ALATRI – Nonostante non siano state ancora depositate da parte della Corte di Cassazione le motivazione dell’ordinanza che ha annullato una parte della misura cautelare in carcere per Roberto e Mattia Toson disponendo il rinvio ad un’altra sezione del Riesame, il processo per la morte, avvenuta il 30 gennaio 2023, di Thomas Bricca si svolgerà regolamente con il giudizio immediato. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Frosinone al termine dell’udienza inaugurale del processo per il delitto del 19enne di Alatri. Che dovesse essere, quella di venerdì, un’udienza essenzialmente tecnica lo hanno subito ribadito i legali dei due imputati, gli avvocati Angelo testa e Umberto Pappadia.
Avevano chiesto l’annullamento del decreto di fissazione del rito immediato e l’ottenimento di quello abbreviato condizionato alla derubricazione del reato ipotizzato dalla Procura di Frosinone, l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione in omicidio preteritezionale. Il magistrato titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Rosselle Ricca, affiancata in aula dal capo della Procura del capuologo ciociaro Antonio Guerriero, si è opposto alla duplice richiesta dalla difesa incassando subito il sostegno delle parti civili: l’avvocato Nicola Ottaviani per la madre di Thomas, Federica Sabellico, la collega Marilena Colagiacomo per il padre e la sorella della vittima, Paolo e Silvana Bricca, e l’avvocato Eugenia De Cesaris, legale di parte civile nominata dal comune di Alatri.
La Corte ha insistito per lo svolgimento del rito immediato sulla falsariga di quanto aveva deciso l’11 gennaio lo stesso Gip del Tribunale Fiammetta Palmieri: ci sono troppe aggravanti – come più volte sottolineato dalla Procura – a carico dei Toson, padre e figlio. Forse non avrebbero voluto uccidere Thomas (forse un amico dello studente che indossava il giubbotto avente lo stesso colore della vittma) ma il loro fu un agguato studiato nei minimi dettagli: era oscurata la targa della scooter su cui sarebbero arrivati in località Girone e da cui avrebbero sparato da una pistola (non lascia a terra bossoli) a tamburo il colpo che ha ucciso Thomas, per non farsi riconoscere avevano indossato un casco integrale, avevano spento i rispettivi telefonini e, poi, successivamente avevano organizzato appositamente una festa. Insomma una messa in scena vera e propria.
Una seconda camera di consiglio, più breve rispetto alla prima che aveva confermato il giudizio immediato, si è svolta quando si è trattato di definire il fascicolo processuale. Gli avvocati Testa e Pappadia hanno chiesto ed ottenuto che venissero escluse le intercettazioni telefoniche ed ambientali, la relazione medico legale e tutti gli atti non irripetibili e non descrittivi dello stato dei luoghi. Ma la Corte d’Assise è andata oltre: nella prossima udienza del 1 marzo sarà nominato un perito fonico che dovrà trascrivere le intercettazioni registrate dai Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Frosinone subito dopo il delitto di Thomas.
Nelle fasi finali dell’udienza il presidente Francesco Mancini – al quale va dato il merito di aver autorizzato la permanenza in aula di fotografi e cineoperatori contrariamente a quanto proposto dalla difesa- ha lanciato un monito alle parti del processo: hanno presentato troppi testi, ben 208, ed il processo non può, secondo la riforma Cartabia, avere una durata lunga. Ha chiesto una scrematura delle liste testi essendo moltissimi di loro comuni a quelle presentate dalla Procura, dalla difesa e dalle parti civili. In conclusione Mancini ha chiesto di sapere se Marco e Mattia siano o meno interessati a seguire in presenza il processo dopo la decisione, confermata, di disertare l’udienza inaugurale di venerdì alla luce della presenza record di giornalisti e operatori. Per i loro difensori la loro partecipazione al dibattimento sarà garantita quando entrerà nel vivo l’istruttoria.
Forse già dal 1 marzo quando saranno ascolti i primi 12 testi citati dalla Procura di Frosinone.
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