggi (purtroppo) soggetto a stigmatizzazione sociale? E’ ‘follia’ istituzionale mettere in vetrina – aveva aggiunto l’ex assessore alla Polizia Locale del comune di Gaeta – il ‘personaggio’ svilendo la ‘persona’ che merita rispetto e accoglimento, a prescindere!”.
A centrare dopo alcune ore il bersaglio è stato il consigliere di opposizione e presidente della commissione Trasparenza Franco De Angelis: “Quella del sindaco Leccese e della sua inadeguata segreteria, che vive costantemente nelle favole, è stata una volgare caduta di stile. Sono sconcertato perchè conoscendo la professionalità delle persone che lavorano del dipartimento dei servizi sociali del comune mi chiedo se hanno o meno condiviso questo manfesto che peraltro viola la privacy”.
L’affondo più pesante al sindaco Leccese l’ha portato l’ex candidato a sindaco Sabina Mitrano: “Davvero ha suscitato un forte
senso di amarezza in molti cittadini il modo in cui è stata affrontata dal Sindaco la questione relativa alla morte di Vincenzo Ciano. Certamente un uomo conosciuto e ricordato da molti, soprattutto per i comportamenti certamente “sui generis” ma che erano dovuti al suo precario stato psichico, frutto di un’esistenza dolorosa e contrassegnata da un orrendo delitto del proprio fratello, che probabilmente ne ha segnato la salute e il benessere mentale – ha subito esordito la professoressa Mitrano – Proprio per questo non si capisce per quale ragione sia stato predisposto un necrologio istituzionale in cui è presente una espressione che lo definisce “Re dei folli”, quasi esaltandone una condizione che invece è conseguenza di tutto ciò che di doloroso la sua vita abbia prodotto, e che tutti noi possiamo solo immaginare e forse nemmeno comprendere a pieno”.
Ed ancora: “Esistono momenti in cui la comunità si stringe forte intorno a storie, ad eventi che segnano la vita di generazioni, e certamente la figura di questo personaggio ha segnato con la sua ‘bizzarria’ il ricordo di molti gaetani ai quali, soprattutto in quelli meno giovani, la sua morte lascia anche in bocca tutta l’amarezza di una vita vissuta al limite dell’irrazionalità e senza essere riusciti a capire e aiutare in qualche modo questo stato d’animo. Ma davvero da qui a ‘istituzionalizzare’ la follia, il ricordo della ‘bizzarria’ con l’espressione ‘Mitico Cianiello, Re dei Folli’, in un manifesto mortuario istituzionale è davvero fuori luogo, privo di senso, di rispetto”.
Per la consigliera Mitrano quella del sindaco Leccese è stata “una precisazione incomprensibile, frutto di una riflessione mancata su ciò che quella miticità, quella follia nascondeva, esprimeva, celava. Insomma, una brutta nota da parte di chi deve rappresentare i Cittadini, farsi incarnazione dei valori del rispetto e della dignità per tutti, soprattutto in momenti in cui proprio il rispetto, il silenzio e la riflessione sono d’obbligo”.